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Triestina fuori: umiliati.

Tempo di lettura: 4 minuti

TRIESTINA-VIRTUS VECOMP 0-1
MARCATORI: st 42’ Lonardi.
TRIESTINA:Offredi, Lepore, Tartaglia (st 42’ Capela), Lambrughi, Ligi, Lopez (st 34’ Brivio), Calvano, Giorico (st 34’ Paulinho), Rizzo (st 42’ Granoche), Sarno (st 24’ Mensah), Gomez. All. Pillon.
VIRTUS VECOMP: Sheikh, Pessot, Daffara, Del Carro (st 35’ Carlevaris), Danti, Pittarello, Danieli (st 27’ Manfrin), Lonardi, Pellacani, De Marchi, Zarpellon (st 27’ Marcandella). All. Fresco.
ARBITRO: Perenzoni di Rovereto.
NOTE. Ammoniti Rizzo, Lopez, Tartaglia, Giacomel.


Prendiamola dall’ora del the. Alla fine si gioca: settimana davvero complicata non solo per la Virtus che deve scontare gli effetti dei contagi e che, sotto sotto, avrebbe voluto chiedere un rinvio, pur sapendo che non glielo avrebbero concesso, ma anche per la stessa Triestina che si è logorata nell’attesa, non sapendo con certezza cosa doveva attendersi. Quasi all’ultimo minuto, mentre ai vertici della Lega Pro continuano a fare scongiuri e fanno trapelare che, se dovessero esserci altri focolai in qualche squadra impegnata negli spareggi, hanno già il piano di riserva, la formazione veneta ha ottenuto il via libera per la trasferta, ha raccolto i superstiti e sarà in campo.

“Bepi” Pillon:

Sul fronte Triestina, un po’ sorprendente la formazione che Pillon mette in campo dal primo minuto, con un rinforzo mirato nel settore difensivo dove non gioca Capela, ma vengono inseriti Tartaglia, chissà, forse perchè ogni tanto segna, e Ligi, al centro assieme a Lambrughi mentre rientra Lepore a destra e sull’altro fascia, si conferma Lopez. Più difesa, per non correre rischi, ma anche meno attacco, visto che di punta c’è solamente Gomez con Sarno in supporto.
Triestina con la divisa tradizionale, ospiti in maglia bianca e calzoncini scuri e finalmente si gioca.
Per niente indeboliti dalla situazione sanitaria, i giocatori di Fresco partono di gran carriera: una discesa di forza di Zarpellon, partito da centrocampo, con cross lungo rinviato di testa da Ligi, permette la prima conclusione di Lonardi, in mezza rovesciata, che termina sul fondo. Subito chiaro che i veronesi sanno di non aver nulla da perdere e possono permettersi una partita senza troppi calcoli e tatticismi, quelli che magari è più propensa a fare la squadra di Pillon che può contare su due risultati, per andare a scontrarsi mercoledì con il Cesena. Primo tentativo alabardato, dopo dieci minuti: è Lopez, riprendendo un tocco indietro di un compagno, a calciare da fuori area, ma alto.

Vincenzo Sarno: spento progressivamente

Ben più pericolosa, la punizione dal limite calciata da Sarno, dopo un patetico “siparietto” di Danti che crolla a terra folgorato, dopo una leggera manata di Rizzo nella mezza mischia seguita al l’assegnazione della punizione. Sarno calcia di sinistro a scendere, ma leggermente esterno al palo. Poi, si ripete da dentro l’area, con un diagonale che Sheikh respinge a due mani.
Triestina in attacco, ma un po’ troppo ferma – non è una novità – se perde palla, come succede a metà tempo, quando Danti riparte velocissimo assieme a De Marchi:  inseguiti, ma non presi, l’ultimo passaggio è per De Marchi che può entrare  in area senza contrasto alcuno, ma sbaglia clamorosamente la mira, graziando Offredi.
A cinque minuti dal riposo, la miglior azione alabardata porta Lepore in fascia, fino sul fondo, per trovare al centro Gomez che calcia al volo in mezza rovesciata: pallone fuori di niente, con il portiere immobile a guardare e pregare.
Stessi effettivi in campo al rientro dopo il riposo e non cambia nemmeno il ritmo: appena più intraprendente la Triestina, ma se perde palla in attacco, poi sono guai a rincorrere le lepri venete.
Una spintarella subita da Pittarello su azione di calcio d’angolo riaccende gli animi, raffreddati prontamente dal direttore di gara, ma è l’azione successiva a far venire più d’un brivido agli alabardati, quando dalla bandierina arriva il cross che in qualche modo libera un giocatore di Fresco al tiro, malamente sprecato a pochi metri dalla porta. Alabardati in affanno, fanno fatica a uscire dall’area ed allora la Virtus aumenta i giri e torna a premere, ma di occasioni non se ne parla fino all’iniziativa di Zarpellon che invita Danti al colpo di testa che non va lontano dalla porta di Offredi

Davis Mensah, ultima in alabardato

.Entra Mensah, riesca a rubare palla e la mette sul netto per Gomez che scatta verso la porta: due passi e diagonale a cercare il palo lontano ma Sheikh si allunga, riesce a toccare per mandarla sul fondo e tiene aperta la partita.
Ancora Mensah a vivacizzare i tentativi alabardati: il suo guizzo permette il cross per Gomez che gira di testa, ma sopra la traversa. Subito dopo, entra anche Andrea Carlevaris e propizia un’azione d’attacco che non si conclude ma che permette ai veneti, più lesti a recuperar palla, di riproporsi in attacco con un cross di Manfrin che Ligi non valuta bene: difesa alabardata di stucco e in piena crisi, ma non impietosisce Pittarello che quasi perde palla, riesce a recuperarla e a toccare indietro per la stoccata vincente di Lonardi.
Giusta punizione, si potrebbe dire, per una squadra che, da com’era messa in campo, giocava a speculare ma, soprattutto, dimostrava di essere incapace di provare ad imporre uno straccio di gioco, di dimostrare un po’ di personalità, di avere, in definitiva, delle idee calcistiche. I minuti scorrono inesorabili, compresi quelli del recupero e la Virtus se la gode, alla faccia del covid che per una settimana non ha permesso allenamenti, con ancora le energie necessarie a tener il pallone lontanissimo dalla propria porta. Ma onestamente, avrebbe potuto anche non farlo, tanto le maglie alabardate avrebbero comunque fatto fatica ad avvicinarsi in quel territorio che per tutta la stagione sembrava quasi minato. Difficile a caldo dire di più se non che l’ennesimo errore è datato già dalla scorsa estate e che ce ne sarà un’altra, l’ennesima, per cercare di capire se chi si impegna economicamente – e va comunque rispettato per questo – riuscirà a mettere insieme un progetto più adeguato ai proclami. Per chiudere, cerchiamo la parola del giorno. E purtroppo, non può essere che: umiliati.