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Con i cannoni nella prima guerra mondiale, a sparare sugli aerei della seconda…

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Il cinesino di Arsene Wenger

Arsene Wenger usava piazzare un cinesino in posizioni di campo apparentemente insignificanti. Sembrava che lo piazzasse “esattamente lì”, al millimetro… Ovviamente, ai numerosi allenatori che seguivano i suoi allenamenti, ciò non è sfuggito… Alla sera, discorsi su discorsi, ipotesi su ipotesi, riflessioni su riflessioni… Gruppi di allenatori che amattiscono per spiegare il significato di quel singolo cinesino, messo lì, con estrema cura… Un giorno decidemmo di andare a chiederglielo. Si mise a ridere: “Quel cinesino non significa assolutamente nulla! E’ solo un modo per prendervi un pò in giro…”Il cinesino di Arsene Wenger è una metafora; rappresenta la curiosità, la voglia di guardare un pò tra le righe, sopra, sotto, di guardare al calcio da prospettive diverse insomma.

Capitolo Uno: “Con i cannoni della prima guerra mondiale, a sparare sugli aerei della seconda…”

Succede spesso che ti ritrovi a dover affrontare problematiche recenti di vario tipo e natura, con strumenti non adatti… Può succedere in tutti i campi della nostra quotidianità: dal vecchio cacciavite che non “riconosce” le viti “ultima generazione” alle riunioni on-line (zoom, per intenderci) spesso così solenni, quasi sacrali, affrontate con il metodi e approcci verbali tipo “mercato”… Succede così, che all’inizio della seconda guerra mondiale i vecchi cannoni utilizzati nella prima guerra mondiale non riuscirono a centrare i nuovi aerei manco per sbaglio… troppa la differenza di tecnologia, ma soprattutto troppo pochi gli “strumenti” per poter guidare efficacemente (controllare) un proiettile…

Chi è Norbert Wiener e perché e perché la cibernetica è così importante? Sì, in effetti, cibernetica suona un pò troppo “accademicamente snob”, ma in realtà rappresenta un’aspetto molto presente nella nostra quotidianità. Questo principio è presente in tutti gli aspetti della nostra esistenza: il controllo della glicemia nel sangue, la termoregolazione corporea sono aspetti fisiologici caratterizzati da tali princìpi…. Il controllo dei giri del motore, la gestione anti-slittamento delle ruote, il “pilota automatico”….. fino al meccanismo che controlla la quantità dell’acqua che scende nel water oppure le bombe “intelligenti”…. Un meccanismo tanto banale, quanto rivoluzionario, che si basa sulla considerazione del feedback, ovvero dell’informazione di ritorno, chiamata anche controazione/retroazione.

E’ fin troppo facile collocare tali princìpi in un contesto sportivo: il controllo e la gestione dei piani sportivi pluriennali, delle strategie, dei cicli di allenamento, l’andamento e il controllo della forma sportiva, la dinamica dei risultati sportivi nel tempo,…fino ai piccolissimi “accomodamenti” affinché un’esercitazione scorra meglio e che diventi più efficace…. Dunque, accomodamento, adattamento, controllo, gestione, correzione….

Ma com’è lo sport nostrano da questo punto di vista? Abbiamo (o meno) la sensazione di poter controllare, regolare, adattare questo preziosissimo movimento formativo? Perché di momento formativo si tratta!!! 

Abbiamo (o meno) la sensazione di poter gestire queste dinamiche con la consapevolezza che domani sarà migliore di oggi? Qualche volta penso che Wiener non sia mai passato da Trieste, ma per fortuna, non è così…. Abbiamo esempi illustri di ottima programmazione, gestione, lungimiranza, che si sono concretizzate in passato… Oggi sembrerebbe di meno, dicono che non ci sono risorse (che per qualcuno significano esclusivamente soldi), non ci sono le condizioni… Personalmente credo che manchi una “visione” e “un’etica”, il che è molto peggio, considerando che la nostra dovrebbe essere una società della conoscenza.