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Il momento delle scelte

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Ormai ci siamo: giovedì sulla Serie C, o Lega Pro, se preferite, calerà il sipario: Padova? Alessandria?, francamente poco importa, se non in proiezione delle solite chiacchiere tipo: “Meglio che vada via il Padova, così non ce lo ritroviamo davanti… Che restino anche loro in Serie C, così imparano a lamentarsi dei nostri gol… Se va su l’Alessandria, si risparmia una trasferta lunghetta…Se i piemontesi perdi, magari non saranno nemmeno nel nostro girone… “

“Bepi” Pillon

Ogni stagione, bisognerebbe ricordare, fa sempre storia a parte: lo abbiamo sperimentato quando, perso il play-off con il Pisa, ci si aspettava una successiva cavalcata vincente e invece… L’uscita di scena della Triestina dagli spareggi poteva far intendere che, una volta sbollita la delusione e le arrabbiature, la società si sarebbe rimessa immediatamente al lavoro per sfruttare anche quei giorni in più per prendere decisioni, a cominciare dalla guida della squadra. Sappiamo che c’è un allenatore, Gautieri, a libro paga, ed un altro Pillon contrattualizzato: ma probabilmente, se si potesse dare un colpo di spugna e cancellarli entrambi, alla società non dispiacerebbe, come del resto Mauro Milanese non ha fatto certo mistero, rimandando ogni decisione a dopo l’intesa con il presidente Biasin che sembrava piuttosto seccato di certi commenti successivi all’eliminazione per mano della Virtus. Ma la presentazione del progetto del futuro insediamento in quel di Chiarbola ha spazzato ogni possibile remora “australiana” sugli investimenti in Triestina: certo, considerato i dieci e forse più milioni da investire, è presagibile che per le cose più specificatamente calcistiche, magari ci sarà qualche investimento meno consistente del prevedibile. In questo senso, per esempio, si possono interpretare le parole di Mauro Milanese quando afferma che la base della squadra del prossimo anno c’è già e che bastano solo dei ritocchi per renderla competitiva. E’, ovviamente, sul significato di competitiva che si dovrebbe aprire la discussione.  Se competitiva vuol dire andare in campo per giocarsela con tutti ad un livello passabile possiamo essere pienamente d’accordo. Se competitiva dovesse riferirsi al vertice del campionato da conquistare e mantenere fino in fondo – condizione unica nella prossima stagione per salire nella categoria superiore, visto che dovrebbero esserci solo tre retrocessioni dalla Serie B e quindi altrettante promozioni dalla C –  allora di dubbi ne verrebbero parecchi, visto che la base di questa squadra, appesantita anagraficamente da un anno in più, non è che abbia fatto gran bella figura nel torneo passato.

Pablo Granoche (classe ’83)

Ad occhio, sono una trentina i contrattualizzati e quasi la metà dei giocatori, a leggere la carta d’Identità, è nata tra l’83 di Granoche e l’89 di Struna e Ligi e quasi tutti (Lambrughi, Lepore, Offredi, Ligi, Sarno, Litteri, Lopez) erano titolari nell’ultima parte di stagione. Certamente, l’esperienza non guasta mai ma di base, se di questi esperti ne hai uno per reparto, può anche essere sufficiente. Già più comprensibile se la base dovesse esser nativa degli anni ’90 (sono un’altra dozzina) ma allora di ritocchi – ammesso di non rinnovare per anzianità alcuni contratti e di risolverne altri per non raggiunti obiettivi – ce ne sarebbero da fare davvero tanti.
Certo si potrà osservare che un anno di differenza, sullo spartiacque dei decenni, non è gran cosa e che bisogna tener conto soprattutto dello stato fisico dei singoli: giuste osservazioni, ma gli infortuni della scorsa stagione dovrebbero far riflettere sempre prima delle conferme.
Quello che manca sono i nativi del secondo millennio: per giocare, devono essere più forti di quelli che passano per titolari e, guardando indietro, la realtà dice che in maglia alabardata non ce n’erano.

Gira, gira, però, si torna sempre al punto centrale: prima di parlar di giocatori, bisogna risolvere il nodo allenatore. Tutti ricordano che mezz’ora dopo aver perso la finale play-off con Pisa, Milanese aveva riconfermato Pavanel che, saputolo in sala stampa, non sembrò proprio tanto convinto. Il silenzio su Pillon, che potrebbe esser motivato come logico se la società gli conferma la fiducia visto che è sotto contratto (come Gautieri) fino a fine della prossima stagione, potrebbe far pensare che più d’un dubbio stia roteando nella testa di Milanese.

Allora, aspettiamo ancora qualche ora, lasciamo che Alessandria e Padova risolvano la questione promozione, poi dovranno arrivare le prime notizie: le altre formazioni sono al lavoro già da tempo, molte hanno cambiato l’uomo in panchina per cui, anche pensando di averne bisogno, non è che ci siano molti tecnici liberi. Poi inizierà la ricerca dei giocatori: cosa buona sarebbe affidare all’allenatore la squadra al completo, senza aspettare gli ultimi giorni dei saldi…