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Unione più forte del terreno infame: Fiorenzuola battuto 2-1

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Triestina-Fiorenzuola: 2-1 (48′ Lescano (T), 64′ Bondioli (F), 74′ Vallocchia (T))

Triestina (4-3-3): Matosevic, Anzolin, Struna, Moretti, Germano (46′ Ciofani), Vallocchia, Correia, Celeghin (72′ Pierobon), D’Urso (20′ El Azrak), Lescano (87′ Rizzo), Adorante (46′ Redan)

Fiorenzuola (4-3-3): Sorzi, Bondioli, Potop, Oddi, Stronati (85’Ceravolo), Nelli (77′ Di Quinzio), Di Gesù (77′ Beretta) , Anelli (77′ Omoregbe), Alberti, Gonzi (52′ Morello)

Arbitro: Catanzaro di Catanzaro; Assistenti: Rizzello di Casarano e Nechita di Lecco

Ammoniti: Stronati (F), Vallocchia (T)

Note: terreno in condizioni indecenti, pubblico attorno ai 4000 presenti, temperatura gradevole.

Alla fine il protagonista non invitato della sfida fra Triestina e Fiorenzuola è il terreno del Rocco: al di là del risultato, della qualità del gioco, dell’aspetto tecnico, un fondo così disastrato, che costringe i giocatori a destreggiarsi più come hockeisti che come calciatori, è indegno di uno stadio del genere, di una società così ambiziosa e di una stagione che si annuncia perlomeno divertente. A rimetterci un arto è Christian D’Urso, accompagnato al suolo da una zolla mobile, ma giocare su questo terreno equivale ad una roulette russa e prima o poi l’infortunio potrebbe capitare a chiunque.

Detto questo, non è valutabile quanto le verdi sabbie mobili abbiano influito su una prestazione alabardata che solo nel primo tempo fa registrare qualche passo indietro rispetto alle ottime prove contro Vicenza e Legnago. Davanti ad un Fiorenzuola invischiato nelle zone basse della classifica che fa di tutto per rallentare il gioco, spezzettare l’azione, prendersi ogni singolo secondo per rifiatare e far passare tempo prezioso, ma che è anche bravissimo a tenere sempre in apprensione la difesa dell’Unione con improvvise folate in contropiede, la formazione rossoalabardata ci prova, pressa, è totale padrona del centrocampo dove Correia giganteggia, ma è sempre imprecisa in area (quando ci arriva), approssimativa nelle rifiniture, addirittura innervosita dai frequenti errori che fino ad una settimana fa erano invece assist. Ma l’Unione ha solo il problema di sbloccarsi per scardinare il piano partita degli ospiti lombardi: quando ad inizio ripresa passa in vantaggio non molla più l’iniziativa e la sua azione diventa a tratti arrembante, perchè approfitta della necessità del Fiorenzuola di alzare il baricentro alla ricerca del pareggio lasciando liberi spazi che nel primo tempo erano totalmente intasati. Commette l’errore (veniale) di sentirsi toppo sicura dei propri mezzi sottovalutando la capacità del Fiorenzuola di sfruttare ogni suo errore trovando anzi il modo di azzerare il vantaggio alabardato approfittando di una pigra chiusura difensiva alabardata. Ma nei secondi quarantacinque minuti è davvero un’altra Unione, nonostante lo scandalo di un manto progressivamente sempre meno praticabile. Il pareggio ospite non la scalfisce, continua a costruire e creare, ma anche a sprecare troppo in fase conclusiva e dunque a non riuscire a chiudere una partita che dimostra quanto falsa sia la classifica della squadra lombarda, che non smette mai di provarci specie dopo gli ultimi cambi che le fanno assumere un assetto decisamente più offensivo specie con l’ingresso di Omoregbe. Ma quella alabardata è una squadra tosta, che sa soffrire senza cedere, subire senza soccombere, trovando comunque il modo di reagire e trovare contromisure strada facendo. In ultima analisi, è una squadra, dotata di una guida tecnica che con i cambi di inizio ripresa (l’ingresso di Redan e Ciofani) cambia letteralmente il volto alla partita. Ma è una squadra dotata anche di individualità da categoria superiore, a cominciare da un Correia che davanti alla difesa è una diga ma non si limita ad interdire essendo dotato di grande capacità in fase di costruzione di gioco, per proseguire con un Lescano che trova il modo di trasformare in pericolo qualunque pallone toccato, un Matosevic che rivela riflessi clamorosi nell’unica azione nella quale viene chiamato a rispondere da par suo.

La Triestina sfrutta questi tre punti al fine di rimanere in scia ad un sorprendente Mantova in attesa dell’attesissimo derby fra Padova e Vicenza. Ora non resta che vedere quali saranno le decisioni sulla praticabilità del campo, soprattutto in vista dell’inizio della brutta stagione. La Triestina e le articolazioni dei suoi giocatori (ed oggi anche dell’arbitro) non meritano uno scempio del genere, tutto sommato meglio il doloroso esilio di Fontanafredda.

La cronaca:

All’8′ Unione pericolosa: galoppata sulla destra di Germano, cross per la testa di Adorante che in tuffo anticipa i difensore ma mette il pallone di poco alla sinistra del palo a portiere battuto. Al 20′ si ferma D’Urso, probabilmente scivolato da solo sul terreno infido, il centrocampista deve essere sostituito con El Azrak. Al 25′ ci prova Lescano da fuori area, la sua bordata rimbalza poco davanti al portiere Sorzi che non può far altro che respingerla in tuffo. Con il passare dei minuti gli ospiti si rifugiano progressivamente nella loro metà campo badano esclusivamente a difendersi e cercare di ripartire in contropiede. Al 45′ ci prova il Fiorenzuola con Oddi, che prova un tiro a giro da fuori area dalla sinistra che si spegne sul fondo alcuni metri sulla sinistra di Matosevic. Un minuto dopo altro tiro da fuori di Stronati, che Matosevic stavolta è costretto a respingere di pugno.

Già all’inizio della ripresa Tesser decide che che è ora di cambiare: inserisce da subito Redan e Ciofani. Mossa che si rivela vincente: al 48′ una sfuriata sulla destra di proprio di Ciofani frutta un cross precisissimo a centro area, dove irrompe Facendo Lescano, che di petto, da dentro l’area piccola, devia il pallone in fondo alla rete. La Triestina continua a provarci: in rapida sequenza i tiri da fuori di Celeghin e di Vallocchia sono pericolosi ma finiscono entrambi fra le mani di Sorzi. Al 53′ Lescano si impossessa del pallone al termine di una mischia e cerca la bordata in diagonale, ma il suo tiro sfiora il palo sinistro si spegne sul fondo. Al 60′ una parata di Matosevic vale un goal: la violenta girata da pochi passi di Morello sembra destinato al fondo della rete ma il portiere alberato riesce ad intercettare il pallone con una reazione d’istinto. Il pareggio, però è solo rimandato: un minuto dopo Bondioli raccoglie tutto solo il cross di Morello, anticipa Moretti e incorna precisissimo alle spalle di Matosevic. Tutto da rifare. Al 65′ Struna colpisce di testa da calcio d’angolo ma la sua conclusione finisce alta sulla traversa. Ci prova ancora in contropiede il Fiorenzuola al 74′: il tiro di Anelli viene parato a terra da Matosevic. Al 75′ goal della Triestina: una fuoriosa mischia in mezzo all’area viene risolta da Facundo Lescano, che sposta il pallone quel tanto che basta per permettere a Vallocchia di prendere la rincorsa a scaraventare il pallone di piatto sotto l’incrocio dei pali. Al 93′ grande occasione per il Fiorenzuola, il tiro da fuori area di Omoregbe viene respinto con difficoltà da Matosevic, la ribattuta crea qualche apprensione ma viene deviata sul fondo. E’ l’ultima occasione: l’Unione controlla gli ultimi palloni lontano dalla propria area, i tre punti rimangono a Trieste.