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Ancora dieci giorni per conoscere presente e futuro della Pallacanestro Trieste

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Sarà necessario attendere ancora una decina di giorni per conoscere i particolari dell’operazione societaria che porterà Edilimpianti Group ad acquisire parte delle quote della Pallacanestro Trieste. Il club fa infatti sapere che per il 10 giugno è stata convocata l’assemblea dei soci, con all’ordine del giorno la definizione del budget per la prossima stagione e la ratifica dell’entrata del nuovo socio nella compagine.

E’ chiaro che l’ordine del giorno sarà perlomeno invertito, dal momento che senza conoscere l’entità dell’apporto di Enzo Settimo, e metterlo nero su bianco, ben difficilmente sarà possibile stabilire i limiti di spesa per l’allestimento del roster 2022/2023, senza contare che successivamente all’assemblea bisognerà formalizzare presso uno studio notarile l’acquisto delle quote e nominare (probabilmente) la nuova governance. Solo a quel punto il nuovo CdA potrà decidere le figure chiave, a cominciare dal presidente e dal Direttore Sportivo, il quale necessariamente dovrà partire dall’individuazione della guida tecnica.

L’unico aspetto certo è, dunque, il dilatarsi dei tempi, con tutti i rischi che l’immobilismo sul mercato per una decina di giorni in questo periodo della stagione potrebbe portare con sé: le voci che vogliono i candidati coach biancorossi accasarsi su altre panchine si moltiplicano, così come quelle riguardanti i giocatori italiani nella fascia presumibilmente abbordabile da Trieste. Per non parlare, naturalmente, degli stranieri, soprattutto quelli che potrebbero essere confermati (Davis e Banks) o quelli che sarebbe opportuno perlomeno cercare di trattenere (Grazulis), la cui pazienza e la volontà di tornare in riva all’Adriatico potrebbero scontrarsi con il volere dei procuratori o le numerose sirene provenienti da altri lidi. L’impressione è che al momento, in assenza di notizie certe sull’ingresso anche di un nuovo main sponsor, riunirsi per definire un budget che sarebbe comunque insufficiente non avrebbe molto senso. Saranno, dunque, dieci giorni campali durante i quali il silenzio non vorrà necessariamente dire assenza di movimento su tutti i fronti, questa è perlomeno una deduzione logica, o almeno la speranza. Non resta che attendere.