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Missione impossibile a Bologna?

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Secondo atto di un inizio di stagione biancorosso in cui la sorte ha regalato a Marco Legovich ed alla sua squadra una sequenza ininterrotta di impegni ai limiti delle possibilità umane. Appena il tempo di raccogliere i cocci della debacle casalinga contro Pesaro, che il pullman triestino deve puntare alla volta di Bologna, dove il secondo turno prevede la sfida serale alle V Nere vice campioni d’Italia e fresche vincitrici della Supercoppa di Lega.

La vittoria della Carpegna sulla Reyer nell’anticipo del sabato, arrivata grazie ad un buzzer beater di Rahkman, conferma il valore dei marchigiani guidati da Repesa, dotati di un roster in grado di rivelarsi come l’outsider della stagione: la pesante sconfitta inflitta a Trieste la scorsa settimana sta dunque nell’ordine dei rapporti di forza fra le due squadre, anche se a preoccupare in casa giuliana non è tanto il risultato quanto l’atteggiamento rinunciatario esibito nella seconda metà di partita. Un atteggiamento, ed un mood generale, che Legovich ed il suo staff hanno lavorato duramente in settimana per invertire: è essenziale che la squadra recuperi energie mentali e positività, anche perché l’arrendevolezza e la rassegnazione ad un pronostico che appare chiuso sono il primo viatico a subire imbarcate epocali.

Cercare di individuare le chiavi tecniche della sfida di Bologna è un esercizio che sembra totalmente inutile: la disparità di talento, centimetri, lunghezza delle rotazioni, obiettivi ed esperienza è del tutto evidente: la Virtus è completa e superiore in ogni singolo spot in campo, è dotata di un pacchetto di italiani che potrebbero da soli vincere il campionato ed ha pescato ottimamente sul mercato (il centro Mickey è l’MVP della prima giornata). Ha a disposizione un play cresciuto all’ombra di Steph Curry e l’unico italiano capace di vincere un anello NBA. Può bearsi delle gesta di un giovane azzurro come Alessandro Pajola, che a ventidue anni ha già vinto tutto in Italia e si è abbeverato ad una fonte di sapienza baskettara chiamata Milos Teodosic. Bologna recupera sicuramente Hackett, risparmiato in Supercoppa ed all’esordio in campionato ma presente venerdì nella pesante sconfitta in Eurolega contro Monaco, e Jaiteh, anch’egli fermato la settimana scorsa dalle conseguenze di una contusione rimediata in allenamento. Saranno sicuramente assenti, invece, i lungodegenti Abbas e Shengelia, ed è piuttosto probabile anche l’assenza (o perlomeno l’impiego con il contagocce) di Milos Teodosic. La Virtus dovrà fare i conti anche con il necessario turnover dopo soli due giorni dall’impegno europeo, per cui i 12 che Scariolo metterà a referto verrano svelati solo poche ore prima della palla a due. Ciò che è certo è che i bolognesi dispongono in ogni caso di sostituti in grado di mantenere costante il rendimento qualunque sia la scelta effettuata, specie nel campionato italiano. Contro Trieste è probabile che venga dato spazio a giocatori ai quali negli impegni più importanti vengono normalmente concessi pochi minuti, e questo di solito si traduce in un impegno doppio da parte di elementi che devono sfruttare queste occasioni per convincere il coach del loro valore. Possibile che Bologna sottovaluti l’impegno? E’ del tutto improbabile, del resto il coach di certo non concede cali di tensione, in un ambiente che sarà come sempre super carico alla prima partita casalinga nonostante la batosta subita in Eurolega per mano di Mike James (i tre parquet felsinei sono in grado di intimidire chiunque, anche i giocatori più esperti). Che Bologna punti all’Eurolega, dove dovrà qualificarsi ai playoff per non “retrocedere” in Eurocup non essendo dotata di licenza pluriennale, è del tutto naturale. Ma dalle parti di Piazzale Azzarita sono abituati, per mentalità, a voler vincere in qualunque competizione, ed il campionato italiano non fa eccezione. Per contro, se c’è un periodo dell’anno in cui clamorose sorprese sono maggiormente possibili è proprio questa fase iniziale, con le squadre più attrezzate ed attive su più fronti che hanno tarato la preparazione prevedendo un incremento di forma e prestazioni più avanti nella stagione quando gli obiettivi più importanti cominceranno a delinearsi. Successe così anche l’anno scorso, in cui la Virtus perse più di qualche partita in casa nel girone d’andata sollevando dubbi e critiche poi spazzate via da un finale di stagione in crescendo.

Peraltro, anche se la Virtus dovesse incappare in una serata super negativa, e dando per scontato il recupero della necessaria intensità e convinzione da parte triestina, tutto ciò non basterebbe comunque per riportare a Trieste i due punti: sarà necessaria la partita perfetta, sulla falsariga del capolavoro di un paio di stagioni orsono sul campo del Forum di Assago. Sarà prima di tutto indispensabile recuperare precisione dall’arco, altrimenti anche la difesa più arcigna non basterebbe a compensare l’emorragia offensiva e la scarsa produzione di punti. Sarà fondamentale l’approccio iniziale alla partita: come giustamente afferma anche coach Legovich in sede di presentazione, non essere travolti nella prima parte di match potrebbe portare l’incontro su binari di equilibrio nel punteggio nella seconda parte, ed allora potrebbero innescarsi meccanismi diversi da una parte e dall’altra e tutto diventerebbe possibile. Del resto Bologna ha faticato enormemente all’esordio in campionato sul campo di Napoli, dove finì pesantemente sotto nel punteggio prima di ritrovarsi negli ultimi quindici minuti alzando ritmo ed intensità ed aggiustando la mira in attacco, riuscendo comunque a ribaltare l’inerzia ed il risultato.

Missione impossibile, dunque? Vedendolo da vicino durante il riscaldamento, bisognerebbe farselo spiegare proprio dal coach campione del mondo in carica, che con la sua Spagna, che in molti davano incapace di entrare fra le prime otto in Europa ma che, pur priva di Llul, Rubio, Rodriguez ed i fratelli Gasol, ha invece surclassato Serbia, Grecia, Slovenia e Francia salendo sul gradino più alto del podio ai recenti Europei. E’ una questione di programmazione e ricambio generazionale, certo, ma anche e soprattutto di mentalità vincente.