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Il fortino del Palaverde è espugnato: luci (moltissime) ed ombre (poche) del raid triestino nella Marca

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Il recupero del recupero della quindicesima giornata del girone d’andata finisce 88-94 per la squadra di Ciani, cinica nell’approfittare della scarsa lucidità di Treviso nei momenti decisivi.

Un’Allianz ancora limitata nelle rotazioni per l’assenza del playmaker titolare e di un puntello sotto canestro fa di necessità virtù, si ricicla con soluzioni tecnico tattiche che sembrano più un tampone (nel senso di chiusura di una falla…. di questi tempi meglio specificare) che una evoluzione di una filosofia di gioco andata perfezionandosi con il procedere della stagione, e gioca per infierire sulle lacune di una Treviso priva del suo giocatore migliore – Henry Sims è ancora fermo ai box nel post Covid – ed affaticata per non essersi potuta allenare con continuità nelle ultime due settimane dovendo comunque disputare partite a ripetizione. Al Palaverde era chiaro da subito che avrebbe vinto la squadra che fosse riuscita ad assecondare i propri problemi gettando il cuore oltre l’ostacolo, un po’ come la stessa Treviso era riuscita a fare domenica scorsa a Pesaro. In una partita dal lunghissimo e drammatico finale, in cui la lucidità e sangue freddo sono le discriminanti, riuscire a non arrivare stremati alle azioni decisive costituisce la differenza fra la vittoria e la sconfitta: Treviso sbaglia un paio di liberi dall’importanza incalcolabile, perde in modo banale il pallone nell’azione che avrebbe potuto portarla addirittura sul -1 con una decina di secondi da giocare dopo essere precipitata a -8 a 58 secondi dalla fine, non pensa nemmeno al tiro da tre nell’ultima azione finendo con la palla in mano. Non che Trieste, dal canto suo, sia arrivata sul rettilineo finale particolarmente brillante dal punto di vista delle scelte: sopra di 9-10 punti con gli avversari alle corde e dunque costretti a forzature da tre con meno di cinque minuti da giocare, commette due falli tecnici ed un antisportivo, e ricorre inspiegabilmente al fallo a metà campo fermando l’attacco avversario nei primi dieci secondi di ogni azione, con il risultato di subire due punti quasi sicuri a cronometro fermo. Non esattamente un manuale di come mettere in cassaforte una partita ormai già vinta.

Lucidità ed esperienza le chiavi del successo

Lucidità, dicevamo. Ma per vincere queste partite diventa fondamentale anche un’altra qualità, di cui la Trieste di quest’anno è dotata in abbondanza: serve esperienza. Ecco allora che il clamoroso +63 di valutazione in due accumulato da Marcos Delia e Adrian Banks, glaciale e concentrato il primo, un animale che si nutre di pressione ed ambienti difficili da trasformare in energia aggiuntiva il secondo, è l’esatta sintesi di ciò che serve per vincere partite in condizioni difficili. L’argentino è chiamato agli straordinari dalla ormai perniciosa abulia del collega di reparto Sagaba Konate, partito in quintetto e sostituito dopo neanche tre minuti. E’ ovviamente avvantaggiato dall’assenza di Sims, sebbene subisca la sorprendente ed inattesa vena di Jones nel primo tempo (20 punti, di cui 15 nei primi 20 minuti, e 31 di valutazione per il centro di riserva di Treviso) non si deconcentra né si demoralizza, e durante la quarta frazione porta a scuola di basket i lunghi avversari, dallo stesso Jones a Chillo ed Akele, con gran senso della posizione cattura rimbalzi in attacco trasformati in seconde e terze chances, è quasi perfetto dalla lunetta. Per il riccioluto pistolero, invece, gli aggettivi sono esauriti. Non sa di avere 35 anni, del resto è sempre stato un maestro nel gestire le proprie energie, azzanna in difesa rubando palloni di importanza incalcolabile, colpisce da tre quando sente l’odore del sangue, innesca i compagni con precisione e continuità. Commette un paio di ingenuità nel concitato finale (tenta un entrata solitaria, sbagliandola, contro i lunghi avversari schierati dopo cinque secondi di azione, quando rimanere con la palla in mano per tutto il tempo a disposizione sarebbe stata la scelta più saggia, e commette un inutile fallo antisportivo che sarebbe potuto costare carissimo), ma ha il grande pregio di metabolizzare la pressione negativa dell’ambiente nutrendosene neanche fosse Lord Voldemort, trasformandola però in grinta e concentrazione. Un campione come non si vedeva a Trieste da decenni. Esperienza: e chi se non Daniele Cavaliero ne è portatore sano? Anche lui chiamato agli straordinari in un ruolo non suo, è determinante nel primo tempo, quando Treviso, attuando probabilmente un piano partita che prevedeva grande aggressività nella prima metà di partita per cercare di prendere un vantaggio da amministrare nella ripresa quando le energie si sarebbero prevedibilmente esaurite, era arrivata alla doppia cifra di vantaggio. Daniele ha gli attributi per prendersi la responsabilità di due conclusioni da tre che, se fallite, avrebbero messo in grandissima difficoltà la sua squadra con Treviso ad imperversare, inaspettatamente, anche da sotto. In quel momento Trieste faceva una fatica terribile in attacco, si era fermata non riuscendo a costruire tiri ad alta percentuale, stava subendo una progressiva emorragia nel punteggio che avrebbe potuto diventare decisiva. Ma il capitano ha anche la qualità di infilarle, e non solo di prendersele, quelle conclusioni. Treviso in quel momento capisce che per portare a casa la vittoria avrebbe dovuto sudarsela fino alla fine, e le sue certezze si volatilizzano.

E’ una vittoria corale
Difesa dura di Trieste su Sokolowski

Il resto della squadra è meno costante nel rendimento nei quaranta minuti ma ognuno riesce a portare il suo contributo: Grazulis è un manuale della pallacanestro, la sua importanza si misura in aspetti che esulano dalle statistiche, quando prende fiducia in attacco è quasi sempre immarcabile: l’esuberanza di Nicola Akele, scatenata nella prima e nella seconda frazione, viene avvilita nella ripresa proprio dal senso della posizione e dal tempismo del lettone, divenuto imprescidibile nelle rotazioni sotto canestro. Lodovico Deangeli viene impiegato nuovamente in un ruolo improbo per un giocatore dalle sue caratteristiche fisiche: anche a Treviso gioca da 4 per sopperire all’assenza di Lever, paga il gap fisico con Chillo, Jones e Akele ma conquista tre rimbalzi in attacco che trasforma in un paio in canestri esultando come se avesse vinto all’ultimo secondo. Esordisce Campani, che favorisce la conquista di un rimbalzo applicando il tagliafuori (fondamentale di cui troppo spesso quest’anno Trieste si dimentica l’esistenza) e segna con buona mano, ma tecnica rivedibile, l’unico tiro tentato. Quando raggiungerà la forma ottimale potrà diventare un importante complemento per far rifiatare i numeri 4 titolari. Non dispiace Davis, meno incisivo rispetto alle ultime uscite, ingenuo – come del resto molti dei suoi compagni – nel finale, ma dimostra carattere, e dà sempre l’impressione di essere in controllo della situazione. Mian sta vivendo un periodo di forma assoluta, è tornato quel giocatore che conoscevamo dai tempi di Cremona, spietato in attacco e rognoso in difesa, le rotazioni con Campogrande e Deangeli ne preservano la freschezza fisica e gli permettono di giocare nel suo ruolo. Assieme a Grazulis è il coltellino svizzero in mano a coach Ciani, che infatti lo tiene in campo per 25 minuti.

Capitolo Konate

Il lungo maliano merita un discorso a parte. A Treviso sembra destinato a rimanere impantanato della solita triste palude fatta di abulia, distrazione, apparente demotivazione, scarsa energia. Perde subito due palloni, sbaglia un appoggio da un centimetro. Scoraggiato, viene sostituito da Delia dopo neanche tre minuti: il suo sembra il canto del cigno, l’ultima recita di un giocatore destinato al taglio, sebbene nessuna decisione sul suo conto sia ancora stata presa (l’intenzione della società, agli occhi dei più attenti, andrebbe comunque in quella direzione). E’ così che un vantaggio da capitalizzare come l’assenza di Sims viene pareggiata dall’assenza non fisica ma effettiva del centro titolare avversario, e Treviso ne approfitta entrando nel pitturato come un coltello caldo nel burro fuso. In apertura di quarta frazione, inaspettatamente per tutti, probabilmente anche per lui, vive cinque minuti di strapotere assoluto: è come se si ribellasse ad un destino già scritto, schiaccia, prende rimbalzi, recupera palloni, si getta a terra, segna i tiri liberi. Se solo riuscisse a dare continuità a questi exploit non per tutti i 40 minuti, ma almeno per i 15-20 che gli si chiedono, si potrebbe anche pensare di reintegrarlo a tutti gli effetti nel progetto di questa clamorosa Allianz 2021-2022. Doctor Jekill e Mr Hyde. Noi preferiamo il secondo.

Statistiche sorprendenti

Alla fine il tabellino mostra numeri in chiara controtendenza rispetto al resto della stagione: intanto, quando si incontrano la seconda e la terza difesa del campionato, ma anche il penultimo e l’ultimo attacco, non ti aspetti un referto da 96 punti segnati, con tre quarti (il primo, il terzo ed il quarto) da 24, 27 e 27 punti. Trieste tira come sempre bene da due (oltre il 55%), ma eleva di 10 punti la sua percentuale media da tre (43%, sebbene con sole 8 bombe segnate), ed è già la terza partita consecutiva che ciò succede: è l’effetto della forma di Mian e dell’innesto di Davis. Dopo le 20 palle perse di Napoli, a Treviso l’Allianz limita i danni fermandosi comunque a 12: numero elevato e ancora da limare, ma perlomeno sotto la media di stagione. Infine, Trieste si impone nel computo dei rimbalzi, 34 contro 28, ma soprattutto ne cattura ben 12 in attacco, trasformati in seconde chance realizzate in almeno 10 occasioni. Sono 20 punti arrivati dopo aver sbagliato un tiro: quando vinci di 6 in trasferta, l’importanza di un dato del genere è incalcolabile.

Ci siamo, adesso fondamentale non accontentarsi

Fatte salve le decisioni della società, che dovrà scegliere nei prossimi giorni la direzione da prendere soprattutto per risolvere la vicenda Fernandez (italiano non di punta per far rifiatare Davis? Passaggio al 6+6 ed investimento su un play straniero? Arrivo di un piccolo italiano di spicco? Di certo le proposte dei procuratori stanno piovendo numerose sul tavolo del presidente Ghiacci, sebbene il materiale umano di alto livello disponibile in questa parte della stagione sia una vera rarità), Trieste con la vittoria nella Marca torna terza a venti punti, affiancata a Brescia, in una classifica che dopo essere rimasta compressa per molte giornate, comincia finalmente a sgranarsi. Terzi con il girone di ritorno già iniziato, non dopo tre partite, e dunque con un messaggio ben preciso lanciato ad avversari ed osservatori esterni. Qualificazione alle F8 di Coppa Italia, dove Trieste si presenta ai quarti da naturale favorita, sebbene con un ostacolo non certo facile da superare. Necessità di ottenere il miglior risultato sportivo possibile in stagione per offrire un prodotto vincente, visibile magari anche in Europa, agli investitori o agli sponsor che subentreranno ad Allianz. Per tutti questi motivi Trieste deve metabolizzare il fatto che essersi inerpicati fino a queste altitudini non è casuale, l’Allianz non è più la Cenerentola invitata al gran ballo del primo o del secondo anno in Serie A: deve pensare da grande, convincendosi che riuscire a vincere contro di lei, in qualunque condizione ed a qualunque latitudine, sia un grande problema soprattutto per gli altri. Non mollare l’osso Trieste, fai tua la mentalità da killer del tuo leader in dreadlocks. A cominciare da domenica prossima contro Sassari, partita che merita di essere seguita DAL VIVO da tutti gli spettatori che l’Allianz Dome può attualmente accogliere. Poi arriverà la trasferta a Brescia, un Saturday Night Fever da non perdere e, la settimana dopo la Coppa Italia. Un vero banchetto per gli amanti della pallacanestro giuliana.

(Photo Credit: pagina Facebook ufficiale Allianz Pallacanestro Trieste)

NUTRIBULLET TREVISO – ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE    88-94   

Nutribullet Treviso: Russell 5, Tadiotto, Vettori, Faggian 2, Bortolani 5, Ronca, Imbrò 10, Chillo 5, Sokolowski 15, Dimša 20, Jones 19, Akele 7. All: Menetti

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 19, Davis 10, Konate 8, Deangeli 4, Mian 12, Delia 23, Campani 2, Cavaliero 8, Campogrande, Grazulis 8. All: Ciani

Parziali: 25-24; 45-40; 64-67; 

Arbitri: Sahin, Paglialunga, Capotorto

La classifica dopo 17 parite
1 AX ARMANI EXCHANGE MILANO28
2SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA28
3ALLIANZ TRIESTE20
4GERMANI BRESCIA20
5DOLOMITI ENERGIA TRENTINO18
6BERTRAM TORTONA18
7UNAHOTELS REGGIO EMILIA16
8HAPPY CASA BRINDISI16
9GEVI NAPOLI16
10BANCO DI SARDEGNA SASSARI16
11NUTRIBULLET TREVISO14
12UMANA REYER VENEZIA14
13OPENJOB METIS VARESE12
14CARPEGNA PROSCIUTTO PESARO12
15VANOLI CREMONA10
16FORTITUDO KIGILI BOLOGNA10
* Milano e Treviso una partita in meno