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Una Luna Rossa a forte connotazione giuliana vince la Prada Cup

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di Francesco Freni

Una finale di Prada Cup senza storia: Luna Rossa si dimostra quasi imbattibile per gli inglesi di Ineos, surclassati sia sul piano tecnico tattico che su quello tecnologico. Una dimostrazione di forza che ora comincia a preoccupare anche i detentori di New Zealand, prossimo (ed ultimo) ostacolo del team italiano verso la conquista dell’America’s Cup, mai approdata nel Belpaese nonostante due precedenti tentativi nel 1992 con il Moro di Venezia e nel 2002 con la stessa -ma le barche di allora sembrano appartenere ad un altro sport- Luna Rossa. 

E’ una vittoria, ed una storia di eccellenza, a forte connotazione regionale: il software utilizzato per la progettazione del monoscafo, così come l’ottimizzazione delle traiettorie di navigazione, infatti, è stato prodotto dall’azienda triestina Esteco, già in passato fornitrice del software utilizzato da altri team di Coppa America. Grazie a Mode Frontier, questo il nome del programma, sono stati risparmiati anni di ricerca e sperimentazione per trovare la forma ottimale dello scafo, che probabilmente non avrebbe comunque mai raggiunto il livello di perfezione dimostrato ad Auckland. 
Anche una componente fondamentale dell’imbarcazione arriva dal FVG: le spettacolari “ali”, parte immersa dei foils, le leve elettromeccaniche che immergendosi in acqua ad alte velocità (che raggiungono spesso anche i 60 nodi) fanno letteralmente volare le imbarcazioni sollevandole dall’acqua, sono prodotte dalla CMF di Cormons, capace di adattare velocemente la propria produzione alle esigenze del Team ed allo standard qualitativo elevatissimo delle prestazioni del materiale. 

Ovviamente, quando si parla di Luna Rossa non si può, almeno a Trieste, non parlare di Vasco Vascotto: il pluricampione del mondo, quando inaugurò nel 2018 proprio in piazza Unità davanti a migliaia di persone il progetto TP58 finalizzato alla selezione del team di “sailors” ed al perfezionamento delle tattiche di gara in vista dell’America’s Cup, probabilmente già sapeva che, pur partecipando alla spedizione, non sarebbe salito su Luna Rossa durante le regate. Ciò nonostante, Vasco è il vero leader silenzioso (ma neanche tanto…) della squadra, è colui che con il suo buon umore, la sua esperienza, le sue conoscenze, è divenuto il complemento ideale ed insostituibile del Team Director Max Sirena. Il suo entusiasmo, sempre espresso in dialetto, è talmente contagioso che non è un segreto il fatto che Jimmy Spithill, skipper di Luna Rossa, parli meglio in triestino che in italiano, e che nei team radio, le comunicazioni via auricolare fra i membri dell’equipaggio, venga talvolta intercettato qualche “ciò” e qualche “no i ne ciapa più”.

Quella giuliana è una vera colonia a Casa Italia ad Auckland, sia in barca (i giovani Nicholas Brezzi ed Andrea Tesei fanno parte dell’equipaggio a bordo di Luna Rossa, in tutto sono ben 6 i velisti triestini che fanno parte del team) che fra il personale di supporto ed organizzazione. Dopo la conquista della coppa dei Challenger, una volta sbarcati, vedere il gruppo sollevare il trofeo sotto una pioggia di champagne inneggiando all”Unione” deve aver sollevato parecchia curiosità…