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Trieste, Bologna e la Pata del Lobito: sogno di una notte di inizio pandemia

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Dopo aver battuto l’Oriora Pistoia 97-80 davanti a 7000 persone in quella che può essere considerata la prima vera sfida salvezza della stagione, portando la differenza canestri a proprio favore e raggiungendo in classifica proprio i toscani ed una Virtus Roma in caduta libera, inizia per l’Allianz un altro campionato, con tre importanti nuovi innesti nel motore sempre più decisivi ed un finale di stagione che si preannuncia entusiasmante. 
Certo, il calendario di marzo non sorride particolarmente agli uomini di Dalmasson, chiamati ad un trittico di partite sulla carta proibitive, iniziando con due trasferte consecutive su due campi caldissimi. 

Happy Casa Brindisi-Allianz Trieste 101-83: partita senza storia al Palapentassuglia, in un palazzetto piccolo ma ribollente di energia, dove Trieste si scioglie quasi subito al cospetto della lanciatissima squadra di coach Vitucci. Difetti consueti per gli uomini di Dalmasson che subiscono soprattutto sotto canestro la grande dinamicità di John Brown che porta spesso a scuola Akil Mitchell (oggi preferito a Derek Cooke, lasciato in panchina per il turnover nonostante la buona partita contro Pistoia di una settimana prima). Kodi Justice, alternato a Daniele Cavaliero nel tentare di arginare l’MVP Adrian Banks, non riesce a venire a capo del compito. Banks finisce con 29 punti all’attivo, Brown con 22 e 14 rimbalzi. 

Virtus Bologna-Allianz Trieste 81-75: buona prestazione per Trieste, opposta all’incontrastata capolista. Hickman sente odore di grande palcoscenico ed incanta, pur opposto al maestro Milos Teodosic e Stefan Markovic, che però toppano entrambi l’appuntamento. Sono 14 i punti realizzati in due dagli assi serbi di coach Djordevic, e non basta la prestazione sopra le righe di Julian Gamble sotto canestro (doppia doppia da 24 punti e 14 rimbalzi per il lungo americano) per permettere alla Virtus di scrollarsi di dosso un’Allianz mai doma, che chiude in vantaggio di 6 il primo quarto ed è ancora in parità a metà gara. Nel terzo quarto, complice qualche minuto di riposto concesso ad Hickman, la Virtus prende quei 7-8 punti di vantaggio che riuscirà a mantenere fino alla fine, nonostante il tentativo in extremis dei triestini, riavvicinatisi a -4 con una bomba di Da Ros a 3 minuti dalla sirena. La Virtus controlla però il finale, e porta a casa due punti più combattuti del previsto. Hickman chiude a 32 punti e 8 assist, con +42 di valutazione. Le vittorie esterne di Pistoia a Cantù e di Roma che passeggia a Pesaro complicano la rincorsa alla salvezza. 

Allianz Trieste-Vanoli Cremona 93-78: riedizione dei quarti finale playoff dello scorso campionato, con situazioni di classifica e roster profondamente rivoluzionati. Buono il colpo d’occhio, con 5800 spettatori pronti a sostenere nonostante tutto i biancorossi nel momento cruciale e più difficile della stagione. Trieste ottiene una vittoria convincente e fondamentale, alla luce della sconfitta di Pistoia a Brindisi e della vittoria di Roma a Treviso, che trascina anche la De Longhi in piena bagarre per la salvezza. Contro Cremona il match winner è Daniele Cavaliero, autore di 18 punti realizzati puntualmente nei momenti cruciali dell’incontro quando Cremona, specie con un monumentale Happ ed un applauditissimo Michele Ruzzier che dimostra di valere la Nazionale, produce il massimo sforzo per ricucire il gap. Trieste fugge a metà primo quarto fino a +14 e conduce l’incontro dall’inizio alla fine. Vittoria limpida e quasi mai in discussione. 

De Longhi Treviso-Allianz Trieste 54-86: drammatica trasferta nella Marca per gli uomini di Dalmasson, che affrontano una De Longhi incerottata (Logan è a mezzo servizio, Parks è a riposo per un affaticamento al ginocchio infortunato) ma sempre temibile davanti al proprio caldissimo pubblico e forse all’ultima spiaggia per tirarsi fuori dalla zona pericolosa. Trieste, seguita in riva al Sile da quasi 350 tifosi, non si lascia intimidire dal clima del derby, ed inscena l’esatta riedizione di Gara 3 dei playoff 2018, con gli stessi protagonisti a demolire ogni velleità bianco blu. Cavaliero, Fernandez e Da Ros confezionano la partita perfetta, realizzano 44 punti in tre praticamente senza errori dal campo. Mitchell e Cervi portano a scuola Tessitori e Fotu. Il risultato, curiosamente, è esattamente lo stesso di due anni fa. Intanto, Pistoia perde a Venezia, Roma soccombe in casa con Varese. Per la prima volta da novembre Trieste sarebbe virtualmente salva: Pistoia e Treviso la inseguono due punti più sotto, mentre Roma, due punti più sopra, sarà la prossima avversaria in quella che potrebbe essere una delle partite più importanti degli ultimi anni. 

Allianz Trieste-Virtus Roma 108-82: al culmine di una settimana caratterizzata dal ritorno delle file chilometriche davanti ai botteghini per assicurarsi uno dei pochi tagliandi disponibili per assistere alla sfida, l’Allianz Dome offre un colpo d’occhio da Eurolega. I dati ufficiali dicono 6970, sold out da venerdì. La coreografia della Curva Nord ricrea con irreale pathos quella contro Cremona di un anno prima coinvolgendo il palazzo in una Marinaresca struggente e puntellata di stelle. Un contorno simile merita una prestazione sopra le righe da parte della squadra, che dal canto suo fa di tutto per esaltare e farsi esaltare da 7000 tifosi invasati. La partita non ha un secondo di pausa, con Trieste che con vorticose rotazioni mette subito in difficoltà un’avversaria che si regge sui soli Jefferson, Alibegovic ed un discreto Barford: troppo poco per arginare un Washington che colpisce da fuori e da sotto, cattura rimbalzi, si rivela un rompicapo sia per gli avversari che per il proprio coach. 26 punti con 31 di valutazione per il tricotico USA, finalmente decisivo. Ottime le prestazioni di Cervi, che realizza un eloquente 7/7 dalla lunetta e cattura 9 rimbalzi, e Hickman, autore di 9 punti con tre bombe consecutive in 30 secondi in apertura di terzo quarto che demoliscono le velleità capitoline ed esaltano l’ambiente. Treviso vince a Reggio Emilia, Pistoia perde in casa con Brescia e finisce sola al penultimo posto. 

Allianz Trieste-Grissin Bon Reggio Emilia 76-73: 6200 spettatori all’Allianz Dome per un’altra partita che Trieste deve assolutamente fare sua. Partita che, dopo 39 minuti sempre di rincorsa, con ospiti che si portano anche sul +20 con una bomba di un Vojvoda inatteso protagonista, si riassume tutta nell’ultimo minuto in mezzo: Reggio Emilia è sul +11, si sente sicura della vittoria e probabilmente non ci mette la giusta motivazione, arrivando poco lucida in un finale in cui Trieste non ne vuole sapere di arrendersi. Sono 90 secondi da cineteca per gli uomini di Dalmasson: due arresto e bomba da posizione centrale di Daniele Cavaliero in stile Casale riaccendono pubblico e speranze. Reggio Emilia non trova soluzioni in attacco e perde un pallone a metà campo che costa il contropiede ed inchiodata rovesciata di Dequan Jones. -3, il frastuono è indescrivibile. Trieste commette fallo a 32 secondi dal termine, Upshaw fa 0/2. Kodi Justice in 4 secondi, marcato e fuori ritmo indovina una bomba ignorante di tabella che vale il pareggio. Reggio Emilia può arrivare fino in fondo, ma Owens commette fallo in attacco. Mancano 17 secondi, Kodi Justice vede una vasca da bagno al posto del canestro ed infila la seconda bomba da 8 metri. +3 e dieci secondi da giocare. La bomba di Candi (che contro Trieste pare avere un conto aperto) scheggia appena il ferro, rimbalzo di Cooke, sirena finale. Pistoia perde a Cremona, Roma e Treviso vincono in casa. Salvezza sempre più vicina 

Acqua San Bernardo Cantù-Allianz Trieste 80-75: Trieste in un Paladesio gremito da non più di 3500 spettatori vuole conquistare due punti che potrebbero significare salvezza, Cantù, vera sorpresa del campionato, deve vincere per poter ancora ambire al quarto posto, ancora lontano ma non irraggiungibile. L’Allianz pare però la brutta copia delle due esaltanti cavalcate casalinghe. Poco reattiva e sciupona, perde 12 palloni solo nel primo tempo. Hickman e Justice, autori di prove convincenti contro Roma e Reggio Emilia, non riescono ad entrare in ritmo da fuori, e cadono nelle alchimie tattiche difensive di coach Pancotto. Trieste va sotto di 15 nel secondo quarto, insegue sotto di 20 in apertura di terza frazione e non sembra in grado di reagire. Mai dare per morta questa squadra, però. Nell’ultimo quarto Fernandez prende per mano la squadra e con un paio di bombe, un buzzer beater ed un paio di giochi a due con Da Ros che realizza da sotto ricuce quasi tutto il gap. A quel punto sale in cattedra Joe Ragland, che dimostra tutto il valore del suo pedigree: la partita diventa un one man show che vale il prezzo del biglietto, Trieste non riesce a reagire e non risale mai a meno di 5 punti di ritardo. Pistoia torna alla vittoria a Pesaro, Roma perde a Brescia, Treviso riposa. In classifica non cambia molto, ma Trieste dovrà faticare fino alla fine. 

Allianz Trieste-Dolomiti Energia Trentino 80-70: altra sfida che potrebbe rivelarsi determinante per i biancorossi. L’avversario è quello che all’andata aveva inferto a Trieste una delle sconfitte più umilianti, per punteggio e contesto, degli ultimi dieci anni: basterebbe la volontà di lavare quell’onta davanti ai propri tifosi (quasi 6000 i presenti sugli spalti del Dome) per motivare gli uomini di Dalmasson. Trento è complice in questo compito: i ragazzi di Brienza sembrano svogliati ed appagati da una stagione che ha ancora poco da dire per loro. Knox, applauditissimo dai suoi ex tifosi, perde banalmente i primi tre palloni che tocca e viene immediatamente avvicendato. Gentile si incaponisce in improbabili uno contro uno a difesa schierata, con Mitchell e Cooke, spesso schierati insieme, a blindare il pitturato e chiudere ogni linea di penetrazione. Il solo Craft, che finirà con 8 palle recuperate e 11 assist, finisce sopra la sufficienza, ma è davvero troppo poco, anche considerando che un Peric in grande spolvero sente l’odore del sangue ed infierisce a ripetizione: alla fine saranno 27 per il lungo croato, a buon diritto MVP dell’incontro. Standing ovation finale ed obiettivo che si avvicina, ma non è ancora raggiunto: Pistoia vince a Varese e Roma, incredibilmente, sbanca il Taliercio. A Trieste mancano ancora due punti per la salvezza matematica. 

Pompea Fortitudo Bologna-Allianz Trieste 64-65: alla fine non poteva che essere la “Pata De Lobo”, la zampata del lupo, a permettere a Trieste di conservare il suo posto in Paradiso. Al termine di una partita brutta, per certi versi cattiva e drammatica, in un Paladozza come sempre esaurito e ribollente (sono circa 300 i triestini giunti sotto le Torri dopo una estenuante caccia al biglietto, che si fanno valere per decibel ma si perdono in un frastuono che in Italia non ha pari), la sfida fra la sorpresa del campionato e la sua grande rivale degli ultimi anni di A2 viene risolta all’ultimo centesimo di secondo. Il punteggio è 64-62, ci sono ancora 21 secondi da giocare, palla alla Fortitudo. Trieste, non ancora in bonus, decide di non commettere fallo, pur difendendo durissimo. Daniele Cinciarini a cinque secondi dal termine, quando il pubblico sta già festeggiando la vittoria, perde banalmente un pallone mettendolo nelle mani di Da Ros. Il Lobito è già scattato in contropiede, riceve il lancio del compagno: è totalmente solo, ma ha ancora i piedi sul cerchio centrale nella metà campo avversaria. Manca un secondo e mezzo, Fernandez fa partire il suo tiro a due mani da 9 metri: quando il pallone tocca il massimo della parabola, in un silenzio irreale, si accendono i led rossi attorno al canestro e suona la sirena finale. Il pallone scende, sbatte sul tabellone e si infila nel canestro. 64-65. Trieste sbanca Bologna, conquista la salvezza nel più incredibile dei modi. Finisce con i giocatori a festeggiare sotto lo spicchio biancorosso, rimasto da solo in un Paladozza che si svuota in pochissimi minuti. 

Allianz Trieste-Carpegna Pesaro 111-78: passerella finale per gli uomini di Dalmasson. Il palazzo di via Flavia è esaurito nonostante la partita abbia ormai ben poco da dire, con una squadra retrocessa da due mesi ed ormai in disarmo ed un altra appagata dopo l’incredibile vittoria di Bologna che vale la salvezza. Quando gioca in scioltezza questa nuova versione di Trieste è comunque inarrestabile e divertente, gioca in velocità e colpisce con fulminei turnover. C’è spazio per lo spettacolo con una specie di gara delle schiacciate, prima un’inchiodata ad una mano di Dequan Jones in contropiede, poi un alley up ciascuno, da altezze siderali, per Cooke ed un sorprendente Kodi Justice. La partita è senza storia e scorre via veloce, le difese sono poco aggressive e lasciano spazio allo spettacolo. Trieste finisce in trionfo una stagione difficile, costellata di momenti drammatici, tensioni, scelte sbagliate, partenze dolorose, innesti macchinosi, in cui per la prima volta in dieci anni coach Dalmasson è stato veramente messo in discussione. Trieste conclude il campionato a 26 punti, affiancata a Varese addirittura all’ottavo posto, ma è nona per la differenza canestri sfavorevole. Ad accompagnare Pesaro in A2 è Treviso, che perde le ultime tre partite e viene staccata da Pistoia capace di sbancare Sassari all’overtime all’ultima giornata. 
E’ già ora di pensare alla prossima stagione, difficile ipotizzre riconferme fra gli stranieri, sebbene Washington, Jones e Peric (tra l’altro, ancora sotto contratto), abbiano finito la stagione con un grande crescendo di prestazioni. 
Ma, al di là della squadra che verrà, la società (il cui bilancio è stato messo in sicurezza dall’arrivo di sponsor prestigiosi ed affidabili) potrà nuovamente contare sul suo più grande patrimonio: il suo pubblico, che non l’ha mai abbandonata nemmeno quando venivano toccati i punti più bassi per rendimento, atteggiamento e motivazione, affollando all’inverosimile gli spalti del palazzetto ed accompagnando letteralmente la squadra negli appuntamenti fondamentali della stagione in casa ed in trasferta. Il presidente Ghiacci ha annunciato la volontà di provare ad allestire un roster che possa puntare a risultati prestigiosi. Fra poche settimane partirà la campagna abbonamenti per la stagione 2020/2021: la caccia al record dei 5000 abbonati è già cominciata. 

E’ il 7 marzo. Sono le 22.30 ed ho appena finito di assistere alla sfida contro Pistoia in un silenzio carico di ansia ed incertezza che corrode la gioia per la vittoria appena conquistata. La sirena finale mi scuote e mi riporta a casa, il tempo riprende a scorrere veloce e la realtà torna beffarda a fare capolino: negli ultimi 5 minuti, a risultato ormai acquisito, ho assistito ad un film. Un realistico sogno ad occhi aperti, fatto di immagini, suoni, odori, nel quale mi ritrovo, come sempre negli ultimi 40 anni, abbracciato al mio compagno di posto a festeggiare dopo una vittoria, pregustando la birra che ci saremmo bevuti dopo pochi minuti, o a salutarci scuotendo la testa, dopo una brutta sconfitta: delusi, ma sempre con il sorriso. Tanto, fra due settimane saremo di nuovo qui a provarci di nuovo.