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Al via la stagione ufficiale dell’Unione: nessuna novità, Triestina-Trento 0-1

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TRIESTINA-TRENTO 0-1

MARCATORI: st 10′ Belcastro (rig.).

TRIESTINA: Offredi, Rapisarda, Volta, Giannò (st 38′ Gatto), Ligi, Giorico, Calvano, Petrella (st 26′ Sarno), De Luca (st 38′ Peocaccio), Di Massimo (st 10′ Capela), Gomez. All. Bucchi.

TRENTO: Cazzaro, Dionisi, Trainotti, Carini, Simonti, Caporali, Nunes, Osuji (st 38′ Galazzini), Belcastro, Chinellato (st 30′ Pattarello), Barbuti. All. Parlato.

ARBITRO: Lovison di Padova.

NOTE. Ammoniti Volta, Giorico, Belcastro, Pattarello; espulso Volta per seconda ammonizione.

Fine delle chiacchiere e dei pronostici. Ad essere protagonisti tornano il campo e le sue sentenze. E la prima sentenza assomiglia pericolosamente all’ultima della passata stagione: una eliminazione in casa, stavolta per mano di una matricola. Al Rocco, in una calda serata di fine agosto, è infatti di scena il Trento, neopromossa in Serie C, prima (ed ultima) avversaria in Coppa Italia. Pubblico scarso e tifo organizzato alabardato totalmente assente (sparuta ma rumorosa la rappresentanza trentina), ma tribuna, se non altro, riaperta anche se fra mille precauzioni.

Ritmi da fine estate, ma a sprazzi l’impianto di gioco si intravvede. Per il resto, la solita Triestina arruffona, imprecisa ed inconcludente

I ritmi non sono, né possono essere, quelli da pieno regime (sebbene ormai manchi solo una settimana all’esordio in campionato), ma la Triestina, specie quella con qualche novità schierata nel primo tempo, dimostra se non altro che la metabolizzazione del nuovo corso sta procedendo. Pur tenendo conto del livello di avvesari non dotati di elementi particolarmente pericolosi davanti, la difesa a 4 appare più attenta e ben registrata, con la linea ben sincronizzata che riesce ripetutamente a lasciare l’attaccante in fuorigioco. I soliti difetti, però, fanno fatica ad essere eliminati del tutto: i pochi errori commessi sono quelli fatali, e risultano sempre costosissimi. Inoltre, pur scontando l’atavica difficoltà di un centrocampo raramente in grado di costruire pericolosità offensiva innescando le (poche) punte a disposizione, il gioco appare più aggressivo e più offensivo di quanto le ultime due stagioni abbiano mostrato. Questo può realmente essere l’anno di Giudo Gomez, apparso già in buona forma anche se spesso isolato, con compagni di reparto (Petrella e Di Massimo) veloci ma fisicamente troppo leggeri e l’area avversaria appare in troppe occasioni desolatamente sgombra da maglie alabardate. Con il solo atteggiamento offensivo, però, non si fanno i risultati: la Triestina continua a non saperla mettere dentro, con conseguenze lapalissiane. A far festa stavolta è il Trento con una posta in palio, sebbene ufficiale, ancora relativamente poco pesante, ma il segnale non è affatto rassicurante.

La prima Triestina schierata da Bucchi nella stagione 2021-2022 è un 4-3-3- costituito da Offredi, Giannò, Rapisarda, De Luca, Gomez, Volta, Ligi, Petrella, Giorico, Calvano e Di Massimo. Il nuovo capitano è Guido Gomez. Il Trento, agli ordini di Carmine Parlato, scende in campo con Cazzaro, Trainotti, Nunes, Simoniti, Caporali, Belcastro, Chinellato, Osuji, Dionisi, Carini e Barbuti.

La cronaca:

Inizio al piccolo trotto per entrambe le squadre, evidentemente condizionate dal caldo delle 18:30 e dal carico di lavoro atletico di preparazione fin qui svolto. La partita scorre fra schermaglie a centrocampo, numerosi passaggi sbagliati, ed assenza pressoché totale di incursioni nelle due aree. Bisogna attendere 15 minuti per la prima vera occasione, che arriva per gli ospiti: un tiro ravvicinato di Belcastro, innescato da Chinellato, ben neutralizzato dall’uscita di Offredi. La replica della Triestina arriva dopo appena un minuto, con un cross di Rapisarda dalla destra lisciato malamente dal portiere del Trento Cazzaro: il pallone attraversa indisturbato tutta l’area ma a Di Massimo non riesce la deviazione in acrobazia. Le due occasioni spaventano le squadre, che improvvisamente diventano più propositive, rendendo l’incontro un po’ più godibile. Al 24′ Triestina vicina al goal con una girata di Gomez dal limite che si spegne di un soffio sopra la traversa. Gli alabardati iniziano a premere un po’ ed alzano decisamente il baricentro dell’azione, riversandosi per lunghi tratti nella metà campo avversaria, e risultando spesso pericolosi. Al 30′ nuova limpida occasione per la Triestina: il tiro di Di Massimo da centro area è potente ma centrale, ed il fin qui incerto portiere Cazzaro respinge di pugno. Al minuto 37 azione insistita degli alabardati sulla sinistra, che con una serie di finte e veloci passaggi liberano Giorico sul vertice destro dell’area, ma il suo tiro risulta sghembo e si perde sul fondo lontanissimo dalla porta. Al 42′ si fa vedere anche il Trento: Chinellato incoccia di testa a centro area direttamente da calcio d’angolo con la conclusione che si spegne non troppo alta sulla traversa.

Secondo tempo che inizia con i soliti ritmi blandi, ma alla prima accelerazione, al 9′, è il Trento a colpire: una incursione in area da sinistra di Barbuti viene neutralizzata fallosamente da Volta, che viene ammonito per la seconda volta con conseguente penalty e cartellino rosso. Rigore trasformato da Belcastro con un tiro angolato sulla destra di Offredi. Bucchi sostituisce subito Di Massimo con Capela per mettere una pezza in difesa, passando ad un 4-4-1 con il quale l’impresa di incidere in attacco, nel primo tempo già difficile, diventa rara e faticosa. La sostituzione di Petrella con Sarno non cambia la sostanza, sebbene il nuovo entrato porti grande qualità a centro campo. Al 27′ un tiro di Gomez da distanza ravvicinata viene neutralizzato a terra da Cazzaro. Si rivede il Trento: al 31′ un forte tiro da 30 metri di Nunes viene parato di piede da Offredi. Al 36′ la Triestina va in gol con un colpo di testa di Gomez su cross dal fondo di Rapisarda, ma l’arbitro Lovison annulla per un presunto fallo sul difensore di De Luca, apparso ai più del tutto inesistente, fra le sonore proteste del pubblico e della panchina dell’Unione. La partita, prevedibilmente, si innervosisce, con gli alabardati a giocarsi il tutto per tutto nei minuti finali, a riversarsi in avanti in modo generoso ma poco lucido. Lovison assegna ben 5 minuti di recupero, durante i quali il Trento bada soprattutto a spezzettare il gioco facendolo talvolta in modo ingenuo. Proprio da un inutile fallo sulla tre quarti nasce l’ultima occasione per i padroni di casa, ma il colpo di testa di Ligi sul traversone riesce solo a sfiorare il palo. Finisce così, con la prima delusione per Bucchi e la consapevolezza che il lavoro da fare sia ancora tantissimo.