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L’anno zero dell’Unione inizia con una sconfitta

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Triestina – Pordenone: 0-1 (Deli 10’ st)

Triestina (4-4-2): Mastrantonio, Gori, Sottini, Furlan, Ganz (Adorante 66’), Ciofani, Minesso, Di Gennaro, Sabbione (capitano), Sarzi Puttini, Lombardi (Paganini dal 52’) (All. Bonatti)

Pordenone (4-3-3): Festa, Andreoni, Burrai (capitano), Magnaghi, Deli (Piscopo 68’), Ajeti, Benedetti, Torrasi, Bassoli, Candellone e Zammarini (All. Di Carlo)

Note: Spettatori 6351 di cui 3956 abbonati, bella serata estiva con temperatura ideale.

Si torna al Rocco dopo poco più di tre mesi, ma sembra passato un secolo. Inutile ripercorrere le tappe che ci hanno riportato allo stadio per assistere all’esordio contro il Pordenone, tanto fanno ormai parte dell’epica sportiva della città. Ciò che più conta, ora, è il campo ed i suoi (nuovi) protagonisti. Ramarri, reduci da due stagioni in Serie B, giudicati dagli osservatori più attenti fra i possibili favoriti alla vittoria finale, Unione che recupera velocemente attenzioni e considerazione alla luce di un mercato che, specie nelle ultime settimane, ha portato a Trieste giocatori esperti ed affermati, lavando la patina di squadra giovanissima e futuribile, costruita per una stagione di transizione verso un progetto più solido.

Il pubblico risponde presente da subito: tremilanovecento abbonati, entusiasmo ed un’atmosfera che oggettivamente si fa fatica a ricordare specie negli anni del post finale con il Pisa del 2019.

La prima Triestina della stagione, schierata da mister Bonatti lascia poco spazio alla gioventù: unici due millenials il portiere Mastrantonio, del 2004, e Sottini, difensore del 2002, per il resto squadra esperta e poco incline agli esperimenti. Per il primo quarto d’ora, esperienza o meno, l’Unione sembra in balia di un avversario che gioca a memoria, è costretta a difendersi con qualche affanno varcando di rado la linea di metà campo. Con il passare del tempo, complice anche il calo fisico di un Pordenone che non avrebbe potuto spingere e pressare con quell’intensità per tutta la frazione, i rossoalabardati prendono coraggio, alzano il baricentro dell’azione, giocano soprattutto in contropiede ma appaiono ben più autoritari rispetto al timido inizio. Costruiscono anche un paio di limpide occasioni, fallite di poco, e si vedono annullare un goal per fuorigioco. Il Pordenone ha il merito di sfruttare cinicamente la sua prima vera occasione da rete. La Triestina accusa il colpo, sbanda, gli ospiti non ci pensano nemmeno ad accontentarsi e premono per mettere al sicuro il risultato. Unione generosa, difficile rimproverare qualcosa ai ragazzi di Bonatti sul piano dell’impegno e della generosità. I neroverdi, però, appaiono più organizzati, hanno maggiore qualitò nel possesso palla, non perdono mai la calma senza nemmeno ricorrere a fastidiose perdite di tempo. Alabardati che, però, nel corso dell’intera ripresa non riescono a concludere praticamente mai in porta, ed in questo la nuova Unione non pare distinguersi da quella delle ultime stagioni. Altra spiacevole analogia con il passato: la Triestina paga a caro prezzo i suoi errori difensivi, specie contro squadre ciniche e tecnicamente superiori come quella friulana. Il Pordenone colpisce chirurgicamente nelle sue uniche due vere occasioni, e su questa strada gli alabardati hanno ancora molta, molta strada da fare.

La cronaca

Pordenone che parte all’arrembaggio pressando su ogni pallone impadronendosi decisamente del centrocampo: Triestina con reparti ancora piuttosto slegati fra loro, che ha grande difficoltà in fase di costruzione del gioco, costretta a difendersi nella propria metà campo ed incapace di di rendersi pericolosa. Ospiti che giocano a memoria, arrivano costantemente primi sui contrasti, sebbene, dal canto loro, non riescano a costruire vere occasioni. Con il passare dei minuti l’Unione prende progressivamente coraggio, pur agendo prevalentemente di rimessa: in una di queste ripartenze è Ganz ad andare a segno raccogliendo un cross rasoterra dalla sinistra, ma la sua posizione viene giudicata irregolare: nulla di fatto. Bisogna attendere la mezzora per il primo timido tiro in porta: è il Pordenone a provarci con Torrasi, il cui tiro dalla sinistra viene facilmente bloccato a terra da Mastrantonio. Al 36’ ospiti di nuovo pericolosi: cross dalla sinistra di Benedetti, girata di testa di Benedetti che sorvola di non molto la traversa, con il portiere Mastrantonio che sembra comunque sulla traiettoria. Al 40’ Triestina vicinissima al gol: il cross dalla destra di Lombardi viene raccolto in area piccola da Furlan, la cui deviazione di sinistro a colpo sicuro si spegne però a pochi centrimetri dal palo sinistro. E’ una bella partita: solo un minuto dopo, su calcio d’angolo, il potente colpo di testa di Benedetti, lasciato solo in area, sfiora il palo destro della porta difesa da Mastrantonio. Proprio in chiusura di tempo altra grandissima occasione per l’Unione: da una punizione battuta dalla trequarti destra la palla spiove in area: il colpo di testa di Di Gennaro, maldestramente deviato dal portiere, si trasforma in un assist per l’accorrente Sottini, la cui deviazione colpisce l’esterno della rete.

Secondo tempo

In apertura grande occasione per i neroverdi: il tiro da pochi metri di Torrasi, scaturito da una mischia sottoporta, è bloccato di piede con un vero miracolo da Mastrantonio, che devia il pallone in calcio d’angolo con un grande riflesso. Al 10’ è però il Pordenone a passare: Deli si inserisce con un grande spunto dalla sinistra, bucando troppo facilmente l’immobile difesa alabardata, presentandosi solo davanti a Mastrantonio che stavolta nulla può per fermare il diagonale che si spegne in fondo alla rete. Al 19’ il Pordenone colpisce la traversa esterna direttamente da punizione di Burrai dalla trequarti sinistra che probabilmente voleva essere un cross. Al 21’ gran tiro di Minessi che il portiere neroverde Festa può solo respingere di pugno, poi il pallone è preda della difesa neroverde. Al 46’ il Pordenone raddoppia con Piscopo: cross rasoterra dal fondo, irrompe l’attaccanete neroverde che tutto solo deposita alle spalle di Mastrantonio.