tsportinthecity

Trieste è già a buon punto, l’Aquila resta a terra: 83-94

Tempo di lettura: 4 minuti

(Photo Credit: Sito ufficiale Allianz Pallacanestro Trieste)

Dolomiti Energia Trentino: Bradford 5, Williams 10, Reynolds 23, Conti, Morina, Forray 5, Flaccadori 6, Saunders 13, Mezzanotte 11, Dell’anna, Ladurner 2, Caroline 8. All: Molin

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 11, Sanders 11, Fernandez 11, Konate 20, Deangeli 2, Mian 5, Delia 7, Fantoma, Cavaliero 5, Grazulis 5, Lever 17. All: Ciani

Parziali: 15-23; 40-49; 64-73;

Arbitri: Sahin, Quarta, Marziali

Finite le chiacchiere, accantonati i pronostici, riposti i power rankings: a parlare, da oggi, è solo il campo, con i messaggi ed i numeri che il parquet restituisce inesorabile infischiandosene delle teorie estive. E quello che il campo ha detto al termine di Trento-Trieste, esordio in Supercoppa per due squadre che alla vigilia non hanno particolarmente smosso le preferenze dei soloni della palla al cesto nazionale, è che entrambe hanno invece le potenzialità per poter recitare un ruolo da protagonista in questa stagione, con la differenza che l’Allianz appare evidentemente più avanti nell’amalgama, nella chimica di squadra, è più capace di sfruttare al meglio le sue caratteristiche migliori (tiro da oltre l’arco e prepotenza nel pitturato) e di arginare l’esuberanza fisica di giocatori come Caroline e Reynolds, troppo isolati e protagonisti di iniziative personali di puro talento ma che appaiono perlopiù casuali o improvvisate.

L’Allianz scaccia i fantasmi ancora presenti su questo parquet dopo le scoppole incassate nelle ultime due stagioni e la sconfitta nella prima stagione in Serie A. Trieste stavolta parte bene, scrollandosi presto di dosso le tossine della pre season che ingolfano i meccanismi di entrambi i team nei primi minuti e conduce nel punteggio dall’inizio alla fine, non si scompone mai nemmeno quando i padroni di casa sembrano in grado di ricucire vantaggi talvolta vicini ai 20 punti, gioca in modo razionale pur perdendo un’infinità di palloni (ben 20, di cui solo uno dall’osservato speciale Corey Sanders e 5 da Marcos Delia), ma cerca sempre di eseguire i giochi in modo lucido, paziente e diligente, specie cercando di servire i lunghi sotto canestro una volta constatato che Sagaba Konate è un’arma devastante, dotato di una prepotenza fisica in grado di intimidire gli avversari anche in difesa pur esibendo una tecnica che quando si allontana a più di venti centimetri dal ferro sembra un po’ approssimativa, ma se riesce a crearsi una situazione di vantaggio nel pitturato diventa difficilmente arginabile, sia in quanto a conclusioni che a rimbalzo. Il maliano mette a referto una doppia doppia da 20+11 con il 63% da due ed un inconsueto (per un centro) 6 su 7 dalla linea dei tiri liberi, per un eloquente 29 di valutazione. Se possibile, la sua prestazione viene parzialmente eclissata dalla vera sorpresa di giornata, costituita da un Alessandro Lever poliedrico, capace di colpire con precisione da sotto così come da tre (due su due da oltre l’arco per lui). Il bolzanino finirà con 17 punti e 4 rimbalzi, in ben 25 minuti sul parquet: se riuscirà a dare continuità alle sue prestazioni potrebbe essere lui il vero jolly pescato nel mercato estivo.

11 punti ciascuno per Sanders, Banks e Fernandez (con quest’ultimo impiegato molto meno degli altri, solo 13 minuti, ma il +23 nel plus/minus con lui in campo è eloquente di quanto il play argentino abbia inciso sul match). A Sanders, sul quale molti puntavano il dito come vera grande scommessa della stagione, serve ancora un po’ di tempo per adattarsi al nostro basket, acquisire autorevolezza e diventare padrone dei giochi offensivi, ma sembra atleticamente forte, è capace di attaccare il ferro con buon senso dell’equilibrio, non è dotato di un gran tiro ma è in grado di saltare agevolmente la prima linea difensiva con un primo passo bruciante, creando così una situazione di vantaggio utile per servire i compagni sotto canestro o pescare i tiratori appostati sull’arco.

Soddisfatto ma prudente coach Franco Ciani al termine della sua prima partita ufficiale da head coach biancorosso:

“La chiave della nostra vittoria è stata la capacità di stare insieme, soffrire insieme difensivamente e costruire attacchi collettivi, nonostante la brillantezza in questa fase della stagione non possa essere ai massimi livelli. Mi è piaciuta la voglia di tutti i giocatori di voler cercare soluzione offensive elaborate e non attacchi basati unicamente sul talento. In difesa abbiamo stretto i denti nei momenti di maggiore difficoltà riuscendo ad uscirne anche con ottime azioni di contropiede”.

Riguardo all’enormità di palle perse dai suoi, Ciani non sembra particolarmente allarmato: “E’ uno scotto che dobbiamo pagare oggi. Abbiamo affrontato il match con il desiderio di cercarci e condividere il pallone. È normale che abbiamo perso qualche palla di troppo dato che i giocatori hanno appena incominciato a conoscersi e dato che Trento ha proposto una certa fisicità in ogni situazione difensiva”.

Il tempo di rientrare in città, qualche ora di riposo e poi si torna in campo contro la neopromossa Derthona di Chris Wright e Jamarr Sanders: “Tortona è una squadra diversa rispetto a Trento e possiede giocatori molto esperti del nostro campionato. Saranno più avanti di noi nella costruzione del proprio sistema offensivo e dunque per arginare questo dovremo provare a cementare le nostre regole di base del nostro gioco senza correre dietro ad una preparazione tattica che con loro sarà difficile costruire durante l’anno e quasi impossibile in tempi così stretti”

Insomma, un buon test, qualche eccellente indicazione, qualche punto di attenzione. E soprattutto, nessun volo pindarico: si tratta pur sempre di “basket d’agosto”, sebbene giocato all’inizio di settembre. Ma alcune delle osservazioni fatte dopo i primi scrimmage ed i primi allenamenti aperti alla stampa sono confermate dalla prestazione a Trento. Vogliamo sbilanciarci: questa è una squadra che farà divertire il suo pubblico.