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Provare a superare l’emergenza

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Di tutto avrebbe bisogno la Triestina, meno che giocare partite ogni tre giorni: ma il calendario non ammette deroghe e le partite rinviate vanno recuperate al più presto, altrimenti le classifiche raccontano situazioni non in linea con la realtà. Realtà, purtroppo, che vede la squadra di Bucchi relegata nelle posizioni di fondo, lontanissime da quella vetta dove Padova e Pro Vercelli continuano a vincere e a tenere a distanza le inseguitrici. Certo siamo all’inizio della stagione quindi c’è tutto il tempo necessario per riallinearsi ad aspettative e programmi: ma, va detto, ogni giornata di gioco che passa senza effettuare anche un minimo recupero è persa irrimediabilmente.
Triestina, quindi, in affanno: inutile nascondere i tanti problemi della formazione alabardata, problemi di cui anche il vertice societario ha preso coscienza, tanto che è intervenuto pesantemente nelle ultime ore di mercato nel tentativo di raddrizzare la situazione. Probabilmente nella decisione ci dev’essere anche lo zampino di Cristian Bucchi che, dopo un mesetto di preparazione ed il primo impatto con le partite di Coppa e di Campionato deve aver sottolineato l’impossibilità, in quelle condizioni, di puntare agli obiettivi chiesti dalla società.

Capitan Lopez

Però, con la rivoluzione della rosa, oltre agli arrivi ci sono state anche partenze, va messo in programma anche un periodo di ricondizionamento e di ri-preparazione inevitabile. Quindi ci vuole un graduale ritorno alla normale efficienza, ricordando che la fretta è una brutta consigliera. Mettere da parte, almeno per un poco, le voglie di strafare e concentrarsi sull’immediata necessità di non fermarsi in classifica ma progredire, piano, ma progredire.
Quello che magari non era previsto è la serie interminabile di infortuni e di indisponibilità: se non è da record, ci avviciniamo. Fortuito quello di Calvano, forse clinicamente più prevedibili quelli di Petrella e del giovane “lungagnone” Coppola, inspiegabili le ricadute continue di Litteri, da capire quelle di Sarno e Ligi mentre almeno procaccio sembra uscito dai problemi ma ancora in fase di recupero di forma pieno. Capita, ovviamente, che gli infortuni, come le squalifiche, in un campionato arrivano ed in quest’ottica vanno visti i malanni di Giorico e Gomez, due che hanno tirato sempre la carretta, quindi un affaticamento è più che plausibile, o di Capela, colpito duro in campo. Meno plausibile la squalifica di De Luca che, per prendersi tre giornate, deve aver azionato a lungo la lingua, oltre ad aver commesso un fallo inutile.

Cristian Bucchi

Lunga premessa per sottolineare come la squadra sia in assoluta emergenza di materiale umano per il recupero con la Juventus U23: salti mortali per mettere assieme la formazione più valida che, comunque, non sarà certo quella che forse Bucchi avrebbe in testa per dare la scalata alla classifica e portar fuori dalle secche la sua squadra. Certo che anche il mister, come i giocatori, dovrebbero trovare un pizzico di tranquillità in più per superare il momento delicato e la probabile insofferenza, auspicabilmente momentanea, del vertice societario.
Due parole sull’avversaria di turno: questa Juventus U23, unico esempio di seconda squadra delle società della massima serie, è affidata a Lamberto Zauli, nella sua breve storia ha conquistato anche la Coppa Italia di Serie C e, ufficialmente, sarà la prima volta che s’intreccia con l’Alabarda: in effetti, se ricordiamo bene, ci fu un’amichevole qualche stagione fa ma, la diversità di girone, non ha mai più fatto incontrare le due squadre. La formazione, che gioca sul “mitico” quanto anziano terreno del Moccagatta di Alessandria,  raccoglie tantissime buone speranze della formazione maggiore che – casualmente – scenderà in campo a La Spezia appena i suoi “under” avranno finito l’impegno con la Triestina: ragazzi molto giovani, talentuosi, ma forse con il pensiero che spinge a guardare a possibili chiamate nella società madre che altro. Squadra piuttosto “multinazionale” ha il vantaggio di non aver obiettivi assoluti, se non quelli di valorizzare i giocatori più interessanti. Difficile, quindi, confrontarsi con una formazione che non dovrebbe avere grossi problemi mentali se non quelli di giocarsi la partita.

Tutt’altra atmosfera in casa alabardata con Bucchi che, come fatto a Padova, sembra orientato ad un modulo con tre difensori e cinque a centrocampo, semprechè abbia la possibilità di utilizzare giocatori che interpretino al meglio la nuova disposizione. Davanti ad Offredi, quindi, dovrebbero giocare Volta, Negro e Lopez, più avanti Rapisarda e Galazzi sulle corsie con Giorno a far da perno, Angiulli e Crimi con il compito di supportare Trotta e Di Massimo, i superstiti del reparto avanzato, con l’alternativa di Procaccio, Iotti e Paulinho, un po’ scomparso dall’orizzonte.
Occasione per vedere, malgrado l’emergenza, qualche progresso accennato a Padova, ma ancora da supportare con il miglioramento della condizione fisica dei nuovi. Poi, dietro l’angolo, c’è subito un altro faticoso impegno casalingo con il Lecco, formazione ambizioisa e impegnativa.