tsportinthecity

Il pagellone dell’Allianz Pallacanestro Trieste 2020/2021

Tempo di lettura: 4 minuti

In sede di valutazione dell’operato di ogni singolo giocatore e allenatore si considerano raggiunti tutti gli obiettivi stagionali: la salvezza, la qualificazione alla Coppa Italia e la qualificazione ai playoff. I giudizi espressi tengono conto delle prestazioni, individuali e di squadra, compatibilmente a quelle che erano le aspettative ai nastri di partenza del campionato, agli infortuni che sono occorsi nell’annata e alle vicissitudini legate al COVID-19 che hanno colpito il gruppo squadra.

Andrea Coronica – È il portavoce dei tifosi e dell’intera città, con l’incarico di far conoscere il calore della piazza ai nuovi arrivati: un compito arduo che, per quanto possibile, ha sicuramente saputo portare a termine. Nei dodici scampoli di partita in cui viene chiamato in causa colma le evidenti lacune tecniche con uno spirito d’abnegazione encomiabile. Voto: 6

DeVonte Upson – A inizio stagione agisce nell’ombra, venendo spesso relegato in tribuna dallo staff tecnico. Con l’addio di Udanoh si prende spesso e volentieri la scena nei due pitturati tra schiacciate volanti e stoppate spettacolari, dimostrando anche di avere una buona mano dalla media distanza. Voto: 7

Juan Manuel Fernandez – È l’unica certezza biancorossa nel reparto creator. Con lui in campo la squadra gioca il basket più armonioso della propria annata, Delia riesce a incidere nei pressi del ferro e gli americani sono offensivamente più efficaci. Crolla fisicamente nel finale di stagione, presumibilmente stremato dalle eccessive responsabilità affibbiategli involontariamente dal deludente Laquintana. Voto: 7/8

Andrea Arnaldo – Pochi minuti, tanta personalità. Voto: 6

Tommaso Laquintana – Un pesce fuor d’acqua. Non riesce mai a entrare in sintonia con la pallacanestro proposta da coach Dalmasson, rubando l’occhio solamente con qualche palla rubata e delle belle ‘lacrime’ in corsa. Le premesse erano ottime, i risultati sono stati pessimi. Voto: 5

Marcos Delia – Si prende il posto da centro titolare a campionato in corso, spodestando con facilità Udanoh. Brilla nella parte centrale della stagione, quando la conexión con Fernandez raggiunge i massimi storici. Senza il fidato connazionale arranca e sbaglia in diverse gare più di qualche comodo appoggio a canestro; in ogni caso garantisce una discreta protezione del ferro e un senso del posizionamento d’alta scuola. Voto: 7

Myke Henry – Il più grande ‘what if’ dell’era Dalmasson. L’esplosione di Alviti e soprattutto il lungo periodo di convalescenza post-covid hanno tarpato le ali a uno dei giocatori potenzialmente più dominanti dell’LBA: con un pizzico di fortuna in più e un atteggiamento maggiormente volitivo avrebbe potuto incidere in misura superiore sulle sorti della squadra. L’andamento delle sue prestazioni è stato ondivago ma nel complesso ha sempre assicurato ottime percentuali al tiro da due punti, freddezza dalla linea della carità e un solido contributo nella lotta sotto le plance. Voto: 6/7

Daniele Cavaliero – Il flop di Laquintana l’ha costretto ad agire spesso da portatore di palla piuttosto che da tiratore puro, oscurando di conseguenza le sue capacità balistiche e mettendo in mostra tutti i limiti fisici che contraddistinguono comprensibilmente un giocatore della sua età. Le prestazioni sono state più volte insufficienti ma le attenuanti del caso e un finale di stagione in crescendo fanno scollinare la valutazione sul suo operato ben oltre la sufficienza. Voto: 6/7

Matteo Da Ros – Il suo gioco è ormai codificato e perfettamente in sintonia con quanto gli viene richiesto dallo staff. Riesce a essere molto incisivo nella metà campo difensiva e a risultare abbastanza continuo nel corso dell’intera annata; nelle parecchie partite in cui Grazulis è out per infortunio sostituisce il lettone più che dignitosamente, ergendosi a leader ‘vocale’ della squadra quando è sul parquet. Stagione della maturazione. Voto: 7

Andrejs Grazulis – Il suo infortunio al ginocchio ha di fatto interrotto il magic moment alabardato di inizio 2021 e la sua tanto rapida quanto sbalorditiva crescita tecnica. Dopo l’addio di Udanoh ha dimostrato di poter essere a tutti gli effetti un lungo moderno, capace di fare legna in entrambi i pitturati e di poter pungere in scioltezza dalla distanza sugli scarichi. Da riconfermare. Voto: 7/8

Milton Doyle – Croce e delizia. Mago del garbage time, talvolta riesce a incidere anche nei finali equilibrati. Bisogna riconoscergli il merito di aver saputo rimpiazzare, seppur sempre ’a suo modo’, discretamente sia Fernandez quando infortunato che Laquintana quando inadeguato. Voto: 6+

Davide Alviti – Il plauso va fatto innanzitutto alla dirigenza per averlo scelto, successivamente allo staff per averlo valorizzato e infine a lui per quanto ha fatto vedere sul campo. Autentica sorpresa della stagione, con la canotta biancorossa si è guadagnato la Nazionale a suon di triple e rimbalzi. Chiude l’annata con delle prove opache, a testimonianza del fatto che il suo status sia ancora quello di specialista e non di giocatore totale, ma questi piccoli intoppi non possono gettare particolari ombre sul campionato, a tratti straordinario, del ciociaro. Voto: 8

Ike Udanoh – Una delusione pazzesca. Doveva essere il colpo da novanta dei biancorossi e invece si è rivelato, alla pari di Laquintana, il peggior acquisto della stagione giuliana. Voto: 5

Eugenio Dalmasson – Conduce la squadra al raggiungimento sia dell’obiettivo prefissato (la salvezza) che dei traguardi solamente auspicati (qualificazioni alla Coppa Italia e ai playoff). Nella parte centrale del campionato Trieste vince a ripetizione giocando un basket che può non piacere ma che cerca di valorizzare al massimo tutti i giocatori a disposizione. Qualche passaggio a vuoto inevitabilmente c’è stato, ma se l’annata appena conclusasi può considerarsi una delle migliori della storia della Pallacanestro Trieste buona parte del merito è sua. Voto: 7

Franco Ciani e Marco Legovich – Oltre all’enorme contributo che hanno dato alla squadra lavorando nell’ombra dell’head coach è stato possibile apprezzare il loro operato anche a occhio nudo tra i nuovi schemi sulle rimesse e le difese a zona proposte dai biancorossi nel corso della stagione. Voto: 7