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Retromarcia.

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La Triestina torna sull’ottovolante: si era ripresa, scalando un po’ di classifica,ma a Renate torna quella squadra impacciata e poco lucida che sbaglia l’approccio alla partita, va doppiamente sotto, poi non riesce ad esser competitiva, tanto che il Renate nemmeno si preoccupa di attaccare, si adegua al ritmo, controlla. Se non ci fosse stato il sussulto ad un quarto d’ora dal termine con il colpo di testa di Ligi, la partita non avrebbe avuto nemmeno gli ultimi sussulti di una Triestina che ci ha provato e, alla faccia dell’andamento della partita, ci è andata vicino con la girata in mischia di Gomez uscita davvero di poco.

Purtroppo, non c’è verso di far cambiare definitivamente il carattere degli alabardati che soffrono in attacco, dove di palloni proprio non ne arrivano, e se si fanno infilare in difesa, ecco che tutto il resto, tutte le buone intenzioni, vanno a farsi friggere.

Stavolta è bastato un quarto d’ora scarso per compromettere la partita: un uscita di Martinez di pugno, che sfiora la palla e la fa alzare proprio sulla testa di Galuppini che nel periodo è baciato dall’ispirazione e timbra il sesto gol consecutivo, per poi sparire in pratica dalla partita. Poi ci si mettono anche i due centrali, Negro e Ligi, che su un cross teso dal fondo, permettono a Maistrello di inserirsi indisturbato e toccare di un niente per far rotolare la sfera sul palo lontano, fuori dalla portata di Martinez.

In pratica, partita finita, perchè, da questo momento c’è davvero poco da dire: Renate in controllo, Triestina che non riesce proprio ad ideare qualcosa di buono, tanto che di conclusioni alabardate, per trovarne una, bisogna riavvolgere il film della partita per trovare quel colpo di testa di Negro che il portiere Drago riesce a deviare proteggendo, in quel momento, il primo vantaggio.

Non ci sono idee – per carità, nemmeno sul fronte dei padroni di casa – per cui la partita è fatta da un batti e ribatti che non porta a sbocchi, verso le rispettive aree, quasi in attesa che il controllo arrivi al fatidico novantesimo. La Triestina non ce la fa proprio a imbastire qualcosa di buono fino al colpo di testa di Ligi che la ravviva per un finale perlomeno più attivo e che, come detto, potrebbe portare anche ad impattare la partita se Gomez, come sempre generoso, avesse avuto la mira appena migliore.

Continua, insomma, l’anonimato di un cammino troppo incerto per poter riemergere con convinzione: il campionato è ancora lungo, certamente, ma intanto le occasioni continuano ad esser gettate al vento.