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La fatal Verona si impone su una svagata Trieste

Tempo di lettura: 6 minuti

Tezenis Verona – Pallacanestro Trieste: 88-81
 

TEZENIS VERONA: Casarin 12, Cappelletti 6, Smith 12,  Holman 6, Ferrari ne, Johnson 11, Candussi ne, Rosselli ne, Anderson 19, Udom 5. All. Ramagli. 

PALLACANESTRO TRIESTE: Pallacanestro Trieste: Gaines 13, Pacher 3, Bossi , Davis 10, Spencer 20, Deangeli 2, Ruzzier 3, Campogrande 6, Vildera 6, Bartley 14, Lever 4.

Parziali: 23-25, 47-42, 74-66, 88-81.

Arbitri: Michele Rossi, Alessandro Perciavalle, Andrea Valzani. 

(Photo Credit: Sito Ufficiale LBA)

Due squadre in salute, reduci da due vittorie convincenti. Un palazzetto pieno ed entusiasta, l’occasione per entrambe di mandare un messaggio al campionato e ad una diretta avversaria per la salvezza. A festeggiare, meritatamente, è la Tezenis Verona, vittoriosa su una Trieste poco intensa, tradita da alcuni giocatori che danno davvero troppo poco alla causa biancorossa in termini di convinzione, determinazione, motivazione e concentrazione.

Dopo un primo quarto in cui la squadra di Marco Legovich argina la precisione da lontano dei padroni di casa con una grande prestazione da sotto e percentuali da due vicine all’80% chiudendo la frazione sul 23-25, Trieste si ferma in attacco in una partita in cui la fase difensiva rimane in spogliatoio per lunghi tratti sui due lati del campo, con l’eccezione della gabbia preparata per arginare un Frank Bartley rimasto a zero punti fino a 15 minuti dalla sirena finale, privato dai rifornimenti per provare il tiro da tre, sistematicamente raddoppiato per evitare la partenza in penetrazione, fermato con le cattive nei tentativi dalla media distanza. Trieste avrebbe un evidente vantaggio in attacco sfruttando i suoi lunghi: se Spencer disputa una partita di strapotenza assoluta contro uno Smith che non ha le caratteristiche fisiche per arginarlo, Lever ritrova confidenza con il canestro e Vildera ci mette la consueta cattiveria, a mancare completamente è nuovamente AJ Pacher, alla quarta partita consecutiva sotto la sufficienza, forse limitato dai malanni fisici che lo hanno condizionato in settimana, ma comunque troppo al di sotto di uno standard decente per atteggiamento, voglia ed intensità: come ricordato con una certa rabbia da Legovich in sala stampa, il buon AJ evidentemente non ha ancora capito di che apporto ci sia bisogno in una squadra che lotta per salvarsi in Serie A. Nel primo tempo, assieme a Spencer, è il solo Gaines a produrre punti in modo continuo, nonostante una percentuale da tre che rasenta il ridicolo, ma inaspettatamente molto efficace in penetrazione. Davis in fase di costruzione di gioco sembra in stato confusionale, non arriva mai al ferro, non prova tiri da fuori, perde palloni a ripetizione, anche in modo ingenuo, innescando contropiede e transizione dei padroni di casa, che non dilagano solo per alcuni errori clamorosi anche da pochi centimetri. Nel secondo quarto, in effetti, Verona avrebbe la possibilità di piazzare un break importante, non fosse altro che la qualità del gioco precipiti per lunghi tratti su entrambi i fronti, con errori a ripetizione ed un corri e tira davvero poco godibile. Verona trova punti importanti e rimbalzi offensivi da un sorprendente Casarin, ma sono Cappelletti ed Anderson a generare (come previsto) il maggior fatturato in termini di punti per coach Ramagli. Trieste risponde con un paio di bombe di Campogrande, si mantiene in sostanziale parità fino ad un paio di minuti dalla sirena di metà partita, poi la Tezenis trova l’allungo che la porta sul +5 con il quale si va al riposo.

Cinque punti che vengono recuperati in un minuto da Davis e Spencer, poi però, riagguantati gli avversari, Trieste si risiede in difesa e concede nuovamente l’allungo scaligero, che arriva grazie a Smith ed un paio di triple in rapida sequenza di Sanders e Holman. Lo svantaggio raggiunge presto la doppia cifra, anche perché Trieste continua a perdere palloni in attacco. Si sveglia Bartley, un suo canestro riporta la sua squadra sul -8 al trentesimo, ma è un fuoco di paglia. Nell’ultima frazione la squadra di Legovich non dà mai l’impressione di poter invertire l’inerzia, anche perché Verona vola sulle ali dell’entusiasmo raggiungendo anche il +14. I padroni di casa, però, a quel punto commettono l’errore spesso fatale di considerare finito il match, anche perché il cronometro recita ancora -7 minuti alla fine. Nonostante il bonus raggiunto prestissimo, vengono comunque graziati da una percentuale risibile dalla linea dei tiri liberi da parte della squadra triestina, che però, approfittando della scelta poco produttiva degli scaligeri di pensare più al trascorrere del tempo che a cercare canestri nel modo più semplice, piantandosi completamente in attacco, riesce a limare quasi completamente lo svantaggio, fino ad arrivare ad un clamoroso -3 con un alley up concluso da Spencer quando mancano poco più di 3 minuti. Poi, quando sarebbe necessaria la maggiore concentrazione e la ferocia difensiva, Trieste esce dal time out con una leggerezza ed una svagatezza che si rivelano fatali: la squadra di Ramagli si riprende immediatamente i punti della sicurezza approfittando dell’ennesima palla persa di Davis (otto per lui alla fine) e di un fallo di Gaines. Verona è precisa dalla lunetta e trova la tripla di Anderson che mette d’accordo tutti, Trieste si rifiuta di trovare la via del canestro nonostante le maglie difensive scaligere non siano particolarmente impenetrabili. Finisce come deve finire, con la squadra che ci ha creduto di più a tenersi due punti dal peso specifico incalcolabile.

Domenica prossima arriva a Trieste il cliente peggiore possibile, una Scafati che oggi ha travolto Napoli (facendo un favore a Trieste, con la quale i partenopei condividono il penultimo posto) ed è probabilmente la squadra più in forma del campionato. Ma i due punti lasciati in riva all’Adige non lasciano più particolari margini a Legovich e soci, considerando che ormai tutte le squadre, a cominciare dalle avversarie dirette, vanno a cogliere punti nei modi e contro gli avversari più impensabili. La strada verso la salvezza rimane in salita e ricca di ostacoli.

Le pagelle ai biancorossi:

Gaines: 6. Nel primo tempo tiene a galla i suoi con le penetrazioni, sebbene si dimentichi che esiste anche una fase difensiva. L’11% da tre con 9 triple tentate gli frutta un 3 di valutazione che ne definisce la prestazione. Comunque, uno dei meno peggio

Pacher: 4. Come le quattro partite consecutive al di sotto di uno standard di rendimento e di intensità totalmente avulso da una realtà che richiederebbe un atteggiamento ben più disposto alla pugna, per la quale in passato si è pur dimostrato predisposto. Un lusso che Legovich non si può permettere in funzione salvezza, ed infatti il coach è piuttosto duro in sala stampa.

Davis: 5. Le scorie del capodanno evidentemente non sono totalmente smaltite. Discreta prestazione al tiro, ma le 8 palle perse, molte anche in modo banale frutto di deconcentrazione e troppe in momenti decisivi, pesano come macigni sul risultato.

Spencer: 8+. Seconda partita consecutiva in doppia doppia (stavolta da 21+12 e 36 di valutazione), con capacità intimidatorie nel pitturato ed insospettabili soluzioni tecniche. Sarebbe da 9 se avesse anche difeso con continuità, ma Smith è giocatore a lui totalmente complementare, troppo veloce sui piedi soprattutto negli scivolamenti a canestro. Per essere il sicuro partente secondo l’opinione di molti, non c’è davvero male.

Deangeli: 6. Poco impiegato, raggiunge la sufficienza per l’atteggiamento

Ruzzier: 6. Tira addirittura 3 volte, centrando il canestro da tre in una occasione. Si fa preferire a Davis come playmaker, non fosse altro che è molto più attento nella gestione dei possessi, sebbene non trovi i consueti angoli di passaggio per innescare i tiratori se non in rarissime occasioni.

Campogrande: 5+. Finalmente trova un paio di bombe, ma soffre maledettamente in difesa contro Anderson, Bortolani e Sanders. Poi incoccia il naso contro il braccio di Johnson e finisce sanguinante in panchina.

Vildera: 5+. Fa quello che può, non si sottrae alle sportellate, discreto nel primo tempo, sparisce nella ripresa, ma pretendere da lui che sopperisca alle mancanze di un pilastro del quintetto come Pacher è davvero ingeneroso.

Bartley: 5. Insufficienza rispetto alle sue potenzialità. Si riprende come spesso successo nell’ultima parte di match e rischia di completare la clamorosa rimonta, ma fallisce completamente per il rimanente 75% di partita. Impossibile pretendere da lui che faccia pentole e coperchi in ogni singola partita, ma a Verona si limita ai coperchi.

Lever: 6-. Discreto nel primo tempo, sparisce anche lui nella ripresa. Cattura cinque rimbalzi importanti, ma da un giocatore di grande prospettiva come lui si può e deve pretendere molto di più

Legovich & coaching team: 5. Insiste su un Batley poco lucido ed un Davis non in serata. Rinuncia alla zona che gli aveva permesso di arrivare ad un soffio dalla clamorosa rimonta. Anderson e Cappelletti sono lasciati liberi di essere i protagonisti in fase offensiva, nonostante siano attesi e previsti nel ruolo. All’uscita dal time out sul -3 la squadra subisce un break immediato, tramortente e decisivo pasticciando a ripetizione in attacco. Se la squadra si presenta a Verona così poco convinta e motivata, evidentemente qualcosa in fase di avvicinamento e preparazione al match deve essere andato storto.