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PalaPentassuglia ancora stregato per Trieste: Brindisi si impone 96-87

Tempo di lettura: 6 minuti

HAPPY CASA BRINDISI – ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE   96-87 

Happy Casa Brindisi: Adrian, Gentile 12, Zanelli 8, Harrison 19, Greco, Visconti 8, Redivo 18, De Zeeuw, Clark W. 7, Guido, Udom 12, Perkins 8. All: Vitucci

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 9, Davis 22, Clark J. 10, Konate 2, Longo, Deangeli, Mian 6, Delia 7, Cavaliero, Campogrande, Gražulis 16, Lever 13. All: Ciani

Parziali: 22-21; 41-45; 72-69;

Arbitri: Lo Guzzo, Vicino, Perciavalle

Partita strana e ricca di suggestioni inedite, quella giocata in Puglia dalla Pallacanestro Trieste. Intanto, biancorossi con la tranquillità portata in dote da una salvezza matematica che è sì l’obiettivo minimo della stagione ma che a un certo punto pareva diventata una chimera. Brindisini, dal canto loro, impelagati in una lotta in fondo alla classifica del tutto inedita, che risveglia fantasmi desueti nelle teste di spettatori, giocatori e staff tecnico. Partita strana anche perché, forse per la prima volta in stagione, Adrian Banks subisce l’impatto emotivo dell’ambiente, un palazzetto che lo aveva adottato come idolo incontrastato e che oggi gli rimprovera sonoramente quello che viene considerato un vero e proprio tradimento, il trasferimento a Bologna di un anno fa: il leader, oggi in biancorosso, al netto di un trattamento difensivo spesso oltre i limiti del lecito, appare impacciato ed impreciso, finisce sotto la doppia cifra sia nel punteggio che per valutazione ed in generale non riesce ad incidere sull’andamento dell’incontro.

Una partita dai due volti

Partita che, però, Trieste accetta di giocare come piace a Brindisi: un vorticoso corri e tira fatto di strisce e controbreak, una sorta di apnea priva di interruzioni con continui turnover e conclusioni in contropiede o in transizione, che una volta sarebbe costata carissima per le caratteristiche di una squadra più propensa ad attuare un gioco paziente e ragionato, talvolta farraginoso ma capace di spezzare il ritmo agli avversari, abbassarne le percentuali tenendo basso il punteggio. La nuova versione dei biancorossi, però, pare adattarsi alla perfezione a questo basket: l’innesto di Clark, spesso sul parquet contemporaneamente a Davis e Banks, e la versatile mobilità di Alessandro Lever donano a coach Ciani nuove soluzioni offensive, sebbene la squadra debba pagare qualcosa nell’intensità difensiva. E’ pertanto naturale che il primo tempo voli via in un batter d’occhio, con le squadre ad alternarsi nella conduzione del punteggio dopo il 5-0 iniziale della Happy Casa. Trieste ritrova un Corey Davis responsabilizzato anche in attacco, che non rifiuta i tiri da tre ma che riesce anche a crearsi vantaggio nell’uno contro uno sulla prima linea difensiva, situazione che gli permette di andare a segno a ripetizione sia dalla media distanza sia in terzo tempo. E’ in difesa, però, che Trieste deve registrare la pressione: se la staffetta dei lunghi biancorossi su Nick Perkins riesce a limitarne decisamente la pericolosità offensiva (ma con Konate già gravato di due falli e costretto a sedersi in panchina), è sul perimetro che la squadra di Ciani lascia troppe libertà alle guardie brindisine, che hanno gioco facile a battere l’avversario diretto e, approfittando del ritardo negli aiuti dei lunghi, preoccupati dall’eventuale scarico, permettono a ripetizione le penetrazioni di Lucio Redivo e Alessandro Zanelli, che trovano numerose conclusioni indisturbate da sotto canestro. Il primo quarto si chiude con il buzzer beater de Deangelo Harrison per il +1 brindisino. I secondi dieci minuti sembrano ricalcare tecnicamente i primi dieci, ma con risultati balistici decisamente più scadenti. Le due squadre pasticciano a lungo in attacco, poi Trieste grazie al solito Davis, a Grazulis e Mian trova respiro dalla distanza ed accumula anche 6 punti di vantaggio. Brindisi non ne vuole sapere, e con un paio di conclusioni esteticamente inguardabili ma di una efficacia esiziale da parte di Gentile rimane in linea di galleggiamento. Primo tempo che finisce con Trieste avanti ancora di 4 punti, sul 45 a 41.

Cambio della guardia fra idoli brindisini

Intanto, da Varese arriva la notizia della sconfitta della Fortitudo, e Brindisi può già festeggiare la salvezza matematica. Padroni di casa che rientrano in campo mentalmente più leggeri, i fantasmi svaniscono e l’intensità difensiva si eleva all’ennesima potenza. Trieste non capisce che è il momento di smettere di assecondare il ritmo vorticoso voluto da Vitucci e subisce immediatamente il break che ribalta completamente punteggio ed inerzia del match. Brindisi inizia a colpire da fuori, DeAngelo Harrison trova un paio di bombe da 9 metri, Gentile continua a non sbagliare più nulla, Zanelli si conferma uno degli italiani più efficienti del campionato. Redivo si blocca in attacco, ma è una furia in difesa e recupera palloni su palloni. Al banchetto si unisce Mattia Udom, preciso sia dall’arco che da sotto, sebbene piuttosto ingenuo nel commettere falli banali. Brindisi si prende 7 punti di vantaggio e sembra poter capitalizzare la superiorità fisica e mentale, ma la nuova Trieste non è per niente d’accordo: la reazione c’è, e con un bruciante 8-0 in 50 secondi firmato da Grazulis, Lever e Clark si riporta nuovamente in vantaggio, spegnendo l’entusiasmo dell’ambiente. L’Allianz sembra poter reggere l’impatto, e ne è consapevole, anche troppo: i ragazzi di Ciani non riescono a mantenere alta la concentrazione difensiva, concedono troppe seconde chance e pur segnando 24 punti nella terza frazione ne subiscono 31. La quarta frazione inizia con Trieste sotto solo di un possesso pieno, ma Brindisi continua imperterrita nel suo gioco fatto di penetrazioni e di scarichi sul perimetro. DeAngelo Harrison e Zanelli imperversano, Trieste perde un paio di palloni di troppo ed il gap si amplia, senza mai assumere, però, dimensioni irreparabili. Sul -5 e palla in mano a poco più di un minuto dalla sirena, Grazulis sbaglia da sotto un paio di rigori, dall’altro lato Gentile trova un jolly dietro la schiena che trova Zanelli pronto alla trasformazione con il fallo: dal possibile -3 si scivola a -6 e la partita, virtualmente, finisce. Si tenta di pensare alla differenza canestri nello scontro diretto, ma anche in questo caso è Brindisi ad avere più determinazione: i 9 punti di gap finale sono una punizione forse troppo pesante per una Trieste comunque in partita fino alla fine, ma l’Allianz deve comunque analizzare e porre velocemente rimedio alle sue lacune difensive perimetrali se vorrà andare a Casale con qualche chance di vincere contro la solida Tortona domenica prossima.

Due partite per decidere il destino della stagione

Ciani può godersi il ritorno ad altissimi livelli di un Corey Davis da 31 di valutazione, autoritario e precisissimo al tiro. La vicinanza di Jason Clark lo ha tranquillizzato e gli permette di condividere ruolo e responsabilità, sebbene a Brindisi si sia visto a lungo un quintetto con i due contemporaneamente in campo assieme ad Adrian Banks, Alessandro Lever e Andrejs Grazulis per un quintetto piccolo ma velocissimo. Per contro, un Fabio Mian positivo in difesa ma ancora poco efficace in attacco ed un Campogrande totalmente avulso dal gioco sui due lati del campo, sollevano qualche preoccupazione per rotazioni tornate profonde nei numeri ma cortissime nel rendimento.

A due giornate dal termine della stagione regolare l’Allianz è ancora fra le prime 8 nonostante la sconfitta, ed appare ormai evidente che sarà una classifica avulsa fra più squadre a stabilire la griglia dei playoff. Potrebbe essere sufficiente, per raggiungere l’obiettivo, conquistare ancora due punti fra Tortona e Treviso, con entrambe le prossime avversarie impegnate a consolidare o raggiungere i propri obiettivi stagionali: la matricola è ancora in corsa per il quarto posto, Treviso, dopo la sconfitta odierna a Venezia, deve ancora trovare i punti salvezza. Salvezza che, nonostante la pesante sconfitta subita a Varese, non vede ancora tagliata fuori la Fortitudo, che domenica prossima giocherà in casa la madre di tutti gli scontri diretti contro Napoli, e che coinvolge gli stessi partenopei assieme a Trento e Treviso. Campionato ancora apertissimo, dunque, ottanta minuti che potrebbero stravolgere la geografia del basket che conta.

Le pagelle dei biancorossi

Banks 6-: il pistolero è tradito dalla pressione del ritorno davanti ai suoi tifosi. Rimane sotto la doppia cifra, tira male, perde palloni, non incide mai nei 34 minuti sul parquet. Davis 8: la miglior prestazione del play di Lafayette da quando è arrivato in Italia. 22 punti con quasi il 90% al tiro, 31 di valutazione e tanta, tanta personalità. Lui sta mandando da tempo messaggi sul suo gradimento per una eventuale conferma: nuovo assetto societario permettendo, sarebbe forse il caso di darsi una mossa. Clark 6/7: piace sia in sostituzione che a fianco a Davis. Non ha paura di prendersi tiri difficili, qualcuno anche lo trova. Konate 6: limitato subito dai falli, intimidisce come al solito sotto canestro, limita a sportellate Nick Perkins ma è spesso in ritardo sugli aiuti difensivi. Meno incisivo di quanto ci aveva abituato nelle ultime settimane. Mian 5/6: tanto furore difensivo, un paio di bombe, ma la versione offensiva dell’ala di Moraro produce ancora troppo poco fatturato, specie nel secondo tempo quando la palla scotta. Delia 6: ci mette del suo nel limitare Perkins, regala un paio di perle in attacco, ma è ancora un po’ indietro di condizione dopo l’infortunio e fallisce metà dei 6 tiri liberi tentati, qualcuno di importanza capitale. Cavaliero 5: cinque minuti sul parquet senza incidere, referto immacolato e -1 di valutazione. Campogrande 4: partita largamente insufficiente, realizza uno sfortunato autocanestro, commette 3 falli in 5 minuti di impiego e finisce con -4 di valutazione. Grazulis 7: prestazione di sostanza per il lettone, specie nel secondo tempo. Efficace nella staffetta nel pitturato, è precisissimo da due, un po’ meno da tre, anche dalla sua mattonella. Sbaglia incredibilmente il più facile dei canestri nel finale. Lever 7: sarebbe anche da 8 ma due falli ingenui nel finale, uno in attacco, uno in difesa che costa un 2+1 gli tolgono un voto. E’ il giocatore su cui iniziare a costruire la squadra del futuro: tecnicamente e fisicamente è in questo momento una delle ali grandi italiane più forti del campionato, assieme a Nick Melli.

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