Dai e dai, ci siamo: è l’ultima partita prevista dal calendario di questa stagione di Serie C e in altri tempi, si poteva già parlare di ferie, vacanze, prossima stagione. A dire il vero, nelle ultime tribolate stagioni alabardate, non c’è stata questa tranquillità cui aspirano la maggior parte delle squadre ma, a guardare indietro, c’è stato sempre più di qualche patema.
Ma come in questo finale di stagione, il passato non ci può nemmeno insegnar nulla per mettere a tacere preoccupazioni per il futuro della Triestina.
Non come squadra ma, ahimè, come società: certo, direte, ne abbiamo viste di tutti i colori sotto questo profilo nella lunga storia alabardata ma, ritrovarsi numericamente salvi dopo una rincorsa che ha dell’incredibile e dover lottare, probabilmente, per un mesetto ancora per venirne fuori direttamente, è sensazione davvero nuova.

Ai più ottimisti che stanno facendo calcoli di probabilità sul salvarci direttamente è assolutamente inutile dir niente: sono animati, beati loro, da una fede incrollabile e anche i meno sensibili sul intervento di influenze extraterrestri, finiscono per non avere argomenti per distrarli dal loro credo.
Come, è altrettanto inutile dir qualcosa agli eterni brontoloni locali che, comunque vada, non saranno comunque contenti di qualsiasi soluzione.
Nel mezzo, la giusta via: cerchiamo di supportare la squadra che il suo dovere l’aveva fatto ma che ha dovuto, in pratica, riprendere da capo la situazione e, con un macigno sulle spalle, cercare di salvarla. Dopo si aprirà un altro capitolo: quello che riguarda la società, ben più complicato e difficile da risolvere. Se andasse tutto bene, per iscrivere la squadra al prossimo campionato ci vorrebbero poco meno di dieci milioni di euro: visti i precedenti, vista la penalizzazione che arriverà per il prossimo campionato, ci piacerebbe vedere in faccia le persone che si assumerebbero l’impegno economico solo per ripartire, senza parlare di quanto sarebbe necessario per fare un campionato all’altezza della situazione.
Se dovesse andar tutto male, allora prevediamo una fuga generale da fine del calcio a Trieste e, per la gioia di qualcuno, lo Stadio Rocco che diventa tempio dei concerti estivi.

Chiacchiere, direte, perchè l’unica cosa che conta contro il Novara è fare i tre punti, dimostrare che la squadra merita di restare in categoria e vedere come si metterà la classifica per dare, se sarà necessario, l’ultima spallata per mettersi al sicuro.
Alla partita conclusiva della “regular season” la squadra di Tesser arriva con gli uomini più o meno contati: mancherà lo squalificato Ionita, non recuperano Balcot e D’Urso, che potrebbe aver addirittura chiuso in anticipo la stagione, ci sarà Germano ma, probabilmente, solo tra i convocati, per cui, ancora una volta, Tesser dovrà affidarsi a qualche ruolo “inventato” come quello del diligente Johnson sulla fascia. Cortinovis dovrebbe avere ancora una possibilità dietro alle punte mentre Voca appare il più probabile sulla linea mediana assieme a Fiordilino e Correia.
Davanti, Olivieri e Strizzolo danno più affidamento degli altri.
Poi, tutto da vedere: novanta minuti di lotta, sicuramente, con l’orecchio inevitabilmente a seguire le altre partite perchè, davvero, può succedere ancora di tutto.