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Trieste c’è ma il copione è sempre quello: la Virtus passa 81-92

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Una prima metà di primo quarto in cui Trieste è troppo leggera e va in confusione davanti ad una Virtus pressoché perfetta, che dal canto suo approccia il match con grande intensità difensiva, costa di fatto ai biancorossi una sconfitta che, se era ampiamente prevista alla vigilia, si dimostra non così scontata nel resto del match. L’Allianz finisce sotto di 16 al termine dei primi dieci minuti (ma era precipitata a -15 già dopo cinque giri di lancetta), subendo ben 32 punti ed apparendo letteralmente impotente davanti alla evidente superiorità fisica degli avversari: lo sforzo necessario per provare a riaprire i giochi determina un dispendio di energie tale da non permettere di completare definitivamente la rincorsa a cavallo fra terza e quarta frazione, quando un po’ di calo di intensità e qualche imprecisione di troppo da parte della Virtus, forse ormai certa di aver già chiuso la pratica con largo anticipo, permettono a Trieste di riavvicinarsi grazie (finalmente) ad una grande pressione difensiva ed i colpi da fuoriclasse del suo leader, un Adrian Banks imprendibile per quasi tutti i 34 minuti nei quali viene tenuto sul parquet. Ma nel momento della reazione non è il solo Banks a ribellarsi ad un destino segnato: Davis non segna ma piazza assist e si svena in difesa, per poi infilare in contropiede la bomba che riapre i giochi, Grazulis torna ai livelli migliori, anche Campogrande riprende coraggio. Con Trieste a -4, però, la Virtus capisce che deve giocare da par suo i 5 minuti decisivi del match, e non si risparmia, con i suoi uomini migliori in campo: Jaiteh e Shengelya non sono arginabili dai lunghi triestini, nonostante una grande prestazione difensiva di Andrejs Grazulis ed un Sagaba Konate tornato perlomeno a giocare a basket, Weems è una sentenza da tre, così come Alibegovic e Cordinier. Teodosic si incaponisce nel voler cercare il numero ad effetto ad ogni costo, e commette qualche leggerezza di troppo, ma da gran campione reagisce e piazza un paio di colpi da ko. L’Allianz è troppo stanca per contro reagire, lo sforzo per arrivare fin lì è stato evidentemente pesante e toglie lucidità e reattività. Davis e Banks si inceppano, la Virtus può controllare e rivince senza particolare sofferenza, anche perché può contare su rotazioni infinite in ogni ruolo, cambi che non abbassano di un millimetro la caratura tecnica e fisica del quintetto in campo di volta in volta. Trieste, dopo qualcosa come due mesi, esce dal campo fra gli applausi convinti di un pubblico che l’ha sostenuta per quaranta minuti, e che tiene all’impegno ed all’orgoglio ben più di quanto tenga ai due punti.

Inutile analizzare le statistiche, evidentemente sbilanciate a favore dei campioni d’Italia in ognuna delle caselle principali. Ciò che si pretendeva da questo match, in subordine alla conquista dei due punti, era la prosecuzione del processo di recupero fisico, energetico, motivazionale e mentale timidamente iniziato a Trento: la risposta è arrivata forte e chiara, tranne per i primi sciagurati 6-7 minuti di partita, nei quali pareva che la squadra avesse fatto un doppio salto mortale all’indietro tornando all’abulia ed alla impalpabilità del terribile mese di marzo. L’Allianz reagisce, non si arrende, si ribella ad un destino segnato dall’essere precipitata a 20 punti di distanza da una squadra nettamente superiore, trova punti importanti distribuiti nel quintetto, difende in modo convincente, si lancia sulle palle vaganti, salvo poi schiantarsi inevitabilmente: ma stavolta è l’avversario che deve vincere la partita rialzando impegno e concentrazione. Certo, ci sono ancora difetti da limare, latita un’alternativa credibile a Davis in regia (Cavaliero non può esserlo soprattutto per motivi fisici, Banks non può fare pentole e coperchi in ogni singola partita, altri attualmente non ce ne sono), le percentuali da tre sono tornate ad abbassarsi nonostante la costruzione di alcuni buonissimi tiri in campo aperto piedi a terra, il tagliafuori difensivo può essere eseguito con maggiore convinzione, anche se la caterva di rimbalzi offensivi raccolti da Bologna portano la firma di gente come Jaiteh, Tessitori e Cordinier, gente che probabilmente quei palloni li avrebbero arpionati in ogni caso. E poi Trieste continua ad essere estremamente prevedibile in difesa, dove non riesce a trovare alternative tecniche a soluzioni ormai troppo consuete ed attese dagli avversari. Però sta recuperando Sagaba Konate, certo a piccoli passi, e può contare su un Andrejs Grazulis in grado di ricoprire due ruoli sotto canestro. E poi, è in procinto di riallungare le rotazioni, e ciò ridarà fiato agli elementi del roster fisicamente più in difficoltà.

Kyle Weems in mezzo alla difesa triestina

Archiviato il tentativo di compiere un miracolo che magari con un briciolo di convinzione iniziale in più avrebbe anche potuto concretizzarsi, è ora di voltare letteralmente pagina: Jason Clark è arrivato ed era già presente in Via Flavia, da lunedì potrà unirsi ai compagni, con i quali tenterà di raddrizzare la stagione nelle ultime 6 partite. E’ improbabile che possa essere lui l’alternativa naturale a Davis, sebbene in passato abbia già fatto il vice-Mayo a Varese, e dunque qualche rudimento in regia deve pur averlo… ma ogni volta che un giocatore viene definito combo guard e non playmaker significa che è una guardia con qualche qualità in palleggio, ma solo se costretto. Da lui ci si aspettano punti e responsabilità, mentre sull’eperienza sembra possa dare garanzie. Ora l’Allianz è attesa dalla doppia trasferta in tre giorni a Reggio Emilia e Varese, due campi difficili ma non impossibili se la versione triestina sarà quella della esibita contro le V nere. Arrivare alla successiva sfida contro Cremona con almeno due punti in più in classifica permetterebbe di affrontare quella partita con maggiore serenità e senza la tensione che un match da dentro o fuori porta sempre con sé. Poi, dopo altre due trasferte ben più impegnative a Brindisi e Tortona (che oggi ha preso una mazzata in casa da Pesaro: la regola è sempre quella, provarci sempre e comunque) per poi chiudere la stagione in casa con Treviso, partita che vale tanto quella contro Cremona.

A spiegare il momento, al di là delle parole di circostanza in sala stampa, sono quelle pubblicate su Instagram da Corey Davis subito dopo la partita: “Prometto a Trieste che questa squadra finirà in crescendo: faremo i playoff!”. Previsione un po’ improvvida evidentemente, ma segno che qualcosa nella convinzione e nell’amor proprio dei giocatori, in quest’ultima settimana, deve essere scattato.

Le pagelle dei biancorossi:

Banks 8+: 27 punti e 6 rimbalzi per 32 di valutazione contro gli assatanati difensori della Virtus. Chi lo critica, facendolo peraltro sorridere, non ama la pallacanestro. Davis 6: a differenza del compagno più anziano soffre tremendamente la pressione difensiva delle V e fallisce la prova offensiva, pur infilando l’importante bomba del -4. Konate 5+: qualche segno di vita cestistica dal maliano, che fatica comunque ad affrancarsi dalla mediocrità: certo l’occasione per farlo non era propizia. Deangeli SV: due minuti in campo per il triestino, Ciani non lo considera più un’alternativa credibile. Mian 5-: nemmeno un canestro dal campo su cinque tentativi in 18 minuti, è uno dei colpevoli del break iniziale felsineo. Delia 6+: doppia cifra da 13 punti e 7 rimbalzi, buone percentuali anche se subisce troppo lo strapotere fisico degli avversari: ma deve fare gli straordinari se Konate viene impiegato con il contagocce. Cavaliero 4: non è la partita per lui, contro Pajola, Mannion e Teodosic non può nulla né in attacco né in difesa, specie quando ruota da playmaker. Non segna più da tre nemmeno i “suoi” tiri. Campogrande 6: percentuali deficitarie al tiro, fisicamente in difficoltà contro avversari che lo sovrastano, ma l’impegno non manca mai ed infila una bomba importantissima. Grazulis 8: può giocare sia da 4 che da 5, è pericoloso sia da sotto che da fuori, segna 18 punti con 7 rimbalzi e 20 di valutazione. Ma il capolavoro lo fa in difesa. Il lettone è tornato imprescindibile. Lever 5: solo 6 minuti ed un canestro dal campo per il lungo bolzanino, che evidentemente deve aver avuto qualche non precisato problema fisico se Ciani non lo impiega più a lungo nonostante un Konate tenuto in panca ed un Delia affaticato di conseguenza. Ciani & coaching staff 6: stavolta riescono a trasmettere energia alla squadra. Maggiore fantasia e varietà difensiva sarebbero ben accette.

ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA  81-92

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 27, Davis 3, Konate 8, Deangeli 2, Mian 2, Delía 13, Fantoma, Cavaliero, Campogrande 6, Gražulis 18, Lever 2. All: Ciani

Virtus Segafredo Bologna: Tessitori 4, Cordinier 12, Mannion 6, Pajola, Alibegovic 10, Ruzzier, Jaiteh 18, Shengelia 9, Hackett 9, Sampson, Weems 16, Teodosic 8. All: Scariolo

Parziali: 16-34; 40-54; 64-73; 

Arbitri: Lo Guzzo, Paglialunga, Boninsegna