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Trieste-Milano 71-68: la pagella dei biancorossi

Tempo di lettura: 4 minuti

Adrian Banks 7/8: a 36 anni gioca 36 minuti con la leggerezza di un ragazzino. Top scorer con 19 punti, 5 rimbalzi e 23 di valutazione. Ma la sua presenza è fondamentale al di là delle statistiche. Faro in campo, tranquillizza i compagni, specie i più inesperti con il suo sorriso disarmante. Infila una bomba di platino in transizione nel quarto periodo, difende mani addosso ai piccoli avversari. Imprescindibile

Corey Davis 6+: il suo processo di integrazione procede a vista d’occhio, una settimana di allenamento in gruppo gli permette di esibirsi in 23 minuti convincenti. Sette punti utili a ricucire un pericoloso tentativo di fuga di Milano all’inizio del secondo tempo, segnati in pochi secondi. Per il resto, dà l’impressione di essere in possesso di buona personalità e di discreta pericolosità dal perimetro. Subisce una stoppata stordente, che gli servirà da monito nelle sue prossime scorribande sotto canestro

Juan Fernandez 7: con l’arrivo di Davis può tornare a giocare più tranquillo per i minuti che il suo fisico gli permette di rimanere al top. Dotato di intelligenza cestistica con pochi pari, ha bisogno di lucidità per scatenarla. Infila una bomba alla Steph Curry dallo spogliatoio nel primo tempo, segna gli ultimi cinque punti di una partita equilibrata. In più, convince il quintetto di guastatori con lui, Davis e Banks in campo, un’arma in più per coach Ciani

Sagaba Konate 7: riecco (quasi) il giocatore della prima parte di stagione. Probabilmente superati i problemi fisici e mentali che lo hanno limitato nelle ultime settimane, è sperabile che stavolta l’apice dell’ottovolante a cui somiglia la sua stagione rimanga stabilmente in alto. Partita intensa, concentrato e con tanta voglia di essere un fattore. Tap in schiacciato da top five della settimana, difesa fisica su clienti scomodi come Tarczewski, Bentil e Biligha, raddoppi ed aiuti sugli esterni, capacità di intercettare le vie di penetrazione per posizionarsi correttamente e subire fallo. Bentornato

Lodo Deangeli 6: 10 minuti sul parquet per il mulo, meno convincenti di quanto espresso nella debacle al Paladozza. Referto lindo fatta eccezione per due falli commessi, -1 di valutazione ma anche per lui l’efficacia va valutata al di là delle statistiche: si spende in difesa al limite delle proprie possibilità, fa quel che può contro avversari che lo sovrastano fisicamente.

Fabio Mian 6/7: 27 minuti con 10 punti con il 75% da due e 7 rimbalzi per 16 di valutazione, non brilla da tre ma anche per il guastatore di coach Ciani vale il concetto di efficacia di gran lunga maggiore rispetto a quanto espresso dai numeri. Difende con una intensità ai limiti delle possibilità umane, tallona l’avversario di turno mettendogli le mani addosso, chiude le linee di passaggio, non si risparmia sugli aiuti. Gli vengono risparmiati i minuti finali (tranne l’ultima azione) per il timore di non averlo al massimo della lucidità sulle difese decisive. Mastino poco appariscente ma indispensabile

Andrej Grazulis 6-: limitato quasi subito dai falli, gioca solo 19 minuti senza incidere in attacco. E’ però un uomo in missione difensiva, e con i compagni di reparto riesce ad arginare l’onda di chili e centimetri che Milano abbatte su Trieste. Non la sua miglior partita

Marcos Delia: 6+: compensa il gap di tonnellaggio con Tarczewski e Bentil con una tecnica e un senso della posizione che ha pochi pari in Serie A. 4 su 7 da due e 7 rimbalzi di cui ben 3, fondamentali, in attacco che concedono seconde chance al tiro. Ha tempismo e senso della posizione. Litiga con il canestro dalla linea dei tiri liberi e sbaglia un paio di appoggi elementari che gli costano mezzo voto in pagella. Con Konate a questi livelli, Trieste torna ad avere uno dei più forti pacchetti di lunghi della stagione

Daniele Cavaliero 5/6: solo 4 minuti a fine primo tempo senza punti con due errori dal campo per Daniele. Non era questa la partita a lui più adatta, contro giocatori che nel suo ruolo sono troppo esplosivi soprattutto sul primo passo.

Alessandro Lever 6: quando si convincerà a non rimuginare su un’azione andata male anziché a come far bene la prossima, sarà un giocatore difficilmente arginabile, in quanto dotato di tecnica che gli permette di essere pericoloso da ogni angolo del campo. 19 minuti con una bomba importantissima segnata, finisce con -2 di valutazione ma disputa una prestazione difensiva convincente, così come l’esecuzione del tagliafuori. Investimento per il futuro intrigante, quella sul bolzanino prodotto di Grand Canyon

Franco Ciani e Marco Legovich 8: intuiscono in corso d’opera come arginare questa sorta di “Milano 2”. Compiono il capolavoro nell’ultimo quarto quando rischiano un quintetto con Banks, Fernandez e Davis a lungo insieme in campo per avere tre giocatori più agili, veloci ed efficaci nel contrastare i tiri da palleggio delle guardie avversarie, che infatti pasticciano a ripetizione nei momenti decisivi. Ancora una volta prendono la decisione giusta (ed hanno tanta fortuna) sull’ultima azione non ordinando il fallo per evitare il tiro da tre. Infine, hanno il merito di essere riusciti a fungere da defibrillatore rianimando anche mentalmente una squadra tramortita dalla legnata bolognese. Se riuscissero a mantenere alta tensione e mentalità almeno per le prossime tre partite assicuriamo il 9 in pagella.

Olimpia Milano:

Melli 7-, Grant 6/7, Tarczewski 6-, Ricci 5, Biligha 5, Hall 6/7, Baldasso 6-, Daniels 7, Alviti 6+, Bentil 6/7.

Il pubblico

Tifosi presenti all’Allianz Dome 8: pochi, troppo. Ma rumorosi e vicini alla squadra, che festeggia giustamente con loro alla fine

Tifosi assenti 3: i teorici dello streaming, spesso dotati di grilletto facile sui social, non hanno più giustificazioni. Con la squadra quarta in classifica a regalare emozioni ad ogni partita interna, tornare a popolare il Dome ai limiti della capienza non può non essere l’unica opzione