(Foto di Fabio Angioletti)
Sedicesima sfida dal 2018 fra Trieste e Trento, che si sono affrontate in campionato, Supercoppa e Coppa Italia con bilancio in sostanziale equilibrio ed una costante mai smentita: la vittoria della squadra di casa (tranne naturalmente la semifinale alle Final Eight del febbraio scorso giocata a Torino). La Pallacanestro Trieste, rialzatasi un po’ stordita dal KO subito al Taliercio domenica sera, ha tutta l’intenzione di perpetuare la tradizione, sebbene si trovi davanti una squadra che da sempre è per lei un avversario ostico, che mal si accoppia per costruzione del roster, caratteristiche tecniche e filosofia di gioco a quello triestino. Sofferenza che quest’anno è forse anche maggiore, contro un gruppo che ha letteralmente dominato il primo terzo di campionato completato senza una sconfitta, rimanendo in seguito sempre in vetta o comunque appiccicato al treno di testa. Trento, guidata da Paolo Galbiati, uno dei maggiori pretendenti al titolo di coach dell’anno, è forse la squadra che in questa stagione di Serie A ha speso meglio il suo pur non eleveatissimo budget, con un roster completo e giovane, fisicamente devastante e ricchissimo di talento. Splendono gli inattesi gioielli di famiglia: Quinn Ellis, playmaker britannico di formazione italiana, si è conquistato sul campo prima l’attenzione di Ettore Messina, poi il matrimonio con l’Olimpia Milano che verrà coronato a fine stagione. Saliou Niang, ala senegalese con passaporto italiano classe 2004, scuola Fortitudo, è la grande intuizione di Galbiati, che in otto mesi lo ha portato a vestire la maglia azzurra della Nazionale Italiana (che per la fortuna di coach Pozzecco è stata preferita dal giovane talento a quella del suo Paese di nascita). Attorno, un roster equilibrato e talentuoso a chiara trazione anteriore: Anthony Lamb, Jordan Ford e Myles Cale (top scorer a Cremona domenica scorsa) sono gli esterni con licenza di attacco al ferro nel cuore del pitturato, Pecchia e Zukauskas uniscono pericolosità perimetrale ad ottimi spunti nell’uno contro uno, l’highlander Toto Forray è il guastatore che contro Trieste vede tradizionalmente il canestro largo come una vasca da bagno. E poi il centro Selom Mawugbe, 207 centimetri di muscoli e verticalità sul modello del Kabengele che la settimana scorsa ha devastato Trieste partendo addirittura dal palleggio esibendosi in affondate di ogni foggia e violenza. Mawugbe è di gran lunga meno talentuoso di Kabengele, ma è dotato di quelle caratteristiche fisiche tali da costituire il classico rebus per i lunghi triestini sia in attacco che in difesa: risolverlo sarà una delle chiavi della partita. Con un roster così lungo, Trento può mantenere costante la grande intensità ed rendimento per tutti e quaranta i minuti, schiantando alla distanza ogni avversaria meno attrezzata o menomata nelle rotazioni, potendo competere alla pari con tutte le altre (i prestigiosi risultati colti sia in casa che in trasferta sono lì a dimostrarlo). Galbiati, inoltre, è un coach esperto e profondo conoscitore del campionato, delle avversarie e delle caratteristiche dei giocatori, ed è dunque abile nell’adattare il gioco della sua squadra in funzione di chi ha di fronte e di cambiare più volte il piano partita come reazione diretta alle situazioni che si vengono a realizzare sul campo.
Avversaria, dunque, molto simile a Venezia, che sarà però necessario approcciare con un atteggiamento diametralmente opposto. Posto che sia all’andata a Trento (quando l’Aquila si impose di 8 punti capitalizzando un secondo quarto durante il quale i biancorossi in pratica non giocarono, per poi rientrare troppo tardi in partita) che in semifinale a Torino (senza Colbey Ross e Denzel Valentine) Trieste dimostrò di possedere l’antidoto soprattutto dal punto di vista difensivo specie nell’uno contro uno evitando di subire a ripetizione la specialità della casa trentina, il “penetra e scarica”, mandando spesso in tilt i meccanismi trentini in particolare dalla distanza, tenendo anche il confronto dal punto di vista fisico ed atletico, la differenza dovrà farla l’intensità, la cattiveria, la ferocia agonistica totalmente assenti al Taliercio ma indispensabili da qui al termine della stagione se la squadra vuole veramente raggiungere anche solo l’obiettivo minimo, la conquista di un posto fra le prime otto. In effetti può essere data per assodata la voglia di riscatto in giocatori che in questo campionato non hanno mai totalmente fallito due partite di fila -la Virtus post Trapani ne sa qualcosa- specie in un palazzetto che alla vigilia di Pasqua presenterà un colpo d’occhio molto vicino al sold out, e sarà come sempre un ambiente entusiasta e ribollente, capace di trasmettere energia e mettere pressione ad avversari ed arbitri. Ma la voglia di reagire e l’approccio, pur costituendo l’inevitabile base di partenza, non saranno sufficienti: sarà necessaria una concentrazione costante, la diligenza nell’applicare il piano partita, l’esecuzione perfetta dei movimenti difensivi, il ritorno di percentuali perlomeno decenti da oltre l’arco arrivando a tiri ben costruiti con un decente giro di palla (antitetico alla staticità offensiva del Taliercio), magari la capacità, totalmente disattesa contro la Reyer, di mettere in atto correttivi o cambiamenti di rotta dal punto di vista tattico se le condizioni maturate sul campo genereranno scenari diversi da quanto programmato con maggiore probabilità. Detta così, riuscire a realizzare tutte queste condizioni sembrerebbe un compito fuori dalla portata per chiunque, ma non è così, per il semplice fatto che Trieste ha già dimostrato più volte in questo campionato di possedere le caratteristiche morali, tecniche e fisiche per riuscirci. La squadra, peraltro, ci arriva dopo una buona settimana di allenamenti svolti al completo, con l’ormai cronica assenza di Justin Reyes ma con un Sean McDermott ormai definitivamente integrato nella squadra.
E’ un’altra giornata interlocutoria di campionato, con le dirette avversarie di Trieste impegnate in sfide sulla carta non impossibili, per cui c’è da aspettarsi una vittoria di Reggio Emilia con Napoli e di Tortona a Treviso. Trieste sarà invece spettatrice interessata dell’ultimo vero ostacolo di Venezia verso la conquista dei playoff, il big match a Trapani. Milano ha già agevolmente passeggiato su Cremona (118-83 il risultato) e sale a 36 punti scavando un gap di quattro punti con Trieste e Reggio Emilia, appaiate a 32: la partita contro Trento sarà presumibilmente per i biancorossi alabardati l’ultima chance per potersi permettere di guardare ancora verso l’alto, verso l’ardua conquista del quinto o addirittura del quarto posto, tecnicamente ancora raggiungibili sebbene ormai siano un’ipotesi lontana soprattutto alla luce del ritmo forsennato tenuto dalle battistrada.
Palla a due alle 20:00, arbitreranno Saverio Lanzarini, Giacomo Dori e Daniele Valleriani. Diretta streaming su DAZN, radiocronaca su Radio Punto Zero Tre Venezia.