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L’Allianz rompe l’incantesimo: Brindisi è battuta 84-82

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ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE – HAPPY CASA BRINDISI    84-82 (d.t.s)

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 12, Sanders 8, Fernandez 12, Konate 15, Longo, Deangeli , Mian 5, Delia 13, Fantoma, Cavaliero 3, Grazulis 13, Lever 3. All: Ciani

Happy Casa Brindisi: Carter 3, Adrian 7, J.Perkins 15, Zanelli 11, Visconti 8, Gaspardo 2, Ulaneo, Redivo 20, Guido, Chappell, Udom 5, N.Perkins 11. All: Frank Vitucci

Parziali: 18-16; 38-36 ; 57-56 ; 70-70

Arbitri: Lanzarini, Borgo, Gonella

Non poteva durare in eterno, il dominio brindisino sulla Pallacanestro Trieste: al decimo tentativo i biancorossi riescono nell’impresa di superare una squadra di Vitucci al termine di una partita equilibrata, ricca di pathos, giunta all’over time, in cui gli uomini guidati da coach Ciani dimostrano di saper combattere e riescono a sbagliare meno degli avversari nei concitati secondi finali, concedendo comunque agli ospiti la chance di riportare i due punti in Puglia, offerta peraltro gentilmente declinata.

Il match non partiva sotto i migliori auspici, con l’Happy Casa destinataria dei favori del pronostico e la vittoria di Trieste accreditata di quote esorbitanti dalle case specializzate in scommesse. Non piace molto agli addetti ai lavori questa Pallacanestro Trieste, relegata dai più nell’ultima fascia di merito in questa nuova Serie A. Ma si sa, i pronostici, specie se basati sulle illusorie prestazioni di Supercoppa o sulle statistiche di stagioni passate, lasciano spesso il tempo che trovano, e cedono inesorabilmente la voce al verdetto del parquet nel momento in cui viene alzata la palla a due.

All’esordio, puntualmente, è invece Trieste a fare la partita, ad irretire gli attaccanti brindisini con una difesa asfissiante sempre in anticipo, a colpire con un vasto arsenale in attacco, a reggere brillantemente l’urto sotto canestro, dove il pericolo pubblico numero uno, quel Nick Perkins indicato da molti come il miglior centro del campionato, viene limitato in attacco grazie ad un lavoro magistrale, da mostrare nelle scuole basket, da parte di Marcos Delia supportato da un reattivo Andrejs Grazulis, ed aggirato in attacco con giochi a due in cui va a banchettare anche Sagaba Konate. Perkins finirà con una doppia doppia da 11+14, ma la distribuzione dei rimbalzi catturati, concentrati sul centro USA per Brindisi ed equamente catturati dall’intero roster, Sanders compreso, per Trieste, è testimone di una maggiore coralità che alla fine si dimostra l’arma vincente. Ad impressionare, del resto, sono anche le 4 stoppate impartite da Grazulis (6 in tutto per Trieste: nel pitturato, quest’anno, passare sarà un’impresa).

L’Allianz rimane quasi sempre avanti nel punteggio, senza mai dare lo scossone definitivo al match anche perché Brindisi non è solo Perkins: il gettonaro argentino Lucio Redivo non sa di provenire dalla A2 e di essere il sostituto pro tempore di Wes Clark, dopo aver chiesto l’autografo al nazionale Delia si esibisce in numeri di discreta ignoranza cestistica mostrando al contempo anche una discreta tecnica. Zanelli infila 9 punti di seguito sul finire del primo tempo, anche Visconti è ispirato, mentre il tricotico “Perkins Piccolo”, come ormai soprannominato il debuttante Josh, va a strappi, alternando fiammate ad amnesie: contro di lui Corey Sanders non demerita affatto, ed anzi conduce la squadra con ritmo, sfruttando la specialità della casa, quell’uno contro uno che lo porta spesso a percorrere autostrade nel cuore dell’area per attaccare il ferro (da fuori, invece, non tenta nemmeno di concludere: evidentemente non si fida ancora del suo tiro). Nonostante l’Happy Casa rimanga sempre aggrappata a non più di due possessi di distacco, Trieste dà sempre l’impressione di essere in controllo, non si scompone davanti ai problemi di falli che costringono a lungo Konate in panchina, non perde la calma nemmeno quando, a cavallo fra terza e quarta frazione Brindisi mette il naso avanti, senza mai accumulare, peraltro, più di 4 lunghezze di vantaggio. Gli uomini di Ciani continuano con il loro gioco organizzato senza forzature, cercano spesso l’extrapass, servono regolarmente il lungo quando intravvedono il mismatch, cominciano ad ingranare dall’arco sebbene incappino in una esibizione balistica da tre dalle statistiche inguardabili. La maggiore attenzione si traduce nel dato delle palle perse, solo 7 contro la media di 18 in pre season, mentre la ricerca del gioco di squadra, con iniziative individuali limitate e prese solo quando non vi sono altre alternative è testimoniata dai ben 19 assist piazzati. La tripla di Mian a due minuti dalla fine è liberatoria e vale il pareggio, sebbene sull’altro lato dei 28 metri sia Perkins piccolo che Redivo ribattano costantemente colpo su colpo. La stanchezza genera poca lucidità e genera errori a ripetizione, ma la partita si fa divertente e tesissima, nel frastuono dei pochi ma finalmente presenti spettatori.

Il finale è da thrilling: al termine dei 40′ Grazulis sbaglia il libero della vittoria ed il tiro di Josh Perkins si spegne sul ferro allo scadere. L’overtime è territorio per gente esperta: in campo ci vanno Fernandez, Delia, Banks e Cavaliero, ed è una scelta vincente. Trieste prende 3-4 punti di vantaggio nei momenti decisivi, ma getta al vento un paio di occasioni per blindare la vittoria ad una manciata di secondi dal termine. Dopo una sanguinosissima palla persa da Visconti, prima Adrian e poi Perkins falliscono i tiri liberi del pareggio anche se un lancio sbagliato da Mian nelle mani degli avversari ed un fallo su tiro da tre di Grazulis sarebbero potuti costare carissimi: finisce con Brindisi che cattura l’ultimo rimbalzo ma non ha più il tempo per provare un buzzer beater, i primi due punti della stagione rimangono all’Allianz Dome in barba ai sinistri pronostici.

Conforta, in casa triestina, l’intensità distribuita in tutto l’arco dei 45 minuti, pur in presenza di fisiologici cali di tensione che però vengono affrontati con razionalità e calma. Inoltre, le ultime due settimane hanno permesso a tutti i componenti del roster di recuperare una forma fisica accettabile, e questo ha permesso a coach Ciani di sfruttare nelle rotazioni dieci uomini senza subire clamorosi cali di qualità e di efficienza, specie nel pitturato: in un 5+5 poter ruotare tutti gli effettivi ha una importanza cruciale, e con il rientro di Campogrande, ormai quasi pronto per uscire dai box, questa squadra potrà diventare un vero rebus per molte avversarie.

A parte la vittoria di Trieste, la prima giornata si chiude senza particolari sorprese. Impressiona la perentoria e nettissima vittoria di Treviso a Casale contro Derthona, ma si sa che il campionato non è la Supercoppa, e l’impatto con la categoria superiore per una neopromossa, seppur entusiasta e ben attrezzata ma poco esperta, è generalmente duro. La Fortitudo perde in casa il derby con Reggio Emilia sbagliando l’ultimo tiro, e la conseguente tachicardia induce coach Repesa alle dimissioni, da lui definite irrevocabili: siamo davanti alla solita sceneggiata felsinea? Lo scopriremo in breve tempo, ma i più pronosticano il costosissimo coach croato reintegrato nel ruolo entro poche ore. Vincono Milano, i campioni d’Italia della Virtus e la Reyer, mentre Varese si aggiudica di misura il derby con Brescia. Vince anche Sassari contro Pesaro, prossima avversaria di Trieste nelle Marche, ma per riuscirci deve sudare le proverbiali sette camicie.

(Photo Credit: Sito Ufficiale Lega Pallacanestro Serie A)

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