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Il gigante baltico

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Questa cartolina arriva da Tartu, seconda città dell’Estonia con i suoi 100.000 abitanti, a rispettosa distanza dalla capitale Tallinn. Quest’ultima, è la casa di oltre 400.000 degli 1,3 milioni di estoni. Allora, perché parlare di gigante baltico? Perché la storia che questa cartolina si porta dietro nasce nel nome di Kalev, mitologico gigante e progenitore di estoni e finlandesi.

Una società sportiva e culturale con questo nome vide la luce nel 1901, da subito contraddistinta dai colori patriottici, bianco e azzurro. Dopo un decennio si formò la prima sezione calcistica a Tallinn e poco dopo fu la volta di quella di Tartu. Come si può notare dalla cartolina, a Tartu si scelse il verde dei boschi, anziché il blu del Mar Baltico. Durante la transizione dall’Impero Russo all’Unione Sovietica, le istanze indipendentiste estoni sfociarono in un vero e proprio conflitto armato. L’occupazione delle milizie sovietiche durò alcune settimane a cavallo tra il 1918 e il 1919. In seguito, Tartu fu teatro dell’accordo di pace con cui l’ingombrante vicino riconobbe l’indipendenza dell’Estonia nel 1920.

Questo stato di cose durò fino al 1939, quando la seconda invasione sovietica ebbe successo, convertendo l’Estonia una delle repubbliche dell’URSS. Il Kalev Spordiselts scomparve e fu la Dinamo a rimpiazzarlo, mentre i sovietici davano fuoco al vecchio stadio di Tallinn e ad altre installazioni del club. Nel 1944 si tornò alla denominazione tradizionale, ma nel quadro delle organizzazioni sindacali sovietiche, assumendo la sigla ESSR Kalev. Altri passaggi amministrativi portarono alla creazione del VSÜ Kalev, mezzo club sportivo e mezzo sindacato. I soci di questo vero e proprio gigante baltico toccarono il picco di 230.000 nel 1985 (su una popolazione totale poco superiore a 1,5 milioni).

Questi passaggi di denominazione e quelli successivi alla nuova indipendenza del 1991 permettono di datare con certezza l’elegante bandierina fotografata a prima del 1939. In particolare, esiste tuttora presso il Kalev Tartu un vessillo di dimensioni molto maggiori, risalente al 1935 e scampato ai roghi degli occupanti, il cui stile è molto simile. Questo gigante baltico riporta lo stesso stemma (risalente al 1926) e durante la guerra ha viaggiato attraverso la Svezia e la Germania per arrivare negli Stati Uniti, da dove è tornato nel 2011, in tempo per le celebrazioni dei 110 anni del club. Il gagliardetto della foto, invece, più semplice da celare per le modeste dimensioni, ha fatto solo la strada verso la Lettonia, per poi arrivare in Italia nel 2021 e dare ora vita all’ennesima cartolina che arriva dal passato remoto del calcio.