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Allianz Trieste-Aquila Trento: le pagelle dei biancorossi

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Adrian Banks 7/8: il pistolero trentottenne rimane sul parquet 36 minuti, è il top scorer dell’incontro con 19 punti, attira su di sé raddoppi e cure particolari che permettono di sbilanciare la difesa di Trento, poi arriva a 9 secondi dalla fine ed ha la freddezza e la follia per infilare la tripla di tabella che ridà speranza a Trieste. La sua esultanza da puro tifoso sul buzzer beater è la testimonianza di quanto ci tenga. Ancora. Giocatore totale.

Juan Manuel Fernandez 6 e mezzo: gioca 26 minuti, molti più del suo impiego medio, per tamponare l’assenza del play straniero. Litiga con il canestro (0/7 da tre e 3/15 totale), ma serve 10 assist ed in generale fa girare la squadra con il goniometro dettando ritmi come mai il suo ormai ex collega di reparto era riuscito a fare nella sua avventura triestina.

Sagaba Konate 7: 22 minuti sul parquet con un ginocchio in disordine, torna ad essere l’intimidatore nel pitturato che avevamo imparato a conoscere nella prima parte di stagione. Domina in post basso, è attento nei tagliafuori e cattura anche 9 rimbalzi, volando un paio di volta sopra il ferro per affondi spettacolari. E’ in affanno solo nella difesa sugli aiuti sul perimetro, ma fa il suo dovere all’interno dello smile. Canto del cigno?

Lodovico Deangeli 6 e mezzo: 12 minuti di qualità per Lodo, che dà il meglio di sé dannandosi in difesa. Coraggioso in una conclusione in cui segna con il fallo. Giocatore la cui crescita è fondamentale in attesa del rientro di Campogrande, che potrà essere al meglio solo nel finale di stagione.

Fabio Mian 6 e mezzo: anche lui utilizzato a lungo e talvolta fuori ruolo per esigenze di roster. Anche lui ai limiti della perfezione in difesa (anche sull’ultimo tiro di Bandford che sarebbe potuto costare la sconfitta, è del tutto incolpevole). L’azione in cui costringe all’errore Saunders a 8 secondi dalla fine vale la partita.

Marcos Delia 6-: alla fine, contrariamente alle previsioni, è il meno utilizzato fra i due “5”, anche e soprattutto per le sue caratteristiche tecniche. Stavolta perde qualche pallone di troppo e commette un paio di errori sorprendenti (per lui) da sotto. Non la sua miglior partita.

Daniele Cavaliero 7-: Primo tempo da incorniciare. Costretto nuovamente (dopo l’esperienza con Elmore) a sopperire alle assenze in regia, non dispiace in un ruolo non suo. Piazza 5 assist, perde un solo pallone, è diligente e sceglie sempre i ritmi giusti. Si spegne un po’, prevedibilmente, nella ripresa

Andrejs Grazulis 8: 27 minuti con il 55% dal campo e doppia doppia da 13p+10r per il doppio killer di Trento (aveva realizzato la stoppata decisiva su Flaccadori all’ultimo secondo anche in Supercoppa). E’ tornato il “4” dominante, pericoloso sia sotto canestro che dalla media distanza che avevamo intravisto nella prima parte della scorsa stagione. Andrejs è tornato a credere nei propri mezzi, evidentemente confortato dal ruolo da protagonista in Nazionale. Un giocatore come questo vale oro colato, specie nella forma fisica smagliante in cui si trova. Il fatto che la rimessa finale sia stata disegnata per servire lui anziché Banks o Fernandez è il segno della fiducia di cui gode da parte del coach. Fiducia ampiamente ripagata.

Alessandro Lever 7-: 7 punti in 13 minuti con il 60% dal campo e 4 rimbalzi per il prodotto di Gran Canyon U. Solito tocco morbido in attacco e mano educata da fuori anche in momenti di grande pressione. Gran lavoro in difesa in post basso dove fa alla grande il suo lavoro. Può essere il migliore investimento di Trieste per il futuro.

Coach Franco Ciani/Marco Legovich 7: arrivare alla sfida contro la lanciatissima e temutissima Trento dopo due settimane tribolate, oltretutto privo di due nazionali, non era impresa semplice. Preparare il piano partita e farlo applicare con questa precisione tantomeno. Gestire così i 12 secondi finali quando tutto sembra perduto è un capolavoro.