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Piovono triple, Cremona non ha l’ombrello

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(Photo Credit profilo FB Pallacanestro Trieste)

VANOLI CREMONA – PALLACANESTRO TRIESTE: 81-101

Cremona: Christon 18, Scotti n.e., Willis 14, Davis 14, Zampini 1, Nikolic 12, Lacey (k) 8, Zani, Villa n.e., Burns 5, Omenaka, Owens 9.

Allenatore: Pierluigi Brotto Assistenti: Carlo Campigotto.

Trieste: Paiano, Obljubech, Ross 12, Deangeli (k), Uthoff 23, Ruzzier, Campogrande, Candussi 13, Brown 15, McDermott 4, Johnson 10, Valentine 24.

Allenatore: Jamion Christian. Assistenti: Francesco Taccetti, Francesco Nanni, Nick Schlitzer.

Progressivi: 13-28 / 37-52 // 67-72 / 81-101

Parziali: 13-28 / 24-24 // 30-20 / 14-29

Arbitri: Attard, Paglialunga, Pepponi.

Torna a vincere Trieste, e lo fa giocando la sua pallacanestro, fatta di veloci transizioni, triple aperte, triple costruite con l’extrapass, triple prese fuori ritmo da nove metri, una predisposizione clamorosa a rimbalzo che le permette di concretizzare una superiorità strategica nel pitturato che le veniva attribuita già alla vigilia ma che riesce a confermare come chiave di questo fondamentale successo. Fondamentale anche constatare come dieci giorni di polemiche, una specie di centrifuga mediatica che ha coinvolto praticamente tutte le componenti della pallacanestro triestina, non abbiano scalfito nemmeno la superficie della solidità mentale della squadra, giunta in Lombardia priva di Jeff Brooks (vittima di un attacco di bronchite) ma comunque solida e compatta, concentrata e cattiva al punto giusto fin dalla palla a due. Un buon segnale per questi ottanta minuti finali che la vedono partire da un sesto posto riconquistato, che potrà mantenere matematicamente raccogliendo quattro punti in due partite e che ad oggi la vedrebbe opposta alla Germani Brescia nei quarti di finale dei playoffs (ma l’ammucchiata in testa e gli scontri diretti in arrivo potrebbero scombinare le attuali prime quattro piazze).

Trieste vince con autorità, capitalizzando con gli interessi la clamorosa superiorità nel reparto lunghi, dove può schierare un Jayce Johnson che migliora come atteggiamento e rendimento di partita in partita, dimostrandosi sempre più decisivo, ed un Francesco Candussi che si rivela un vero e proprio rebus per la difesa lombarda grazie alla sua bidimensionalità, capace di attrarre i lunghi avversari a chilometri dal pitturato. 51 a 33 il computo dei rimbalzi (con Uthoff, Johnson e Valentine in doppia cifra), ed addirittura 20 catturati in attacco: considerando che complessivamente Trieste ha sbagliato 42 tiri, significa che quasi un rimbalzo su due sotto il canestro di Cremona lo ha conquistato un giocatore triestino, regalandosi o regalando alla squadra seconde e terze chances che alla lunga stroncano la già approssimativa convinzione difensiva della Vanoli.
I biancorossi dominano la partita nel primo tempo, credendo forse che i 15 punti di vantaggio accumulati in venti minuti e la facilità con cui arrivava a canestro sarebbero di per sé stati sufficienti per amministrare la seconda metà di contesa senza particolari patemi. Ma Cremona, che non è ancora salva per il clamoroso quanto inaspettato colpo di coda di Pistoia a Venezia (i toscani peraltro saranno i prossimi avversari della Vanoli in un match che a questo punto si preannuncia drammatico) non ci sta a prestarsi da sparring partner per una blanda esibizione triestina, e sviluppa nel terzo quarto il suo massimo sforzo sfruttando il trio Davis-Willis-Christon con la collaborazione sopra il ferro di Tariq Owens (per il resto della partita tenuto a distanza di sicurezza dal tabellone dalla difesa biancorossa). Ad un certo punto del terzo quarto il ritorno soprattutto offensivo dei padroni di casa pare inarrestabile sia da fuori che da sotto. Complici alcuni minuti di polveri bagnate per i tiratori triestini e di una serie di attacchi arruffati ed irrazionali in cui la squadra di Christian costruisce ben poco, Cremona si riavvicina senza però mai scendere sotto i due possessi di svantaggio. Ma è proprio in questo momento che emerge la solidità mentale, la maturità dei giocatori triestini, che capitalizzano il rientro in campo di Jayce Johnson ergendo letteralmente un muro sotto canestro sui due lati del campo: il californiano conquista quattro rimbalzi e segna tre canestri consecutivi, ridonando la tranquillità necessaria agli assi calati nel finale: Valentine infila un paio di logotriple delle sue, il professor Brown sale in cattedra per un clinic di tiro dall’angolo (tre triple di seguito per lui). Il gap si dilata in pochi secondi avvicinandosi velocemente ai venti punti, Cremona cede anche dal punto di vista della convinzione quando si rende conto che il suo massimo non sarebbe bastato sotto i colpi di una Trieste che alla fine chiude con 18 triple segnate con il 43%, sfiora il 50% da due punti, limita clamorosamente le palle perse finendo inusualmente con meno di 10 turnovers (8 per la precisione), può contare su ben sei giocatori in doppia cifra e sintetizza la sua superiorità con il 124-80 di valutazione finale.
Sopra le righe la prestazione del trio delle meraviglie Uthoff-Valentine-Brown, che “spalmano” la loro eccellenza a rotazione nei 40 minuti e quando più la partita lo esige dimostrandosi decisivi, ma piace tantissimo anche la concretezza ormai granitica di Johnson alla terza doppia doppia consecutiva (a Cremona la realizzano anche Uthoff e Valentine). Colbey Ross, come previsto, a mano a mano che torna vicino al ritmo pre infortunio sottrae più minuti a Michele Ruzzier, ma entrambi riescono a dare la loro diversissima impronta alla conduzione della squadra. Molto positiva la prova di Francesco Candussi, che mostra gran tecnica sotto canestro (un tiro in scivolamento gettandosi indietro per evitare l’elevazione di Tariq Jones e sfruttamento del tabellone per i due punti è da manuale del “cinque”) ma mostrando il meglio del suo repertorio quando ruota da esterno: la conclusione da tre in fade away con la mano di Christon in faccia che tocca solo il cotone basta e avanza per descrivere l’educazione della sua manona. In pantofole la prestazione degli altri, con McDermott più efficace in difesa che in attacco ma capace di infilare una tripla da lontanissimo nel momento di massima difficoltà con l’inerzia totalmente in mano a Cremona nel terzo quarto.

Ora cinque giorni di allenamenti e si torna in Lombardia per la seconda trasferta consecutiva (alla fine, nostro malgrado, fra campionato e playoff, nella migliore delle ipotesi, saranno almeno cinque) sul campo di una Varese che, nonostante la pesante sconfitta da quasi 40 punti sul groppone subita a Bologna, è matematicamente salva e dimostra già da qualche partita una certa dose di appagamento soprattutto da parte degli americani (il centro Tyus ha, dal canto suo, già abbandonato la compagnia). Per affinare il piano tattico anti OpenJob Metis c’è ancora un po’ di tempo, ma la Trieste vista a Cremona può permettersi di pensare soprattutto a sé stessa, a quello che vuole essere e vuole diventare, al gioco che vuole imporre qualunque sia l’avversaria. Un processo di crescita e di presa di coscienza indispensabile davanti al fatto che, finita la stagione regolare, la squadra avrà l’impellente necessità di cominciare a fare quello che finora in stagione non è (quasi) mai riuscito: vincere contro le squadre di prima fascia che la precedono in classifica.
Intanto, però, a testimoniare che tipo di stagione abbia fin qui disputato la Pallacanestro Trieste, ci sono i risultati già raggiunti: 17 vittorie, a due giornate dalla fine, sono il record assoluto dal ritorno in Serie A (nella prima stagione iniziata con il marchio Alma, nel 2018-2019, i punti realizzati furono 32 con il settimo posto finale). In una sola occasione nel ventunesimo secolo Trieste collezionò 38 punti, nella stagione 2000-2001, quando però la Serie A1 contava su 20 squadre. Per prestazioni ancora migliori bisogna tornare ai primi anni ’90, all’epoca Stefanel. Un’epoca dai fasti che, nonostante qualche imbecille dagli spalti tenti di sabotare (involontariamente), potremmo essere ormai prossimi a rivivere.

I risultati

Trento 95-77 Sassari
Scafati 87-92 Treviso
Tortona 68-85 Milano
Brescia 79-66 Reggio Emilia
Bologna 104-67 Varese
Venezia 90-93 Pistoia
Cremona 81-101 Trieste
Napoli 77-95 Trapani

La classifica
  1. Bologna 42
  2. Trapani 42
  3. Brescia 40
  4. Trento 40
  5. Milano 38
  6. Trieste 34
  7. Reggio Emilia 34
  8. Venezia 30
  9. Tortona 28
  10. Sassari 24
  11. Treviso 22
  12. Varese 18
  13. Cremona 16
  14. Napoli 16
  15. Scafati 12
  16. Pistoia 12