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Allianz verso la sfida con Brescia fra fiducia e preoccupazione per le condizioni di Grazulis

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Proprio nel suo momento migliore una potenziale tegola tiene l’Allianz con il fiato sospeso: pare che una infrazione al menisco affligga l’ala lettone, provocandogli dolori piuttosto intensi che non gli hanno consentito di svolgere regolarmente gli allenamenti in settimana, e che potrebbe privare coach Dalmasson di uno dei suoi uomini migliori contro la rinnovata Germani ma anche, se le terapie intraprese non dovessero dare i frutti sperati, a Milano per le Final Eight di Coppa Italia. 
La società non ha diramato alcun comunicato in merito, pertanto l’entità esatta del problema e le sue conseguenze potranno essere valutate solo nell’immediata vigilia e durante la partita contro i lombardi: dal momento che, a quanto risulta, non si dovrebbe trattare di nulla traumatico -l’unico vero problema sarebbe il dolore all’articolazione- il team e lo stesso Andrejs potrebbero decidere di sfruttare l’ottimo momento di forma rimandando ogni eventuale contromisura chirurgica, sempre che questa sia indispensabile: sarebbe perciò possibile per il lettone scendere in campo questa settimana, magari con minutaggio controllato, per poi sfruttare la pausa per la nazionale e compiere ulteriori accertamenti per poi scegliere la contromisura più adatta. 

Grazulis a parte, la squadra gode del miglior momento di forma dall’inizio della preparazione estiva: la coda dell’infezione da Covid, se è ancora presente sul fisico di alcuni giocatori, non sembra influenzarne le prestazioni atletiche in modo determinante. Ma la partita perfetta disputata a Milano, e le conseguenti tonnellate di zucchero filato che si sono riversate sulla squadra in settimana, non devono in alcun modo distrarla da quelle che sono le sue reali dimensioni qualitative, le sue potenzialità, le lacune tecniche sulle quali c’è ancora tantissimo lavoro da fare. La parola d’ordine in tutte le dichiarazioni post-Olimpia è, nauturalmente, “prudenza”: i piedi, tutti ne sono consapevoli, devono rimanere ben piantati a terra. L’illusione di onnipotenza cestistica data da un risultato che è stato celebrato come uno scudetto ma che, alla fine, ha fruttato semplicemente due punti come tutte le altre vittorie, deve donare consapevolezza nei propri mezzi ma non deve nascondere il fatto che la strada per la conquista di un buon piazzamento nella griglia playoff, o il superamento di uno o due turni in Coppa Italia, vanno ancora conquistati con costanza e duro lavoro. Anche perché, svanito del tutto l’effetto sorpresa, c’è da giurare che ormai tutti attendano Trieste approntando minuziosamente adeguate contromosse tecniche e tattiche, per cui l’Allianz d’ora in poi dovrà contare soprattutto, se non esclusivamente, sulle proprie capacità. 

In questo senso, la sfida contro la rinnovata Brescia va considerata come l’ennesima prova di maturità. I lombardi, che hanno superato l’Allianz di 12 punti all’andata interrompendo un inizio traumatico di torneo (e tarpando le ali ai biancorossi che, dal canto loro, avevano iniziato discretamente), hanno dimostrato di possedere le qualità per poter mettere in forte difficoltà gli uomini di Dalmasson, ed oltretutto si sono profondamente rinnovati in corso d’opera: da inizio dicembre Maurizio Buscaglia ha sostituito Vincenzo Esposito in panchina, avvicendamento che ha sortito un deciso miglioramento nelle prestazioni della squadra, senza peraltro incidere più tanto sui risultati (Brescia ha perso 5 delle ultime 6 partite, con l’unica perla costituita dalla prestigiosa vittoria in voltata sul campo della Virtus grazie ad un canestro nel finale del trentottenne David Moss). La Germani è intervenuta anche sul roster, tagliando Dusan Ristic e TJ Cline e firmando il pivot Darral Willis (206 cm, classe 1996: buon esordio nonostante la sconfitta con 16 punti e 12 rimbalzi alla prima uscita contro Treviso) e l’ala forte Jeremiah Wilson, americano con passaporto portoghese. Sul perimetro i maggiori pericoli arriveranno dal piccolo canadese Cherry, infallibile dalla lunetta, e dalla guardia Kalinosky, che viaggia sul 46% di media da tre. Se Drew Crawford, David Moss, Christian Burns e Luca Vitali non hanno bisogno di presentazioni per la loro lunghissima esperienza in serie A, la bella novità è costituita dal giovanissimo Giordano Bortolani, guardia del 2000 esploso proprio nel “sacco di Bologna”, sicuro prospetto in chiave azzurra. Roster, dunque, realmente temibile se gli si permetterà di innescarsi: Trieste dovrà inscenare una prestazione difensiva molto più simile a quella mostrata a Milano che a quella decisamente più pigra di tre giorni prima contro Varese, continuando nel suo percorso di rinnovamento dei giochi offensivi che l’hanno resa, oltre che efficace sia nel pitturato che dall’arco, anche un piacere per gli occhi degli esteti del basket. Infine, c’è la solita voglia di rivalsa dei due “ex” in maglia triestina: se per il Lobito, che ha sempre considerato la fine dell’esperienza bresciana come un’occasione mancata, i ricordi sono ormai stemperati da numerose stagioni ad altissimo livello, tanto da aver ben poco da dimostrare, per Tommaso Laquintana potrebbe invece essere l’occasione giusta per riprendere quel percorso di crescita che aveva fatto molto ben sperare in avvio di pre season per poi arenarsi nel periodo post Covid. 

Palla a due alle 12 (ennesima bizzarria di questo campionato già di per sé assurdo, che ha costretto la squadra a simulare il forzato cambio di bioritmo durante la settimana) con diretta su Eurosport Player.