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Trieste sbanca Masnago e vola ai playoff

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L’Allianz stacca meritatamente il biglietto per la post season, e lo fa grazie ad una prestazione corale, portando a referto tutti e nove gli uomini scesi in campo con ben cinque giocatori in doppia cifra. E’ ancora assente il suo faro (il Lobito è rimasto a Trieste), ma quasi non si vede: i minutaggi dei suoi sostituti, naturali e surrogati, sono dosati con il bilancino, ed ogni elemento utilizzato in regia mette il suo mattoncino fondamentale. La prestazione da MVP di Milton Doyle costringe Bulleri ad alternare tre giocatori su di lui per tentare di venire a capo della sua imprevedibilità multidimensionale: in 30 minuti segna 16 punti con il 50% al tiro (tira pochi, pesantissimi palloni), però piazza ben 8 assist, segno che in questo periodo si sta divertendo a far girare la squadra a suo piacimento rinunciando alle forzature che lo avevano reso croce e delizia per gran parte della stagione. Alla guardia americana si aggiunge un Tommaso Laquintana finalmente credibile in costruzione di gioco e pericoloso nelle conclusioni (con un inedito, quanto decisivo, 4 su 4 dalla lunetta), ancora un po’ in affanno in difesa contro avversari fisicamente superiori come Douglas, Beane e Ruzzier, ma capace di dimostrare grande personalità nel prendersi responsabilità importanti nel finale. L’ulteriore buona notizia arriva da un Myke Henry in crescita sia di rendimento che di atteggiamento verso la partita: quando l’ala di Chicago decide che ha voglia di giocare e di divertirsi, risulta imprendibile nell’uno contro uno per gran parte dei difensori pari ruolo in LBA. Un suo scaltro recupero difensivo nelle concitate fasi finali vale da solo l’ampia sufficienza.

Una vittoria autoritaria, frutto della possibilità di ruotare nove giocatori senza abbassare il rendimento

Milton Doyle al tiro

Ad impressionare, al di là del rendimento dei singoli, è la capacità di mantenere pressoché costante l’efficacia della squadra qualunque sia il quintetto schierato. Se è vero che Trieste subisce un paio di break nel primo e soprattutto in apertura del terzo quarto, generati più dall’intensità dei padroni di casa e dalla trance agonistica prima di Beane e poi di Douglas che da veri e propri cali di concentrazione, è altrettanto vero che i distacchi accumulati da Varese sono riassorbiti nel giro di un paio di minuti con personalità ed un gioco finalmente pulito ed organizzato. Le conclusioni arrivano sempre al culmine di una costruzione del tiro paziente, priva dell’ansia di dover recuperare, priva di frustrazione in caso di errore, segno che qualcosa si è evidentemente aggiustato nel canale di comunicazione fra coaching team e squadra. Segnale piuttosto evidente soprattutto nell’ultima frazione, dieci minuti in cui Varese si giocava un’intera stagione, vissuta per la gran parte in grandissimo equilibrio ma con Trieste costantemente avanti di uno o due possessi, capace di rispondere colpo su colpo agli affondi dei padroni di casa, e con la capacità di piazzare l’allungo decisivo esattamente al momento giusto.

Che qualcosa abbia ricominciato a funzionare nel rapporto fra Eugenio Dalmasson e la sua squadra si può desumere leggendo fra le righe delle dichiarazioni di Milton Doyle ai microfoni di Eurosport al termine della partita:

Sono stato l’MVP sia della sfida dell’andata che in questa del ritorno con Varese, ma è davvero solo merito del piano partita preparato dallo staff tecnico. I coach hanno preparato benissimo la partita e i miei compagni mi hanno permesso di entrare in ritmo. Grande risultato raggiunto tutti assieme. Adesso è playoff time.

Milton Doyle

Non è solo in fase offensiva che l’Allianz mostra un deciso salto di qualità: Trieste costruisce la sua vittoria soprattutto in difesa, dove concede qualcosa sull’attacco al ferro di uno straripante Egbunu (ennesima doppia doppia per il nigeriano) e ad un poco sorprendente Michele Ruzzier (che dell’uno contro uno chiuso con sottomano solitario ha fatto il suo marchio), ma alternando Delia e Grazulis nel pitturato e grazie anche ad una sontuosa versione difensiva di Matteo Da Ros capace di annullare El General Luis Scola, contiene un inconsistente Morse ed uno Strautins spesso frustrato e pasticcione, pareggiando a 40 il conto dei rimbalzi.

Dalmasson e Ciani con la squadra durante un time out

Davide Alviti, dal canto suo, continua nel suo clamoroso percorso di crescita: se riuscirà a dare continuità a questo suo momento di onnipotenza cestistica, il suo futuro è chiaramente destinato ad unirsi con quello di un club di primissima fascia. L’ala ciociara dimostra di aver acquisito una solidità mentale che gli permette di non frustrarsi anche quando, come successo a Varese, inizia la partita litigando con il canestro, sbagliando tiri per lui solitamente ad altissima percentuale. Non molla mai in difesa, è presente a rimbalzo (7 per lui) e, soprattutto, si ritrova da tre piazzando due bombe nel momento di massimo bisogno per la squadra: il coach gli consegna ad occhi chiusi le chiavi della squadra concedendogli minuti importanti sul parquet. Giocatore imprescindibile per l’Allianz in funzione playoff.

Detto degli sprazzi di Henry (che comunque danno discontinuità al suo ultimo mese e mezzo), una buona notizia arriva dall’evidente recupero di fisicità di Andrejs Grazulis, unico lungo dotato di peso sotto canestro, da inizio stagione giocatore fondamentale nelle rotazioni di Dalmasson, ma bloccato soprattutto psicologicamente dopo l’operazione al ginocchio. Un paio di sue giocate sia in difesa che in attacco, compreso un tap in schiacciato in faccia ai lunghi avversari, lasciano intravvedere il giocatore su cui Dalmasson aveva poggiato gran parte delle responsabilità nel pitturato.

Trieste torna ai playoff conquistando 6 punti meno della prima stagione in serie A (che però contava su 16 squadre)

L’Allianz raggiunge per la seconda volta in tre stagioni il traguardo della post season, e questo è un risultato di cui Dalmasson ed il nucleo storico può andare certamente fiero. L’unico obiettivo che le rimane è la conquista matematica della settima posizione, che le sarebbe garantito da una vittoria contro una Fortitudo che non ha più nulla da chiedere dopo aver conquistato la salvezza matematica battendo Cantù. Settima posizione, a 28 punti a fianco di Treviso, che potrebbe risultare estremamente importante in chiave playoff, in quanto probabilmente consentirebbe di evitare sia Milano che Virtus o Reyer, tutti e tre ostacoli oggettivamente proibitivi in una serie al meglio di 5 partite, sebbene ora il secondo posto di Brindisi non sia affatto scontato. In ogni caso, affrontare i pugliesi appena usciti dal Covid rimarrebbe l’alternativa più abbordabile in funzione di un tentativo di passaggio in semifinale, al netto del 6-0 nei precedenti fra Vitucci e Dalmasson.

Il primo verdetto: la Serie A perde un pezzo di storia

Il campionato, intanto, ha espresso il suo primo verdetto definitivo: Cantù è matematicamente ultima, ed alla luce del regolamento attuale, che il presidente FIP Petrucci si è dimostrato fermo nel non voler cambiare nonostante le pressioni della LBA, sarebbe retrocessa dopo innumerevoli stagioni in serie A. Una perdita gravissima per il movimento, una piazza storica che però, considerati i nuovi criteri di ammissione alla Serie A, non è assolutamente detto debba abbandonare il palcoscenico più importante.

Ora l’Allianz, come tutte le altre squadre, è attesa da una domenica di stop per permettere proprio alla Happycasa di recuperare tutti gli effettivi e disputare i recuperi delle due gare rinviate: si giocherà inderogabilmente il 10 maggio, non si potrebbe andare oltre quella data senza stravolgere la formula dei playoff per accorciarli e lasciare più tempo alla Nazionale per prepararsi al preolimpico di Belgrado: in caso ci siano squadre impossibilitate a giocare, anche per cause di forza maggiore, l’unica soluzione sarebbe quindi la sconfitta 0-20.

PALLACANESTRO VARESE – PALLACANESTRO TRIESTE   73 – 79

Opebjobmetis Varese: Douglas 14, Ruzzier 11, Egbunu 14, Beane 19, Scola 5, Virginiio ne, Ferrero 2, De Vico ne, Morse, De Nicolao 6, Strautins 2, Van Velsen ne. All. Bulleri

Allianz Pallacanestro Trieste: Doyle 16, Henry 11, Delìa 13, Da Ros 7, Laquintana 11, Cavaliero, Alviti 13, Grazulis 6, Upson 2, Coronica ne. All. Dalmasson

Parziali: 20-15; 37-40; 53-53