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Dear Trieste….

Tempo di lettura: 6 minuti

(La versione originale è sotto la traduzione in italiano)

Ciao famiglia! Sì, perché sento di potervi considerare la mia famiglia. Vi ricordate di me? E’ passato molto tempo, ma credo che qualcuno si ricorderà. Sono passati quattro anni da quando mio marito indossò la maglia di Trieste e due da quando giocò per l’ultima volta in palazzetto. Ma non passa nemmeno un giorno senza che Trieste sia nel mio cuore. Tante persone ci chiedono quale sia la nostra città preferita fra quelle in cui abbiamo vissuto, e la risposta è sempre Trieste. Il mare, i panorami, le tradizioni, la pallacanestro, ma soprattutto la gente. 

La gente è ciò che mi spingeva a camminare su e giù dalla collina verso il centro. La gente mi faceva sentire bene pur vivendo a migliaia di chilometri dagli amici e dalla famiglia, la gente rispecchiava me stessa alle partite, a tifare e qualche volta a protestare con gli arbitri. Ma, più di tutto, il modo in cui la gente di Trieste ha supportato mio marito e la sua squadra scalderà per sempre il mio cuore.

Chris gioca come professionista da 12 anni, e se mi conoscete sapete che cerco di andare a tutte le partite, studio gli avversari, faccio l’allenatore dalla tribuna, anche se nessuno mi ascolta. Tra i tifosi di tutte le squadre per le quali abbiamo giocato, quelli di Trieste li cosidero la mia gente. Con rispetto per i fans di tutti gli altri clubs, perché so già che riceverò messaggi da Reggio Emilia e probabilmente anche da Pesaro (amo anche i loro fans). Ma i tifosi di Trieste sono diversi. 

Mi manca entrare in palazzetto, in un mare rosso. Amavo camminare in città con la gente che in modo così caloroso augurava a Chris buona fortuna per la partita. Il mio più bel ricordo è quando salii su un bus di tifosi per andare a Cremona a vedere una partita di playoffs. Normalmente non è facile stare assieme ai tifosi quando sei la moglie di un giocatore. Siamo onesti, nessun giocatore può mantenere un rendimento eccellente per tutte le partite, e quindi giustamente qualche volta i tifosi potrebbero essere un po’ arrabbiati con tuo marito.

Invece, non ho mai avuto quella sensazione, nemmeno durante le peggiori partite di Chris. Anzi, in quei momenti sentivo ancora più supporto. L’atmosfera che voi tifosi create per i vostri giocatori è unica e bellissima, ed è qualcosa che posso definire come un tratto della personalità triestina. 

Da quando abbiamo lasciato Trieste ho seguito la squadra, la nostra squadra (posso dirlo pubblicamente, dal momento che Chris non ha ancora firmato per nessuno quest’anno). L’ultima stagione è stata una delusione per tutti. Ho svegliato Chris la notte che ho scoperto che Trieste era stata retrocessa. Ero incredula, ero triste, ma più di tutto mi dispiaceva per i tifosi. Entrambi ci sedemmo a casa nostra, scioccati per la notizia, ma questo è lo sport. Il flusso e riflusso, l’andamento ritmico e ciclico della pallacanestro ti mette su una montagna russa di emozioni.

La nostra famiglia non è esente dalla pressione e dalle delusioni, se parliamo di basket. Ma noi resistiamo, sempre: come voi. So che Trieste resisterà, anche se so bene che è dura. 

Ho iniziato a giocare a pallacanestro a 9 anni, e da allora ho imparato che, per quanto il basket possa pesare sulle tue emozioni, la pazienza e coerenza sono la chiave. Coerenza significa mostrare pazienza e continuare a supportare la tua squadra. Lo so, è più facile a dirsi che a farsi, ma per migliorare bisogna avere coraggio! Queste sono le cose che ora insegno a mio figlio, che ha deciso di voler giocare a pallacanestro, intendo giocare veramente a pallacanestro.

Credetemi, da tifosa della carriera di mio marito, coerenza e pazienza sono state fondamentali! Dal quando fu squalificato per aver preso le medicine per la sclerosi multipla, all’ultima partita a Pesaro quando dovevamo vincere per evitare la retrocessione, o alle innumerevoli volte in cui sono rimasta imbambolata davanti al telefono leggendo di playmaker che firmavano prima di mio marito senza capire il perché. I momenti negativi possono colpire duramente, ma di nuovo: questo è lo sport.

Ed è per questo che amiamo questo gioco. A tutti piacciono le squadre che hanno una marcia in più perché attraversano momenti difficili ma trovano il modo di ribaltare la situazione e tornare a prosperare. E le vittorie così sono più belle! Per cui, mentre affrontate la tempesta a Trieste, sappiate che io faccio il tifo per voi e con voi – insieme. Quando i tifosi triestini sono uniti è come se ci fosse un sesto uomo in campo: la passione di tutti voi alimenta la squadra, basta che lo chiediate a Chris.

So che ti rivedrò presto, Trieste! E quando lo farò, so che ci sarà una storia di rivincita della Squadra-Vicina-Al Mare che varrà la pena raccontare in un libro!

Con l’amore di sempre,

Erin Wright

PS. Qualcuno tifi per me alla partita domenica! La guarderò!

English version

Dear Trieste,

     Ciao famiglia! I feel like I can call you family. Remember me? So much time has passed, but I think a few of you may remember. It’s been 4 seasons since my husband wore a Trieste jersey and 2 seasons since he played in the gym. But not a day goes by without Trieste in my heart. 

     A lot of people ask what city is our favorite to live in and my answer is always Trieste. The sea, the views, the traditions, the basketball, but especially the people. 

The people are what made me want to wander up and down the hills to the centre. The people made me feel comfortable living thousands of miles away from my friends and family, the people reminded me of myself at games – cheering and sometimes correcting the refs. But most of all, the way the people of Trieste supported my husband and his team will forever warm my heart. 

     Chris has played professionally for 12 years so far and if you know me, you know I try to go to all the games, I study the opponent, and I coach from the stands – even if no one listens. Out of all the teams we’ve played for, Trieste fans are my people. No disrespect to any other club fans, because I know I will receive a message from Reggio Emilia and probably Pesaro (who’s fans I love as well). But Trieste fans are different. 

     I miss entering the gym, into a sea of red. I loved walking through the city and people excitedly wishing Chris luck for the next game. My fondest memory was getting on the bus to drive to Cremona for the playoffs with a group of fans. Normally, it’s uncomfortable to be around fans as a basketball wife. Let’s be honest, no player has an excellent performance after every game – so rightfully so, fans may be upset with your husband at times. 

     But, I never felt that way – even when Chris had games that weren’t great. I felt more support at those times. The atmosphere you create as fans for your players is unique and wonderful and something that I can only call a Triestini personality trait. 

     Since we left Trieste, I have followed the team – our team (I can say this publicly, because Chris hasn’t signed to a team yet this season). Last season was a disappointment for everyone. I shook Chris out of his sleep the night I found out Trieste was relegated. I was in disbelief, I was sad, but most of all I felt for the fans. We both sat in our apartment – shocked from the news, but this is sports. The ebb and flow, the rhythmic pattern of basketball will take you on an emotional rollercoaster. 

     Our family is no stranger to pressure and disappointment when it comes to basketball. But, we always preserve – like you. I know Trieste will preserve. I also know it’s tough. 

      I started playing basketball at 9 and since then I’ve learned that as emotional as basketball can be – patience and consistency is the key. Consistency in showing support and patience with your team. I know, this is easier said than done. But in order to get better is to show up! These are the things that I now teach my son, who decided he wants to play basketball – I mean really play basketball. 

     Trust me, as a fan of my husband’s career – consistency and patience has been key! From the time he was suspended for taking medicine for his multiple sclerosis, the last game of the season in Pesaro where we needed a win or we would’ve been relegated, or the countless times I hovered over my phone watching point guards sign before my husband and not understanding why. The negatives can hurt so badly, but again this is sports.

     And this is why we love the game. Everyone loves a team with a chip on their shoulder – who’s been through hard times, but finds a way to turn it around and thrive. That’s why wins feel so great! So while you weather the storm Trieste, know I’m rooting for you and with you – together. When Trieste fans are united it is as if there is a 6th man on the court – the passion from you all fuels the team – just ask Chris.

     I know I will see you soon Trieste! And when I do, I know there will be a comeback story about the team by the sea that is book-worthy! 

With love, always,

Erin Wright

PS. Someone cheer for me at the game on Sunday! I will be following it!