A dire la verità la Pallacanestro Trieste, in questo primo scorcio di stagione regolare, non ha mai smesso di farlo: anche a Trento e contro Trapani la squadra non ha tradito la propria identità, fatta di velocità di esecuzione, conclusioni prese nei primissimi secondi di ogni azione, predilezione nell’utilizzo del gioco perimetrale anziché cercare soluzioni in profondità nel pitturato, veloci transizioni, break fulminei nel punteggio. Contro due delle migliori squadre della Serie A, semmai, erano emersi altri punti di attenzione, a cominciare da quello difensivo, costato dieci minuti di amnesia totale in balia degli avversari a Trento e troppo spazio concesso ai micidiali tiratori di Trapani, aspetti che hanno contribuito in modo decisivo a neutralizzare l’effetto di prodigiose rimonte.
In Sardegna saranno di fronte due squadre che hanno, piuttosto, l’impellente necessità di tornare a correre in classifica, una per evitare di ritrovarsi suo malgrado invischiata in retrovie che alla vigilia della stagione non erano certo previste come il suo habitat naturale, l’altra per riappropriarsi di quel ruolo di matricola terribile solo offuscato, ma non cancellato, dai due stop consecutivi. Trieste ha poco velatamente dichiarato che il primo obiettivo stagionale sarebbe stato la conquista delle Final Eight di Coppa Italia: considerato il programma che attende la squadra da qui alla fine dell’anno -Brescia, Cremona e Venezia in casa, Virtus a Bologna – appare piuttosto evidente come l’occasione che si presenta sul parquet sardo sia fra quelle da non mancare per non perdere di vista i primi otto posti utili. La squadra di Markovic, dal canto suo, ha conquistato in casa le sue due uniche vittorie, contro Napoli e (con una certa fatica) contro Pistoia, perdendo invece al Palaserradimigni contro Scafati e Trento. Sottovalutare il team sardo, però, sarebbe un peccato capitale, potenzialmente letale. Il Banco di Sardegna può contare su un roster rinnovato rispetto alla passata stagione, molto completo ed estremamente tecnico, è dotato di giocatori come il lituano Bendzius ed il polacco Sokolowski che, se messi in condizione ed in ritmo, sono in grado di spezzare in due le partite, di un centro esperto come il bosniaco Halilovic, e di un playmaker come Justin Bibbins che, a dispetto dei suoi 173 centimetri di altezza, è in grado di andare a segno in molteplici modi colpendo sia dalla distanza che attaccando il ferro. Come Trieste, però, anche Sassari può contare su rotazioni non infinite, con tutti gli stranieri ed il solo play italiano Cappelletti a superare i venti minuti di media. La squadra di Christian, peraltro, è dotata degli antidoti per neutralizzare i punti di forza a disposizione di Markovic. Bibbins è estroso ed imprevedibile ma può essere messo in grande difficoltà dal punto di vista fisico da Colbey Ross e Markel Brown, con chance anche per Michele Ruzzier di poterlo attaccare nell’uno contro uno creando superiorità nel pitturato, per non parlare dell’arsenale (ultimamente un po’ silente, ma sempre vastissimo) a disposizione di Denzel Valentine in grado di devastare il pacchetto degli esterni sardi soprattutto in attacco. L’assenza di Mattia Udom, infortunato, permetterà alla pattuglia di lunghi biancorossi di dedicarsi a turno alla guardia di Bendzius e Sokolowski, potendo oltretutto contare su centimetri in abbondanza con Jayce Johnson sotto canestro e pericolosità sia da vicino che da lontano con Uthoff e Brooks, per non parlare della possibilità, sempre presente sebbene imprevedibile, di rivedere per minuti importanti in campo Justin Reyes. Potrebbe essere anche l’occasione buona per una maggiore responsabilizzazione di Luca Campogrande, che quando chiamato in causa quest’anno si è sempre fatto trovare pronto: allungare le rotazioni permettendo ad Uthoff, Brown, Valentine e Brooks di arrivare più riposati nei minuti caldi dell’incontro potrebbe infatti fare la differenza, così come l’ha spesso fatta in negativo tenerli sul parquet per più di trenta-trentacinque minuti.
Fin qui Trieste ha sempre prevalso -o comunque non è mai stata dominata da nessuno- nella lotta a rimbalzo, dotata com’è di giocatori che non sono necessariamente specialisti ma che si lanciano in cinque alla conquista dei palloni con grande senso della posizione e dinamismo atletico: anche questa potrebbe essere una chiave importante della partita, dal momento che invece Sassari è penultima nella voce statistica. A proposito di statistiche, saranno di fronte il quarto miglior attacco (quello triestino, che segna quasi 90 punti di media) e la dodicesima difesa (quella sassarese, che incassa quasi 87 punti a partita), appare di conseguenza evidente che mantenere buone percentuali al tiro con grande cura nella selezione delle conclusioni sarà di fondamentale importanza per capitalizzare tale vantaggio strategico. E’ comunque abbastanza chiaro come la squadra triestina non snaturi mai alcunché del gioco espresso: la granitica coerenza di Jamion Christian nel programmare le partite guardando prima di tutto alla sua squadra e a come mettere in difficoltà gli avversari eseguendo al meglio la sua pallacanestro lascia prevedere che non si assisterà ad alcuna alchimia tattica e non ci saranno sorprese nel quintetto che inizierà e finirà la partita (a meno di esigenze non prevedibili legate a problemi di falli o di infortuni). Semplicemente, le due settimane si stop hanno permesso ai giocatori super utilizzati di recuperare forze fisiche e mentali, ed allo staff tecnico di lavorare duro sull’arrotondare gli spigoli evidenziati nei momenti di maggiore difficoltà, specie nella metà campo difensiva. Il coach in settimana ha parlato molto con i giocatori, è stato fatto un enorme lavoro di cura dei dettagli, ed aggiungendo il carattere poco incline alla sconfitta che pervade il pacchetto degli americani, è presumibile che Trieste sfoderi una prestazione gagliarda anche dal punto di vista dell’atteggiamento, pronto ad aggredire subito la partita evitando che gli avversari prendano quella fiducia che potrebbe convincerli di poter uccidere l’incontro.
Il parquet sardo ha spesso portato bene alla squadra triestina, vittoriosa per ben tre volte negli ultimi cinque incontri disputati al Palaserradimigni. L’unico ex della partita sarà Jeff Brooks, protagonista a Sassari nel 2014/2015 della fantastica cavalcata del triplete (Supercoppa, Coppa Italia e Scudetto per la squadra guidata da Meo Sacchetti).
Palla a due alle 19:30, diretta su DAZN e su Radio Punto Zero Tre Venezie.