tsportinthecity

Seconda amichevole, prima vittoria

Tempo di lettura: 4 minuti

Seconda uscita in questa pre season ricca di novità per la Pallacanestro Trieste. L’amichevole di Monfalcone contro gli ormai tradizionali sparring partner di Kapfenberg -formazione della massima serie austriaca che schiera tre americani- arriva dopo una decina di giorni di intensi allenamenti atletici e dopo una settimana dal primo scrimmage contro i Cougars di BYU: stavolta la benzina nelle gambe è in effetti sufficiente ad arrivare stremati ma lucidi ai concitati istanti finali del match. Le indicazioni tecnico tattiche, invece, continuano ad essere del tutto parziali e provvisorie, dal momento che anche contro gli austriaci coach Christian è costretto a rinunciare a Bossi e Reyes, ai quali si aggiunge per l’occasione anche Eli Brooks. Nulla di preoccupante per il play triestino e la guardia americana, tenuti entrambi a riposo a esclusivo titolo precauzionale, con l’intenzione di tornare a schierarli a Lignano nel fine settimana contro Forlì ed una fra Vigevano e Cividale. Con tre giocatori fondamentali fuori dai giochi, il coach è nuovamente costretto a vorticose rotazioni, un po’ per preservare l’integrità fisica dei suoi uomini (umidità, terreno scivoloso, poca preparazione fisica mettono a rischio muscoli ed articolazioni), un po’ per sperimentare quintetti di ogni tipo, ed anche per concedere minuti veri ai giovani aggregati, da Rolli ad Antonio ed Obljubech i quali rispondono con autorità e sicurezza dimostrando di poter sopperire ad eventuali quanto malaugurate assenze di qualcuno dei senior nel corso della stagione. Fatti i conti finali, e non è un caso, i soli Filloy e Ruzzier superano di poco i 30′ di impiego. Rotazioni sperimentali che di conseguenza non possono ancora svelare nessuna delle novità tecniche annunciate e tanto attese. Al di là delle quasi quaranta conclusioni da tre (nella passata stagione raramente si raggiungevano i venti tentativi da oltre l’arco, quasi mai si raggiungevano i 25), quello mostrato a Monfalcone è ancora un basket tradizionale, con giochi semplici e tradizionali, un po’ di contropiede nato da una difesa piuttosto aggressiva -piacciono in particolare i blitz sul perimetro per raddoppiare gli esterni sia di Candussi che di Vildera, piacciono meno i mancati tagliafuori a rimbalzo difensivo- con qualche errore di troppo negli appoggi al vetro da sotto e tante forzature generate essenzialmente da una amalgama ancora di là dall’essere perfezionata. Ma anche qualche sprazzo, sempre più lungo e continuo, di pallacanestro godibile, specie quando a dettare i ritmi alla squadra sono Ruzzier e Filloy.

Ancora una volta i pezzi pregiati in biancorosso dimostrano di poter fare, eccome, la differenza in A2: Michele e Ariel sono oro zecchino a disposizione del coach. Stavolta Campogrande si fa preferire a Ferrero in quanto a realizzazioni, ma entrambi si dannano l’anima in difesa e comunque l’ex capitano di Varese chiude con oltre il 42% totale al tiro. Se ci fosse ancora qualche residuo critico dubbioso sulla reale motivazione di giocatori di classe superiore ed esperienza infinita di calarsi nella classe operaia, farà meglio a cambiare opinione. Al di là dell’atteggiamento di impegno totale, alla fine sono loro, grazie al saggio periodo di riposo concesso prima dei minuti finali, a chiudere il match tenendo a distanza avversari tornati pericolosamente sotto nel punteggio dopo 36 minuti passati ad inseguire, con giocate intelligenti e tecnicamente eccellenti. E francamente non potrebbe che essere così.

Trieste chiude con 4 giocatori in doppia cifra, qualche sofferenza sotto canestro dove i soli Candussi e Vildera devono fare generosamente a sportellate, giocare spalle a canestro, lanciarsi a rimbalzo dimostrandosi in ultima analisi poco consistenti non certo per capacità tecniche, chili o centimetri, ma proprio perché il reparto è numericamente piuttosto sguarnito. La prestazione dei due lunghi biancorossi è comunque solida, e l’impressione è che in una categoria come quella che Trieste si appresta ad affrontare potranno essere più che sufficienti. L’aggiunta di Reyes, inoltre, riequilibrirà l’assetto della squadra anche nel pitturato: il portoricano, anche se non si può definire un lungo di ruolo, può comodamente giocare da quattro ed all’occorrenza anche da cinque, è un grande rimbalzista ed è in grado di seminare il panico in area attaccando il ferro anche a difesa schierata o sfruttando il pick and roll. Non resta che attendere il suo arrivo: Trieste lo accoglierà, presumibilmente, in perfetta forma e non particolarmente stanco, dal momento che il suo impiego in Nazionale finora non ha superato i 4 minuti a partita.

Superato il weedend a Lignano, I biancorossi saranno attesi da un’altra decina di giorni di intensi allenamenti sul percorso di avvicinamento ai primi impegni ufficiali, che li vedranno affrontare a metà settembre in Supercoppa prima Cividale e poi Udine. Anche in questo caso, risultato che conta poco in senso assoluto (anche se una vittoria in un derby ha valore doppio per i tifosi anche nel trofeo del dopolavoro) ma che avrà dirette ripercussioni sulle ultime settimane di campagna abbonamenti, in un senso o nell’altro.