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Beati i costruttori di goal

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La cartolina di oggi proviene dalla Polonia sud-occidentale e in particolare da Opole, nell’Alta Slesia. Zona di passaggio di numerosi eserciti, nel secondo millennio è rimbalzata tra dominazioni prussiane, austriache, polacche e tedesche. Proprio cent’anni fa il 95% degli abitanti di Opole scelse la riannessione alla Germania nonostante la sconfitta nella prima guerra mondiale. Nel 1945, invece, alla fine del secondo conflitto, la Slesia passò senza eccezioni alla nuova Polonia socialista, che diede inizio a una pesante degermanizzazione, con la partenza più o meno forzosa di gran parte degli abitanti di etnia tedesca. Oggi è una moderna città di 130.000 abitanti, che conserva un bel centro storico e una sparuta minoranza di lingua tedesca, il cui figlio più famoso si è affermato proprio nel mondo del calcio: Miroslav Klose, il maggior marcatore di tutti i tempi ai campionati del mondo.
Tuttavia, la storia calcistica di Opole è un po’ meno brillante di quella del forte attaccante della nazionale tedesca. Fondata come Odra Opole nel 1945, cambiò nome in Budowlani (in italiano, Costruzione) per omaggiare l’allora importante industria cementiera locale e salì per la prima volta in Ekstraklasa nel 1953, frequentando la massima serie polacca con discreta continuità fino al 1981. Come molte delle squadre di cui parliamo, sono ben 40 anni che Opole non ritrova più la strada che porta al calcio che conta. Nel 1958 il club riprese il nome originario, che è il nome polacco del fiume Oder, ma il gagliardetto fotografato qui riporta ancora nome e stemma vecchi, visto che fu consegnato in occasione della visita al Polonia Bydgoszcz, nel secondo turno del campionato 1956. Gli ospiti furono capaci di imporsi con un perentorio 2-0, alimentando sogni di gloria, destinati poi a svanire dietro a un’ansa dell’Oder.

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